Trecentosessantacinque giorni di gogna giudiziaria
Da Berlusconi a Fontana, da Mori a Profumo, da Tirreno Power alla loggia Ungheria. Raccolta di indagini e processi eclatanti finiti nel nulla, non prima di aver gettato nel tritacarne mediatico-giudiziario i malcapitati
Dalla “trattativa stato-mafia” al Ruby-ter, dall’ex calciatore Michele Padovano ai vertici di Monte dei Paschi di Siena, dalla loggia Ungheria ai genitori di Matteo Renzi. Anche nel 2023 sono stati numerosi i processi e le indagini crollati in sede di giudizio, spesso dopo inchieste eclatanti, arresti preventivi e sputtanamento mediatico dei malcapitati. Torna la rassegna del Foglio sui principali casi emersi nel corso dell’anno che sta per concludersi.
Gennaio
Ribaltando la sentenza di condanna in primo grado a undici anni di reclusione, la corte d’Appello di Roma assolve dall’accusa di corruzione, con formula piena “perché il fatto non sussiste”, il consigliere di stato Nicola Russo. L’inchiesta della procura di Roma aveva destato scalpore mediatico, portando nel 2019 il magistrato ai domiciliari. “Per me e la mia famiglia è la fine di un incubo, la fine di lungo, brutto sogno”, commenta Russo.
La corte d’appello di Torino assolve Michele Padovano, ex calciatore della Juventus e della Nazionale italiana, dall’accusa di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. L’ex attaccante fu arrestato nel 2006 con l’accusa di aver prestato soldi a un suo amico, ritenuto capo di un gruppo dedito al traffico internazionale di droga. In primo grado Padovano venne condannato alla pena di 8 anni e 8 mesi di reclusione, ridotti a 6 anni e 8 mesi in appello. Nel gennaio 2021 la Cassazione annullò le condanne, disponendo un nuovo giudizio d’appello, giunto a gennaio a distanza di 17 anni dall’arresto: assoluzione. A causa dell’inchiesta, Padovano trascorse tre mesi in carcere e nove mesi ai domiciliari. “Dopo 17 anni finalmente abbiamo rivisto la luce. E le assicuro che 17 anni, sapendoti innocente, sono tanti”, dichiara al Foglio.
L’imprenditore Alfredo Romeo è assolto “perché il fatto non sussiste” dal tribunale di Roma in relazione all’accusa di turbativa d’asta nell’ambito della gara Fm4 indetta da Consip. La vicenda risale al 2014 e la gara d’appalto aveva un valore di quasi 3 miliardi di euro. I giudici fanno cadere le accuse anche per gli altri undici imputati.
Febbraio
Al termine di un processo durato sei anni, il tribunale di Milano assolve Silvio Berlusconi dall’accusa di corruzione in atti giudiziari nel processo Ruby ter, insieme agli altri 28 imputati. La procura milanese accusava il leader di Forza Italia di aver pagato, a partire dal novembre 2011 e fino al 2015, circa 10 milioni di euro alle ospiti di Arcore per essere reticenti o mentire durante i processi Ruby (in cui Berlusconi è stato assolto) e Ruby bis sulle serate di villa San Martino. Per Berlusconi la procura aveva chiesto una condanna a sei anni.
Il tribunale di Palmi assolve l’ex consigliere regionale della Calabria, Domenico Creazzo, eletto nel 2020 nelle liste di Fratelli d’Italia, dall’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Creazzo venne arrestato pochi giorni dopo l’elezione, quando era ancora sindaco del piccolo comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, nell’ambito di un’inchiesta anti ’ndrangheta denominata “Eyphemos”, condotta dalla Direzione nazionale distrettuale antimafia di Reggio Calabria. A causa dell’inchiesta, Creazzo ha trascorso 17 mesi agli arresti domiciliari. Nei suoi confronti la procura aveva chiesto la condanna a 16 anni di reclusione, ma alla fine è stato assolto con la formula piena, “perché il fatto non sussiste”.
