“Dalla commissione Nordio proposte folli. Pronti a opporci”, dice Costa (Azione)
Intervista a Enrico Costa, vicesegretario e responsabile giustizia di Azione, furioso per il ribaltone che la commissione nominata da Nordio intende fare della riforma Cartabia: "Sulla valutazione dei magistrati non cederemo"
“E’ una follia, se passa questa norma la nostra opposizione sarà durissima”. E’ furioso Enrico Costa, vicesegretario e responsabile giustizia di Azione, nel commentare il ribaltone, anticipato ieri sul Foglio, che la commissione per la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm, nominata dal ministro Carlo Nordio, si appresta a fare della sua proposta sul fascicolo di valutazione del magistrato. Introdotta con fatica nella riforma Cartabia approvata un anno fa, tramite emendamento proprio di Costa, la novità del fascicolo del magistrato – finalizzata a rendere effettive le valutazioni di professionalità delle toghe (che oggi restituiscono il 99,6 per cento di esiti positivi) – rischia ora di essere spazzata via.
Nella bozza di decreto legislativo, la commissione nominata da Nordio, composta da 26 membri (di cui diciotto magistrati), definisce il concetto di “grave anomalia” la cui presenza sarà necessaria per valutare l’attività del magistrato: il rigetto delle richieste o la riforma e l’annullamento delle decisioni adottate dovranno avere “carattere di marcata preponderanza e di frequenza rispetto al complesso degli affari definiti dal magistrato”. Insomma, non basterà accumulare una serie di errori e flop giudiziari. Questi verranno presi in considerazione nella valutazione soltanto se “preponderanti” rispetto al totale.
“In altre parole – spiega Costa – il magistrato dovrà sballare la maggioranza dei suoi provvedimenti. E’ evidente che in questo modo si rende la norma inapplicabile. Eppure, io credo che anche una sola inchiesta sbagliata possa meritare di essere valutata nel complesso della professionalità di un magistrato. Penso a un’indagine fatta da un pm soltanto per andare sotto i riflettori dei media, facendo arrestare delle persone che poi vengono liberate dal Riesame o assolte. Lo stesso vale per i magistrati giudicanti. Con la specificazione della ‘grave anomalia’, invece il magistrato continuerà a essere irresponsabile sotto ogni punto di vista”.
“L’introduzione della valutazione del fascicolo del magistrato costituisce il cuore della riforma Cartabia – ribadisce Costa –. Non a caso l’Associazione nazionale magistrati celebrò uno sciopero, in verità ben poco partecipato, proprio contro questa norma”.
“Quando ho letto la composizione di questa commissione mi è sembrato che mettessero le volpi a guardare un pollaio – prosegue Costa –. Non si trattava di magistrati presi da oscuri tribunali, ma di toghe che hanno sempre svolto vita di corrente, oppure sono stati molto tempo fuori ruolo nel corso della loro carriera”. Sì, perché un’altra novità del testo elaborato dalla commissione di Nordio riguarda proprio questo: la riforma Cartabia prevedeva una riduzione del numero dei magistrati fuori ruolo, ma la commissione ministeriale alla fine ha stabilito una riduzione del limite massimo di magistrati collocabili fuori ruolo soltanto da 200 a 180. Un taglio ridicolo, che per giunta non si applicherà alle toghe che attualmente affollano i corridoi di Via Arenula.
“E’ una roba da poveracci, pensata per difendere il proprio posto e quei quattro soldi in più di indennità”, afferma senza mezzi termini Costa. “Ma a questo siamo abituati – aggiunge – Il ministero è in mano alle correnti. Ciò su cui, invece, non possiamo transigere è la valutazione di professionalità dei magistrati. E’ la nostra bandiera. O Nordio ha nominato questa commissione per disinnescare questa novità, oppure non è al corrente dei provvedimenti elaborati dalla commissione, che è peggio ancora. Di certo noi su questo non cederemo, così come sulla disciplina attuativa della presunzione di innocenza”. “Nordio ci dica cosa intende fare, ma sappia che se passa questa roba qui finisce la nostra opposizione costruttiva”, conclude Costa.