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“Scandaloso”, “abnorme”: le reazioni della politica al caso Muttoni

Ermes Antonucci

I parlamentari commentano la storia raccontata dal Foglio sull’imprenditore Giulio Muttoni, intercettato 24 mila volte in tre anni dalla procura di Torino e ancora in attesa di giudizio dopo otto anni. Parlano Pittalis, Zanettin e Costa

"Una vicenda scandalosa”. Con queste parole Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia e vicepresidente della commissione Giustizia alla Camera, definisce il caso giudiziario raccontato ieri sul Foglio riguardante l’imprenditore Giulio Muttoni, intercettato 24 mila volte in tre anni dalla procura di Torino e ancora in attesa di giudizio dopo otto anni. Intanto l’indagine ha già avuto l’effetto di distruggere le sue aziende, anche a causa di un’accusa di mafia (poi archiviata) che nel frattempo ha innescato, oltre allo sputtanamento mediatico, il meccanismo infernale delle interdittive antimafia. Nonostante l’accusa di mafia sia stata archiviata, infatti, la prefettura di Torino ancora non ha annullato l’interdittiva antimafia emessa nel 2015 nei confronti della principale società gestita da Muttoni.

 

Due settimane fa Pittalis ha presentato alla Camera una proposta di legge proprio per riportare le misure di prevenzione nei binari della Costituzione. “Nessun allentamento della lotta alla criminalità organizzata – specifica Pittalis – ma occorre rafforzare il sistema delle garanzie e delle tutele dei cittadini. Nella pratica giudiziaria, infatti, sono sempre più frequenti e numerosi i casi in cui le misure di prevenzione vengono applicate nei confronti di soggetti che, per gli stessi fatti, vengono assolti in sede penale”. “La prassi – aggiunge – dimostra inoltre che la maggior parte delle aziende attinte dalle misure di prevenzione viene posta in liquidazione nel corso delle complesse more procedurali. Questo produce effetti macroeconomici devastanti nei territori in cui le misure vengono applicate: perdita di posti di lavoro, calo del gettito fiscale, compromissione dell’intero tessuto economico in cui le aziende in sequestro o in confisca operano, caratterizzato da un sempre crescente clima di incertezza”. “Qualcuno, in maniera strumentale, ha interpretato la mia proposta come un abbassamento della guardia contro la mafia, ma non è affatto così. La proposta prevede semplicemente che le misure di prevenzione possano essere adottate nei confronti di persone per i quali ci sono gravi indizi di appartenenza all’organizzazione mafiosa”. 

 

“E’ una vicenda assurda”, afferma il senatore forzista Pierantonio Zanettin riferendosi al caso Muttoni. “E’ assurdo che dopo otto anni un cittadino non abbia ancora avuto il diritto a essere sottoposto a un processo per le accuse mosse nei suoi confronti. Sono cose che succedono solo in Italia. Per questo noi di Forza Italia ci battiamo per avere processi con tempi rapidi e giusti”. “Dalla vicenda raccontata dal Foglio – prosegue Zanettin – emergono proroghe ad libitum per l’attività di captazione. Per questo, anche alla luce delle conclusioni raggiunte in sede di indagine conoscitiva sulle intercettazioni, sto elaborando una proposta di legge per regolare e disciplinare meglio il tema delle proroghe per le intercettazioni”. Da avvocato le è mai capitato di assistere a un numero così alto di intercettazioni nei confronti di un indagato? “No – replica Zanettin – Siamo di fronte a un caso abnorme: per il numero di intercettazioni, per il coinvolgimento di un senatore e per il fatto che dopo otto anni si è ancora in attesa di un processo. Intanto gli indagati sono stati distrutti e il principio di non colpevolezza è stato cancellato”.

 

A dir poco sorpreso dal numero delle intercettazioni (24 mila) anche il deputato di Azione Enrico Costa, che ricorda come queste saranno ovviamente a carico dei cittadini. Proprio su questo tema, Costa è riuscito a far approvare un emendamento al recente decreto Omnibus che impone ai pubblici ministeri di depositare agli atti dell'inchiesta il riepilogo delle spese sostenute per le intercettazioni telefoniche, ambientali o con il trojan disposte durante le indagini. “Ogni anno vengono intercettati oltre 120 mila bersagli – ricorda Costa – Ogni intercettato ha in media tra telefonate e messaggi 26 contatti al giorno, e le captazioni durano in media 50 giorni. Il conto è presto fatto: oltre 150 milioni di conversazioni intercettate ogni anno. Per un costo previsto nel 2023 di 213 milioni di euro. Un’enormità”. 

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