Dopo cinque anni il tribunale di Monza assolve l’ex giudice Gerardo Perillo dalle accuse di associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e bancarotta fraudolenta. A causa dell’inchiesta, Perillo subì l’onta di trascorrere 50 giorni in carcere e altri sei mesi agli arresti domiciliari. “Venni portato in manette nel tribunale dove avevo esercitato per ventotto anni. Fu un’umiliazione”, racconta al Foglio.
A distanza di dieci anni dall’inchiesta, Maurizio Bettazzi, ex presidente del Consiglio comunale di Prato, viene assolto dalle accuse di abuso d’ufficio e induzione a dare o promettere utilità. L’inchiesta provocò un terremoto politico che nel luglio 2013 indusse Bettazzi alle dimissioni dalla presidenza del Consiglio comunale. Per far sapere ai suoi concittadini l’esito del processo, Bettazzi tappezza la città di Prato di manifesti con il suo volto sorridente, nome e cognome, e una scritta a caratteri cubitali: “Assolto dopo dieci anni”.
Marzo
La Corte di Cassazione assolve in via definitiva Raffaele Lombardo, presidente della Sicilia dal 2008 al 2012, dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale. L’assoluzione arriva al termine di un lungo iter giudiziario. Lombardo era stato condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi per concorso esterno nel 2014, nell’ambito di un’inchiesta sull’assegnazione illecita di appalti in Sicilia. Nel 2017 la corte d’Appello di Catania lo aveva assolto dall’accusa di concorso esterno, ma l’aveva condannato a 2 anni per corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso. Nel 2018 la Cassazione aveva però annullato la sentenza dell’anno prima e disposto un nuovo processo di appello, che si era concluso nel gennaio del 2022 con un’assoluzione da tutte le accuse, confermata ora anche dalla Cassazione.
Il tribunale di Locri assolve da ogni accusa (insieme ad altri sei imputati), disponendone la scarcerazione, Antonio Rodà, originario della Calabria ma residente da quasi trent’anni in Toscana, nel piccolo comune di Sansepolcro (Arezzo). Ha trascorso tre anni, tre mesi e dodici giorni in custodia cautelare in carcere, accusato di far parte di un’associazione mafiosa. Al termine del processo, i pm avevano chiesto per lui una condanna a 15 anni di reclusione. “Chi mi ridarà gli anni persi?”, dice al Foglio.
Aprile
Crolla definitivamente il processo sulla cosiddetta “trattativa stato-mafia”. I giudici della sesta sezione penale della Corte di Cassazione assolvono gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno con la formula piena “per non aver commesso il fatto”. Confermata l’assoluzione anche per l’ex senatore Marcello Dell’Utri. Prescritte le posizioni dei mafiosi, Leoluca Bagarella e Antonino Cinà. “E’ una grande soddisfazione – dichiara Mori al Foglio – anche se per vent’anni sono stato sotto processo. Spero che con questa sentenza finiscano anche le ‘trombonate’ di una certa stampa e di certi altri ambienti che hanno lucrato su questa vicenda”.
La Corte d’appello di Brescia conferma le assoluzioni per tutti i trentuno imputati del processo Ubi Banca, incentrato sull’accusa di ostacolo alla vigilanza nell’ambito della fusione tra la bresciana Banca Lombarda e Piemontese e la bergamasca Banche Popolari Unite. I giudici di appello accolgono anche il ricorso degli imputati che in primo grado erano stati prosciolti per intervenuta prescrizione, assolvendoli perché il fatto non sussiste.
Due ex funzionari pubblici di Prato, Lorenzo Frasconi e Stefano Caldini, sono scagionati in appello dall’accusa di omicidio colposo plurimo per la morte di tre donne avvenuta nel 2010 in un sottopasso allagato. Il processo è durato dodici anni e mezzo. In primo grado, nel 2016, erano stati entrambi condannati. Tra la sentenza di condanna e la fissazione della prima udienza d’appello sono trascorsi sei anni di vuoto, a causa dell’ingolfamento della macchina giudiziaria.
