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Le critiche pretestuose del centrosinistra contro il nuovo Garante dei detenuti
Felice Maurizio D'Ettore, Irma Conti e Mario Serio saranno i nuovi componenti del collegio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. Il Pd li accusa di non conoscere le carceri, ma le critiche sono solo frutto di faziosità
Dopo i pareri positivi delle commissioni Giustizia di Camera e Senato, spetta ora al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nominare formalmente i nuovi componenti del collegio nazionale del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. I nomi proposti dal governo sono quelli di Felice Maurizio D’Ettore (che rivestirà il ruolo di presidente), Irma Conti e Mario Serio. La nomina è frutto di un accordo raggiunto tra i gruppi di maggioranza e il Movimento 5 stelle, che ha indicato il nome di Serio. La designazione dei nuovi componenti è stata accompagnata da una lunga scia di polemiche da parte dei partiti di opposizione e di diversi organi di stampa.
“E’ inaccettabile e intollerabile il metodo che la maggioranza e il governo hanno adottato per la designazione dei candidati al ruolo di Garante dei detenuti”, ha attaccato il Partito democratico, ricordando che “la legge istitutiva chiede che i candidati al ruolo siano indipendenti ed esperti nel campo dei diritti umani”: “I candidati scelti della maggioranza, per quanto degne persone, non hanno alcuna esperienza nel campo, e per quanto riguarda il candidato presidente non hanno neppure le caratteristiche di indipendenza necessarie”. In altre parole, come sostenuto anche da diversi giornali, il governo avrebbe scelto persone non competenti sulla materia, in primis quella carceraria.
In verità, per quanto il monitoraggio della situazione delle carceri costituisca una delle aree principali – probabilmente la più importante – di competenza del Garante, l’attività di quest’ultimo si estende anche ad altre aree come quella delle forze di polizia (camere di sicurezza e qualsiasi locale adibito alle esigenze restrittive), l’area delle persone migranti (centri di permanenza per i rimpatri, hotspot, locali di frontiera per il trattenimento delle persone migranti), l’area sanitaria (servizi psichiatrici di diagnosi e cura, residenze sanitarie assistenziali per persone anziane o con disabilità). A queste aree se ne è aggiunta recentemente una quinta, relativa ai luoghi formali di quarantena (tra cui i cosiddetti “hotel Covid 19” e navi quarantena). Materie, quest’ultime (migranti, anziani, disabili, servizi psichiatrici, luoghi di quarantena), tutte di competenza del giudice civile o amministrativo.
E’ per queste ragioni che la legge istitutiva del garante richiede che a essere scelti per il collegio del Garante siano persone che “assicurano indipendenza e competenza nelle discipline afferenti la tutela dei diritti umani”. Un riferimento, dunque, ben più ampio rispetto al settore della mera esecuzione della pena. D’altronde, la tutela dei diritti delle persone private della libertà personale chiama in causa competenze che vanno al di là della materia penale, includendo appunto anche quella civile, amministrativa, costituzionale e del diritto internazionale.
Appare, quindi, quantomeno ardita l’accusa di incompetenza rivolta ai componenti scelti dal governo: un docente di diritto civile e avvocato con esperienza trentennale (D’Ettore), un avvocato con oltre venti anni di esperienza nel settore del diritto penale (Irma Conti), un professore di diritto privato comparato dal 1994 ed ex membro laico del Csm (Mario Serio). L’accusa risulta ancora più paradossale se si considera che dal 2016 a oggi il collegio del Garante è stato costituito da Mauro Palma (presidente), laureato in matematica e fondatore dell’associazione Antigone, molto attiva nella realtà carceraria, l’avvocata penalista Emilia Rossi e la giornalista (laureata in filosofia) Daniela De Robert.
Allo stesso tempo appare fuori luogo l’accusa di mancanza di indipendenza lanciata nei confronti di D’Ettore, per il semplice fatto di essere dipendente della pubblica amministrazione (esiste l’aspettativa) e di essere stato deputato di Fratelli d’Italia nella scorsa legislatura. Con questa logica, infatti, a tutti i parlamentari andrebbe bandita la partecipazione a organismi o autorità dopo la fine del loro incarico. A dir la verità, per giunta, proprio l’esperienza maturata come parlamentare e membro della commissione Affari costituzionali sembra fornire ancora più autorevolezza al curriculum di D’Ettore.
Altre polemiche, poi, sono emerse attorno alla mancata audizione in commissione dei tre componenti proposti dal governo. “Un atto di arroganza”, è stato definito. Eppure, la legge stabilisce che a nominare il collegio sia il presidente della Repubblica, “sentite le competenti commissioni parlamentari”, dunque non fa alcuna menzione di audizioni. L’impressione è che, in fondo, la nomina del nuovo Garante non vada giù al Pd e al centrosinistra soltanto perché proveniente da un governo di centrodestra.