Michele Santoro il depistatore, secondo Roberto Scarpinato

Luciano Capone

Uno degli ultimi “subdoli tentativi di depistaggio”, scrive il senatore del M5s, sarebbe quello che riguarda le “rivelazioni” del killer di Cosa nostra. A pubblicarle però è stato il conduttore. Anche lui deviato?

Sul Fatto quotidiano il grillino ed ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato descrive la storia italiana come una storia di stragi: un fiilo rosso, o meglio un filo nero, lega le stragi di Capaci e via D’Amelio alla strage di Bologna, e prima ancora all’omicidio Mattarella, fin salendo su per li rami alle stragi di piazza della Loggia e piazza Fontana.

 

A scandire la storia d’Italia a colpi di bombe ci sarebbe un intreccio di servizi segreti deviati, destra eversiva e mafia che ha ripetutamente prima ucciso e poi depistato, per impedire a valenti pm come Scarpinato di dimostrare la verità che hanno intuito. Uno degli ultimi “subdoli tentativi di depistaggio”, scrive il senatore del M5s, è “quello messo a segno nel 2021 facendo scendere in campo il collaboratore di giustizia Maurizio Avola, le cui dichiarazioni, rivelatasi false, erano state congegnate in modo tale da escludere la partecipazione di soggetti esterni alla strage”.

 

Scarpinato non fa il nome del  depistatore che nel 2021, in un libro, ha pubblicato le “rivelazioni” del killer di Cosa nostra: è Michele Santoro. Anche lui, evidentemente, è stato deviato dai servizi deviati. Non è che rischia l’accusa di concorso esterno? 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali