il colloquio

“Basta complottismi su Berlusconi e Cosa nostra”, dice lo storico Salvatore Lupo

Ermes Antonucci

Il professore di Storia contemporanea commenta l'indagine dei pm di Firenze: "Basterebbe guardare i risultati elettorali del 1994 per capire che non c’era bisogno di alcuna strage mafiosa per far vincere Berlusconi"

"Basterebbe guardare i risultati elettorali del 1994 per capire che non c’era bisogno di alcuna strage mafiosa per far vincere Berlusconi. Perché fu un grande successo elettorale, dietro il quale ci sono ragioni molto più valide di un piano stragista. Noi sappiamo benissimo che non c’è bisogno di alcun complotto per spiegare il successo di Berlusconi. Lo sappiamo tutti”. Così lo storico Salvatore Lupo commenta con il Foglio le ultime novità dell’indagine sulle stragi del 1993

 

Nei giorni scorsi gli investigatori della Dia di Firenze e Milano hanno eseguito una serie di perquisizioni nei confronti di Marcello Dell’Utri su disposizione dei pm fiorentini Luca Turco e Luca Tescaroli. Dell’Utri è accusato di aver istigato il boss Graviano a organizzare e attuare le stragi del 1993 a Roma, Milano e Firenze per indebolire il governo Ciampi che in quel momento era alla guida del paese e favorire l’affermazione di Forza Italia alle elezioni del 1994. Insomma, l’accordo stragista aveva uno scopo politico, in particolare – fanno notare i pm – l’attentato all’Olimpico che doveva uccidere decine di Carabinieri in servizio allo stadio il 23 gennaio 1994 si colloca tre giorni prima dell’annuncio ufficiale di Berlusconi di scendere in politica. “Inutile ricordare – dice Lupo – che in quella data il presidente Ciampi già aveva rassegnato le dimissioni”. Anche perché la missione principale del governo era stata l’approvazione della legge Finanziaria, avvenuta nel dicembre 1993. 

 

Insomma Berlusconi e Dell’Utri sarebbero stati i beneficiari dello stragismo. “Eh, questo è ciò che dicono da molto tempo”, sospira Lupo. “Mi sento in difficoltà a commentare questi  fatti – afferma – perché non c’è un elemento in più rispetto a quanto già sapevamo. E’ sempre la stessa cosa. Peraltro – aggiunge – Dell’Utri è stato condannato per cose che non c’entravano niente con questo e assolto per cose che c’entravano con questo. Qualche esperto di procedura penale dovrebbe spiegare come sia possibile tornare sempre sugli stessi fatti”. 

 

Ieri Repubblica faceva questo titolo: “Con le stragi del 1993 Cosa nostra puntava a indebolire Ciampi per favorire Berlusconi”. Le risulta così sul piano storico? “Mah, a me per niente.  Ma non c’è bisogno della storiografia per questo. Parliamo di una memoria che tutte le persone di una certa età conservano. Per essere oggettivi bisogna guardare le cose attraverso le fonti e anche con una certa distanza. Tutte queste cose complottiste molto spesso cadono. Noi sappiamo benissimo che non c’è bisogno di nessun complotto. Lo sappiamo tutti”, dice Lupo. “Quello che sappiamo basta”, ribadisce. “Poi, certo, se ci dimostrano il contrario… ma servono le prove. Questa notizia non ci dice nulla di più. Se qualcuno mi vuole dire che Berlusconi e Dell’Utri sono dei feroci assassini me lo deve dimostrare, per favore!”. E’ quello che stanno tentando di fare… “Ma non ci riescono da trent’anni!”, esclama lo storico, riferendosi in particolare alle sentenze di assoluzione che negli ultimi anni hanno gradualmente smontato tutto il castello accusatorio sulla presunta “trattativa stato-mafia”. Tra gli imputati assolti c’è proprio Dell’Utri, ora riaccusato dei medesimi fatti a Firenze, alla faccia del principio del “ne bis in idem”. 

 

“Ma che storia è questa?”, si chiede Lupo. “E’ la storia di trent’anni fa, è cronaca. Come storico ho delle idee su come Berlusconi abbia ottenuto il suo successo e non c’è bisogno di alcun complotto mafioso. Se poi si dimostrerà il contrario, allora ne riparleremo”. Fino ad allora quello fiorentino resterà un ripetitivo quanto sterile chiacchiericcio.