(foto Ansa)

l'intervista

Caso Purgatori: "Basta gogna. Proteggiamo i medici", dice la società di radiologia

Luca Roberto

Due medici indagati per la morte del giornalista e un racconto mediatico che preoccupa la categoria: "La cultura del sospetto sta facendo scomparire alcune specializzazioni. Depenalizziamo la colpa medica". Parla Stefano Canitano, presidente della sezione Etica e Radiologia Forense della Sirm

"Non entro nel merito tecnico della questione, ma è chiaro che anche sul caso Purgatori abbiamo assistito a una specie di gogna mediatica nei confronti dei medici. E questo è un danno che si fa alla sanità italiana: i medici vanno protetti". Stefano Canitano è il presidente della sezione di studio Etica e Radiologia Forense della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (Sirm). Ha scritto una lettera ai vertici della società per esprimere le proprie preoccupazioni sul racconto mediatico che è stato fatto sulla morte del giornalista televisivo, per cui risultano indagati due medici ed è già partita la guerra dei periti. Considerazioni che sono state largamente condivise all'interno della Sirm. "Non mi permetto di dire ai giornalisti come devono fare il loro lavoro. Ma certo abbiamo letto in questi giorni delle cose assurde", racconta Canitano al Foglio. Tipo? "Tutta una serie di strafalcioni tecnici sviscerati in svariati articoli. E poi, sinceramente avrei evitato di scrivere i nomi dei colleghi". Tipico passaggio che a lungo andare finisce per trasformare ogni errore umano in un mostro da sbattere in prima pagina.

Ma più delle tecnicalità, quel che ha colpito è la solita insistenza, anche in questa vicenda, nel trovare un capro espiatorio. Perché i medici sono bersagliati? "Perché si è diffusa la credenza che gli errori in medicina non esistano. E invece sono inevitabili. E però questo non vuol dire che non ci sia una punibilità. La colpa medica derivante da errore è giusta, ma deve servire a evitare che un errore si trasformi in incidente. Mettere in galera un medico perché ha sbagliato una diagnosi o perché è successo qualcosa di imprevisto è una delle cose più inutili. Trascinare per dieci anni un medico in un procedimento legale è una cosa che incide sui professionisti". E per quanto, "i famigliari di Purgatori meritino tutta la mia vicinanza e la mia comprensione", ci confessa ancora il radiologo, "meno comprensione ce l'hanno i legali o addirittura i medici che scelgono questa strategia di delegittimazione".

 

E infatti, negli ultimi anni questa tendenza a credere che il personale sanitario possa macchiarsi di qualsiasi malefatta ha compromesso, in parte, il prestigio della professione. Al punto che, ci racconta ancora Canitano, "quasi più nessuno si iscrive alle specializzazioni mediche ad alto rischio legale, come neurochirurgia o ginecologia. Scatta la paura di agire. E stanno anche aumentando i cosiddetti esami inutili, frutto anche delle pressioni che arrivano dall'opinione pubblica, che non sono solo un problema di spesa. Vuol dire che i medici sono sempre meno sicuri. Ma questo alla fine porta al collasso organizzativo della sanità italiana". 

Fatto sta che il principale problema, evidenziato anche dal caso Purgatori, è credere sempre che ci sia una macchinazione dietro, un colpevole che sta cercando di farla franca. E' così? "Guardi, il nostro è un problema culturale", analizza Canitano. "Nelle organizzazioni complesse dovrebbe avere la meglio la cultura della non colpevolezza, perché è quella che serve a prevenire gli errori, a intervenire sul sistema per evitare che diventino incidenti. E invece da noi c'è la credenza che chi è più bravo non sbaglia mai e chi è meno bravo sbaglia sempre. Ma non è così: anche il medico più bravo di tutti fa degli errori". Questo, chiaramente, rischia di ingessare un intero sistema. "E' come con la politica, Quando si dice che sono tutti ladri ci va di mezzo anche chi non ha nessuna colpa. Ecco, secondo alcuni i medici sono diventati una specie di nuova casta da combattere. Anche se semplicemente salvano vite".

 

Forse, allora, sarebbe davvero il caso di procedere a quella depenalizzazione della colpa medica che in questi anni ha tenuto migliaia di medici appesi a una sentenza giudiziaria. Che però nella stragrande maggioranza dei casi è stata di assoluzione, con un aggravio non solo sui tribunali ma anche sulle strutture sanitarie. "Ho grande fiducia nel ministro Orazio Schillaci, è un grande conoscitore di questi temi", ci dice ancora Canitano. "Se riuscirà a ottenere la depenalizzazione? Forse il clima non è ancora propizio, ma va fatta assolutamente. Ci troverà dalla sua parte".

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