Maggio
Il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, è assolto dal tribunale di Torino dall’accusa di finanziamento illecito. Secondo l’ipotesi accusatoria, la campagna di comunicazione per le primarie del Pd del 2017 era stata commissionata da Emiliano a una società piemontese, i cui conti poi sarebbero stati saldati da alcuni imprenditori, in cambio di presunti favori su appalti e richieste di autorizzazioni.
Diventa definitiva l’assoluzione dell’ex consigliere regionale abruzzese Ezio Stati, figura di spicco di Forza Italia, accusato di corruzione nel 2010 nell’ambito dell’assegnazione dei lavori per il post terremoto del 6 aprile 2009 all’Aquila. A causa dell’inchiesta, l’ex consigliere venne arrestato e trascorse quindici giorni in carcere e altri quindici ai domiciliari. Per dare visibilità all’assoluzione, Stati affitta uno spazio su un camion vela, con la sua fotografia e la scritta a caratteri cubitali: “Assolto dopo dodici anni, quattro mesi, tredici giorni e nove ore perché il fatto non sussiste”. La vela fa il giro della città di Avezzano. “Devo raccontare agli amici, a quelli che mi sono stati vicini e anche a quelli che non mi conoscono direttamente che io non sono un delinquente. Né io né altri membri della mia famiglia”, dichiara al Foglio Ezio Stati.
Venne definita “la casa degli orrori”. Sui giornali si parlò di “botte, insulti e ricatti nella casa di riposo”. Di maltrattamenti nei confronti di pazienti anziane. Addirittura di torture. Non era vero niente. Dopo quasi otto anni i medici e gli operatori sanitari della casa di riposo “Contessa Beretta” di Farra d’Isonzo, in provincia di Gorizia, vengono tutti assolti. Alcuni di loro finirono anche agli arresti domiciliari. Quasi otto anni per arrivare a una sentenza di primo grado, che assolve tutti e cinque gli imputati con la formula piena “perché il fatto non sussiste”. La casa di riposo, intanto, non esiste più.
Giugno
Il tribunale dei ministri di Brescia archivia le posizioni dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza, indagati nell’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della prima fase della pandemia in Val Seriana. Entrambi erano accusati di omicidio colposo ed epidemia colposa. In ventinove pagine di motivazioni, il collegio giudicante demolisce l’impianto accusatorio, che si basa anche su una perizia redatta dal microbiologo Andrea Crisanti, oggi senatore del Pd.
La Corte d’appello di Roma, riformando la sentenza di primo grado, assolve il generale Tullio Del Sette, già comandante generale dei Carabinieri, con la più ampia formula liberatoria “perché il fatto non sussiste”, dai reati di rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento. Il generale era accusato di aver messo in guardia l’allora presidente di Consip, Luigi Ferrara, circa la possibilità che l’imprenditore Romeo, interessato all’aggiudicazione di un’importante gara indetta proprio da Consip, potesse essere coinvolto in una attività investigativa.
Simone Uggetti, sindaco di Lodi del Pd tra il 2013 e il 2016, è definitivamente assolto dall’accusa di turbativa d’asta dalla corte d’Appello di Milano, in quanto “non punibile” per la “particolare tenuità del fatto”. Una precedente assoluzione in appello, nel maggio 2021, “perché il fatto non sussiste”, era stata annullata dalla Corte di Cassazione nell’aprile 2022. Il 3 maggio del 2016 Uggetti venne arrestato e sospeso dalle funzioni di sindaco. Passò 10 giorni in carcere e 25 ai domiciliari, prima di essere rimesso in libertà.
