il verdetto
Inchiesta Covid, il tribunale dei ministri archivia Conte e Speranza
La decisione dell'organo di giustizia dimostra che le accuse di omicidio colposo ed epidemia colposa nei confronti del governo per la gestione dell'emergenza pandemica erano deboli
L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza non hanno responsabilità riguardo la gestione della prima fase dell’emergenza Covid in Val Seriana. A stabilirlo il Tribunale dei ministri che ha oggi archiviato le loro posizioni. L’esito era in fondo prevedibile. Le accuse sulla mancata applicazione di un piano pandemico fermo al 2006 erano piuttosto deboli. Questo si basava infatti su un possibile virus influenzale, elemento che aveva indotto la comunità scientifica a ritenerlo totalmente inefficace per contrastare il Sars-Cov-2. Si trattava di virus del tutto inedito che costrinse l’Italia, prima in Occidente, a doversi muovere senza alcun riferimento utile su come intervenire per frenare la corsa dei contagi, la presa d’assalto agli ospedali e la macabra conta quotidiana dei decessi che cresceva di giorno in giorno.
Stesso dicasi sui tempi per l’applicazione della zona rossa in Lombardia, in un rimpallo di responsabilità che ha contribuito a dimostrare, ancora una volta, tutti i limiti del regionalismo sanitario in un contesto di emergenza. Una lezione severa dalla quale sembra però non si sia imparato nulla, almeno a giudicare dal disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata che acuirà ulteriormente il potere frammentario delle regioni in sanità. E che dire poi della commissione d’inchiesta bicamerale sulla gestione del Covid.
Alla luce del testo all’esame della Camera sembra più il tentativo di trovare ad ogni costo un capro espiatorio politico sul quale scaricare le responsabilità di quanto accaduto più che il tentativo di far luce su cosa abbia funzionato o meno in un contesto emergenziale in modo da non farsi impreparati ad una possibile nuova pandemia. Per non parlare dell'ennesimo ammiccamento al mondo no vax con la decisione di andare questionare anche sull’approvazione dei vaccini contro il Covid e sui loro effetti avversi. Tutto questo ha portato negli ultimi mesi ad una levata di scudi in particolare da parte di quel Movimento 5 Stelle scopertosi improvvisamente garantista. Una buona notizia per il paese, forse. A patto che questo apparente abbandono di ogni spirito giustizialista non sia unicamente dettato dal 'colore' politico di chi si ritrova oggi ad essere oggetto di indagini.