la bufala
Macché “bavaglio”. Ecco cosa c'è davvero nell'emendamento Costa
La norma voluta dal deputato di Azione mira a limitare lo sputtanamento mediatico delle persone soltanto indagate. I giornalisti potranno continuare a riportare il contenuto delle ordinanze di custodia cautelare. Altro che censura
Martedì sera la Camera ha dato il via libera alla norma proposta dal deputato di Azione Enrico Costa che vieta la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, cioè i provvedimenti attraverso i quali i magistrati dispongono l’arresto in carcere, i domiciliari o altre misure di limitazione della libertà degli indagati. La norma, presentata come emendamento al ddl di delegazione europea sul recepimento della direttiva europea sulla presunzione di innocenza, introduce “il divieto di pubblicazione integrale, o per estratto, dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”. Diversi quotidiani hanno riportato la notizia in modo indignato, parlando di “bavaglio” e addirittura “funerale della libertà”. In realtà, l’emendamento Costa mira a un obiettivo nobile, cioè quello di limitare lo sputtanamento mediatico delle persone soltanto indagate, e non ancora rinviate neanche a giudizio.
Le ordinanze di custodia cautelare, infatti, sono diventate nel tempo un contenitore di informative, intercettazioni e altri documenti spesso dal contenuto penalmente irrilevante, ma molto impattante sulla reputazione degli indagati e di terzi. La norma non fa che riportare le lancette dell’orologio a prima dell’approvazione nel 2017 della riforma Orlando, che rese pubblicabili le ordinanze di custodia cautelare. Non risulta che prima del 2017 i giornalisti in Italia avessero il bavaglio, e lo dimostrano le tante storie dei malcapitati passati per il tritacarne mediatico-giudiziario.
Con la nuova norma, infatti, semplicemente le ordinanze non potranno essere pubblicate in modo letterale, ma soltanto nel loro contenuto (attraverso una sintesi). Il governo dovrà ora dare attuazione alla delega contenuta nell’emendamento Costa. Se gli effetti della norma restano da verificare, la cosa certa è che non esiste alcun bavaglio contro cui il mondo dell’informazione dovrebbe battagliare.