Luglio
Il tribunale dei ministri di Brescia archivia la posizione del presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, indagato per omicidio colposo ed epidemia colposa in un’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della pandemia da coronavirus. Archiviate anche le posizioni di altri undici indagati, tra cui l’ex assessore al Welfare Giulio Gallera, l’ex capo della Protezione civile Angelo Borrelli e il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. Nel provvedimento di archiviazione il tribunale dei ministri definisce l’ipotesi di omicidio colposo “una congettura priva di basi scientifiche”.
Si conclude definitivamente in Cassazione il processo per fatture false a carico dei genitori dell’ex premier Matteo Renzi. Gli “ermellini” confermano il proscioglimento di Tiziano Renzi e di sua moglie Laura Bovoli dall’accusa di aver emesso due fatture per prestazioni inesistenti. Il verdetto della Suprema corte conferma la decisione con la quale la corte d’Appello di Firenze, il 18 ottobre 2022, aveva stabilito che i due coniugi andavano assolti con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. In primo grado i genitori dell’ex premier e attuale leader di Italia viva erano stati condannati a un anno e nove mesi di reclusione ciascuno.
Al termine di un processo durato nove anni, viene assolto per non aver commesso il fatto il colonnello della Guardia di Finanza Fabio Massimo Mendella, accusato di corruzione per aver incassato somme di denaro per evitare verifiche e accertamenti fiscali tra il 2006 e il 2012, periodo in cui era in servizio a Napoli e poi a Roma dove comandava il gruppo territoriale. La corte d’Appello di Napoli ribalta la sentenza di primo grado che aveva condannato Mendella a quattro anni di reclusione. “Sono stati nove anni terribili. Mi hanno sbattuto in carcere. Sono stato sospeso dal servizio per tutta la durata del processo. Sono stato massacrato sul piano mediatico. Ho rinunciato alla prescrizione per veder riconosciuta la mia innocenza. Oggi, dopo nove anni, la sentenza dei giudici d’appello di Napoli rende finalmente giustizia”, dice Mandella al Foglio.
Agosto
Viene archiviata l’indagine del 2014 incentrata sull’accusa di associazione mafiosa nei confronti di Giulio Muttoni, noto imprenditore torinese dello spettacolo. Nel frattempo, però, la prefettura di Milano ha emesso un’interdittiva antimafia contro la principale società di Muttoni, poi rinnovata dalla prefettura di Torino, competente per territorio, determinando il fallimento dell’azienda, che fatturava circa 15 milioni di euro all’anno. Sulla vicenda dell’interdittiva antimafia si è inoltre innestato un altro filone di indagine per presunta corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze illecite che ha finito per coinvolgere anche Stefano Esposito, all’epoca senatore del Pd. Nell’ambito di questa indagine, Muttoni è stato intercettato circa 24 mila volte, di cui 500 volte con Esposito, pur essendo quest’ultimo senatore e quindi non intercettabile senza autorizzazione del Parlamento. Per queste ragioni, il Senato avanza un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale, mentre nei confronti dei magistrati protagonisti dell’inchiesta (il pm Gianfranco Colace e la gip Lucia Minutella) la procura generale della Corte di Cassazione apre un procedimento disciplinare, con l’accusa di “grave violazione di legge determinata da ignoranza o negligenza inescusabile”.
Prima archiviazione delle accuse nate contro la Juventus dall’inchiesta Prisma di Torino. Il giudice per le indagini preliminari di Bologna archivia, su richiesta della procura, il fascicolo sul presunto falso in bilancio per le modalità del trasferimento di Riccardo Orsolini dalla Juventus al Bologna. L’inchiesta era nata dopo la trasmissione degli atti da Torino alle procure interessate per verificare le posizioni dei club che hanno condiviso con la Juventus alcune operazioni di mercato ritenute sospette dai pm.
Settembre
Dopo tre anni e mezzo, la corte d’Appello di Reggio Calabria assolve l’ex senatore di Forza Italia Marco Siclari, con la formula piena “perché il fatto non sussiste”, dall’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. In primo grado era stato condannato ad addirittura cinque anni e quattro mesi di reclusione. “Nessuno potrà restituirmi ciò che mi è stato tolto, la salute, la serenità familiare e le opportunità lavorative e politiche”, confida al Foglio.
