il caso
L'esondazione giudiziaria del Tar che ammette anche gli studenti alla maturità
Serve definire i limititi del potere discrezionale dei tribunali amministrativi. Il rischio, altrimenti, è quello di una lesione del principio di responsabilità
Il Tribunale amministrativo regionale di Trento ha accolto il ricorso di una studentessa del liceo scientifico Leonardo Da Vinci che non era stata ammessa all’esame di maturità perché insufficiente in ben cinque materie. L’argomento che aveva convinto i giudici amministrativi è che non erano stati predisposti corsi di recupero per le materie in cui si riscontrava l’impreparazione e il fatto che la studentessa aveva superato l'esame di ammissione all’università di Trento nella facoltà di economia.
Il Tar l’ha ammessa agli esami “con riserva”, così è stato necessario convocare una commissione apposita che l’ha esaminata e poi bocciata. Sembra una vicenda minore, ma è rivelatrice di una mentalità e di una prassi che meritano di essere esaminate. La prassi è quella di accettare “con riserva” le richieste di annullamento di un atto amministrativo, il che evita al Tar di esprimere un giudizio di merito, ma anche senza questo, di annullare le scelte di altri organismi, in questo caso il consiglio dei professori del liceo. Una prassi di questo tipo consente al Tar di prendere decisioni immediatamente operative senza assumersene pienamente la responsabilità e senza procedere a un esame di merito del quesito sottoposto al suo giudizio. La mentalità, invece, è quella di presumere che un organismo giudiziario può intromettersi nelle scelte di tutti gli altri organismi legittimati ad assumere decisioni, senza rispettarne l’autorità e l’autonomia. Questo non accade soltanto quando il confronto è con autorità politiche, che almeno hanno tribune per reagire, ma si estende a tutti i centri decisionali, fino ad arrivare a un consiglio dei professori di un liceo.
Questa esondazione giudiziaria, che tende ad annullare l’autorità di tutti gli altri, sottoponendola a un controllo peraltro senza nemmeno un esame di merito, dovrebbe essere fermata, se necessario con norme che definiscano i limiti del potere discrezionale dei Tar, dei quali, come dimostra il caso costato, si fa un abuso evidente, che peraltro lede il principio di responsabilità che dovrebbe essere centrale nella scuola, e non solo.