l'inchiesta
Non c'è due senza tre: Gratteri indaga di nuovo Mario Oliverio
L'ex governatore della Calabria si ritrova indagato per la terza volta da Gratteri. Le prime due inchieste si sono chiuse con la sua assoluzione
Una nuova maxi operazione anti ‘ndrangheta da parte della procura distrettuale antimafia di Catanzaro – guidata da Nicola Gratteri – ha svegliato alle prime luci del mattino di ieri l’intera Calabria: 123 persone indagate, delle quali 22 finite in carcere e 12 ai domiciliari. L’iniziativa giudiziaria ha coinvolto mafiosi, imprenditori e politici. Tra quest’ultimi spicca il nome di Mario Oliverio, ex governatore della Calabria ed esponente del Partito democratico, già indagato per due volte in inchieste avviate da Gratteri, e scagionato entrambe le volte. Visto che non c’è due senza tre, Oliverio si ritrova ora accusato di essere tra i promotori di un’associazione per delinquere.
In particolare, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare di 381 pagine, Oliverio “dava impulso per la effettuazione di riunioni programmatiche e strategiche, volte a creare e mantenere alleanze di natura elettorale, mediante accordi sui territori con esponenti di punta di movimenti e/o partiti politici, con i quali concordare le modalità di rastrellamento di voti, anche attraverso il ricorso a nomine, assunzioni clientelari, appalti da affidare a imprese che avrebbero garantito un ritorno elettorale, nonché si premurava di fornire liste di soggetti da assumere, con modalità squisitamente clientelari, a Devona Giancarlo (esponente del Pd crotonese anch’egli indagato, ndr)”. Spetterà, come sempre, ai giudici verificare se queste accuse siano fondate o meno. Nel frattempo non si può non ricordare il particolare rapporto che intercorre fra Oliverio e il pm Gratteri.
Nel dicembre 2018, quando Oliverio rivestiva ancora la carica di presidente di regione, la procura guidata da Gratteri lo accusò di corruzione e abuso d’ufficio per presunte irregolarità negli appalti per la realizzazione di alcune opere pubbliche a Cosenza, Lorica e Scalea. L’immagine e la carriera politica di Oliverio vennero demolite. Il Pd decise di scaricarlo in vista del rinnovo elettorale. Il 4 gennaio 2021 Oliverio è stato assolto da tutte le accuse in rito abbreviato, sentenza poi diventata definitiva in quanto non impugnata dalla procura (che inizialmente aveva chiesto per l’ex governatore una condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione).
Prima dell’assoluzione, la procura guidata da Gratteri si era spinta addirittura a chiedere per Oliverio gli arresti domiciliari, poi non accolti dal gip, che applicò nei confronti del governatore la misura dell’obbligo di dimora. Il presidente di regione rimase confinato nel suo comune per tre mesi, fino a quando la Cassazione annullò il provvedimento demolendo l’impianto accusatorio dei pm con parole durissime: secondo i giudici di Cassazione, infatti, dalle carte dell’inchiesta si rilevava un “chiaro pregiudizio accusatorio” ai danni di Oliverio.
Con Oliverio vennero indagati anche l’ex consigliere regionale Nicola Adamo e la parlamentare Enza Bruno Bossio, poi entrambi prosciolti in udienza preliminare. Anche Adamo oggi si ritrova di nuovo indagato nell’ambito della maxi inchiesta lanciata da Gratteri.
Ma non è tutto. Lo scorso novembre, Oliverio è stato assolto dal tribunale di Catanzaro al termine di un secondo procedimento avviato dalla procura di Gratteri, stavolta basato sull’accusa di peculato per aver promosso la Calabria con 95 mila euro al “Festival dei due mondi” di Spoleto. Con lui sono stati assolti anche l’ex parlamentare Ferdinando Aiello e Mauro Luchetti, presidente del gruppo di comunicazione ed eventi Hdrà.
Ora, dopo questi trascorsi, Oliverio si ritrova indagato per la terza volta e sempre per mano di Gratteri. Cosa potrebbe andare storto?
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