Il giudice per le indagini preliminari di Perugia, accogliendo la richiesta avanzata dalla procura del capoluogo umbro guidata da Raffaele Cantone (alla quale erano stati trasmessi gli atti da Milano), archivia l’indagine sulla loggia Ungheria, la fantomatica associazione segreta composta da magistrati, politici, generali delle Forze armate, imprenditori e persino esponenti del Vaticano, finalizzata a condizionare istituzioni e organi costituzionali. Il procedimento era nato in seguito alle dichiarazioni rilasciate dall’avvocato Piero Amara al pm di Milano Paolo Storari.
Ottobre
L’ex presidente e l’ex direttore generale di Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, sono assolti in via definitiva dalla Corte di Cassazione per le presunte irregolarità nelle operazioni di finanza strutturata Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, realizzate dalla banca tra il 2008 e il 2012. Con loro, assolti in tutto 15 imputati.
La Corte di Cassazione annulla senza rinvio la condanna per abuso d’ufficio nei confronti del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che dunque può tornare a svolgere l’incarico di primo cittadino. In seguito alla condanna in primo grado e in appello (un anno di reclusione, con pena sospesa), infatti, Falcomatà era stato sospeso dalle sue funzioni per effetto della legge Severino, insieme a sette assessori, anche loro coinvolti nella vicenda giudiziaria. Il processo era nato da un’inchiesta su presunte irregolarità nelle procedure di affidamento a un’associazione del Grand Hotel Miramare.
Crolla in appello il processo contro l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, sulla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti. I giudici della corte d’Appello di Reggio Calabria, infatti, lo condannano a un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa, contro la richiesta della procura generale di 10 anni e 5 mesi e stravolgendo la sentenza di primo grado del tribunale di Locri che gli aveva inflitto addirittura una pena di 13 anni e 2 mesi. Alla base, una sfilza di accuse: associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio. I reati più gravi sono tutti caduti in appello, mentre è rimasta in piedi solo un’accusa di falso. La Corte inoltre assolve altri sedici imputati, anche loro giudicati colpevoli in primo grado.
Dopo oltre quindici anni, Fabio Sturani, sindaco di Ancona dal 2001 al 2009, viene scagionato da ogni accusa in una vicenda giudiziaria che lo ha visto sostenere sette procedimenti giudiziari a partire dal 2008. Sturani venne accusato di corruzione in relazione all’acquisizione nel 2001 di un’area al porto di Ancona in cui destinare lo stoccaggio dei rifiuti. L’avviso di garanzia spinse Sturani alle dimissioni. Nacquero due procedimenti sul piano penale: uno per corruzione e concussione, uno per tentata truffa. In entrambi, Sturani è poi stato assolto in via definitiva. La vicenda ha fatto scaturire anche un procedimento alla Corte dei conti per un presunto danno erariale e un altro in sede civile, anche questi terminati in un nulla di fatto.
Crolla davanti al giudice delle indagini preliminari di Milano la maxi indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia milanese incentrata sulla presunta esistenza di un “sistema mafioso lombardo”, cioè di una grande cupola mafiosa in Lombardia basata su un’alleanza tra le tre principali organizzazioni criminali del nostro paese: ’ndrangheta, Cosa nostra e camorra. Il gip boccia l’ipotesi avanzata dalla procura guidata da Marcello Viola, accogliendo soltanto 11 richieste di misure cautelari su 153 ed escludendo la sussistenza del reato di associazione mafiosa.
A nove anni e sette mesi dal sequestro dei gruppi a carbone della centrale, e dopo quattro anni e otto mesi dall’avvio del processo, arriva la sentenza di primo grado del processo a Tirreno Power per la centrale di Vado, con l’assoluzione piena di tutti i 26 imputati, “perché il fatto non sussiste”. Gli amministratori e i dirigenti dell’azienda erano imputati di disastro ambientale e sanitario colposo. Oggi l’impianto è chiuso e smantellato, con la perdita di circa 1.000 posti di lavoro fra occupati diretti, indotto e danni economici rilevanti.
A distanza di quattro anni e mezzo dagli arresti, arriva la sentenza di primo grado del maxi processo “Mensa dei Poveri” per un presunto giro di tangenti tra politici e imprenditori. Verdetto: 51 assolti su 62 imputati. Tra questi, l’ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella, che a causa dell’inchiesta finì in carcere per quattro mesi con 46 giorni di isolamento, e l’ex consigliere regionale lombardo Fabio Altitonante, che finì ai domiciliari.
Novembre
Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei deputati, è assolto dal tribunale di Torino dall’accusa di falso elettorale. I fatti si riferivano al presunto illecito avvenuto nel 2020 alle elezioni comunali di Moncalieri, quando il nome del candidato del Carroccio Stefano Zacà, ex di Forza Italia, venne cancellato dalla lista Lega Salvini Piemonte poco prima della consegna delle liste all’ufficio elettorale. Il pubblico ministero (Gianfranco Colace, lo stesso del caso Muttoni-Esposito) aveva chiesto per Molinari una condanna a otto mesi di reclusione.
Crolla in appello con 26 assoluzioni la parte più importante del processo “Stige”, lanciato da Nicola Gratteri quando era alla guida della procura di Catanzaro: assolti i politici e gli imprenditori accusati di mafia. Gratteri la definì “la più grande operazione degli ultimi 23 anni” e “un’indagine da portare nelle scuole di polizia giudiziaria e in quella della magistratura”. Pochi giorni prima viene confermata in appello l’assoluzione di Domenico Tallini, ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso nell’ambito dell’inchiesta “Farmabusiness”, condotta nel novembre 2020 dalla Dda di Catanzaro guidata sempre da Gratteri. Termina, inoltre, il maxi processo di primo grado denominato “Rinascita-Scott”, con 207 condanne e 131 assoluzioni. In altre parole, vengono assolti il 40 per cento degli imputati, in attesa dei successivi gradi di giudizio.
Il gup del Tribunale di Reggio Calabria, Giovanna Sergi, assolve “perché il fatto non sussiste” l’ex sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, dall’accusa di falso in bilancio. Con Arena, sono assolti con la stessa formula altri sei imputati.
Dicembre
Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex vertici di Monte dei Paschi di Siena, e Paolo Salvadori, allora presidente del collegio sindacale, sono assolti in appello a Milano, assieme alla banca, nel processo per falso in bilancio e aggiotaggio sul filone delle indagini che riguarda la contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria. Il tribunale aveva condannato i primi due a 6 anni, il terzo a 3 anni e mezzo di reclusione e la banca a 800 mila euro di sanzione pecuniaria. La decisione dei giudici arriva dopo la conferma della Cassazione delle assoluzioni di tutti gli imputati nel procedimento “madre” sul caso dell’istituto di credito.
Dopo oltre 6 anni il tribunale di Venezia archivia la maxi indagine su presunti concorsi truccati per l’abilitazione nazionale a carico di 44 professori e ricercatori di Diritto tributario di tutta Italia. L’indagine venne lanciata dalla procura di Firenze nel settembre 2017 ed ebbe grande risalto sugli organi di informazione: sette docenti finirono agli arresti domiciliari, altri 22 furono interdetti dall’insegnamento per un anno. Fu coinvolto anche l’ex ministro Augusto Fantozzi, poi morto nel 2019.
Ribaltando la condanna all’ergastolo inflitta in primo grado, la corte d’Assise d’appello di Ancona assolve Leopoldo Wick, infermiere ascolano di 60 anni accusato di otto omicidi volontari e quattro tentati omicidi nei confronti di anziani ospiti di una Rsa, attraverso l’indebita somministrazione di farmaci. Wick viene scarcerato dopo oltre due anni e mezzo di detenzione.