L'intervista
"Il 2024 sarà un anno di svolta per la magistratura tributaria". Parla Carolina Lussana (Cpgt)
Con il nuovo anno sarà bandito il primo concorso per il reclutamento di magistrati tributari professionali. "Questo inciderà molto sulla riduzione del contenzioso", dice la presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria
Con il nuovo anno sarà bandito il primo concorso della storia italiana per il reclutamento di magistrati tributari professionali. Prima della riforma, approvata nell’agosto 2022, i magistrati tributari (per le cui mani passa ogni anno un contenzioso di circa 36 miliardi di euro) erano infatti figure onorarie che lavoravano a mezzo servizio: magistrati di altre giurisdizioni o professionisti privati. La riforma prevede il reclutamento complessivo, attraverso concorsi banditi con cadenza annuale fino al 2030, di 576 nuovi magistrati tributari specializzati che saranno occupati a tempo pieno presso le sedi che saranno a loro assegnate. Al concorso potranno partecipare anche i laureati in economia.
Fino al compimento del percorso di reclutamento dei giudici tributari professionali continueranno a operare i giudici onorari (togati e non) attualmente operativi presso le corti di giustizia tributaria. Insomma, una trasformazione epocale per la magistratura tributaria. “La riforma va nella direzione dell’introduzione del giudice professionale, che dovrà essere altamente qualificato, formato e a tempo pieno. Questo inciderà molto sulla riduzione del contenzioso”, dichiara al Foglio Carolina Lussana, da novembre nuova presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), cioè il Csm dei magistrati tributari. “Dico questo – aggiunge – senza voler mortificare le professionalità che finora hanno ben operato all’interno del sistema della giustizia tributaria, nonostante la scarsità di risorse economiche e di mezzi e che merita forme di valorizzazione”.
Lo scorso 16 novembre, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che modifica la disciplina e l’organizzazione del contenzioso tributario, prevedendo soprattutto “l’ampliamento e il potenziamento dell’informatizzazione della giustizia tributaria tramite la semplificazione della normativa processuale funzionale alla completa digitalizzazione del processo tributario”. “Penso che l’intenzione del governo sia quella di creare un nuovo rapporto tra fisco e contribuente, improntato maggiormente sulla fiducia – afferma la presidente Lussana – In questo contesto, il magistrato tributario avrà un ruolo fondamentale. Quindi ben vengano tutte le iniziative che volgono alla modernizzazione delle corti”. “L’introduzione del processo telematico tributario è stata un’innovazione importante e accolta positivamente. Tuttavia – aggiunge Lussana – occorre verificare se ci sono adeguati mezzi poi per realizzare le udienze a distanza senza problemi di collegamento. Nostro impegno sarà dare attenzione al territorio e verificare se c’è una corrispondenza tra i giusti principi enunciati e i mezzi a disposizione. Inoltre l’utilizzo delle tecnologie non deve mai andare a discapito del diritto di difesa, ricordando che l’udienza delle parti in presenza, in determinate circostanze, resta fondamentale, come sottolineato dal mondo dell’avvocatura”.
La riforma del 2022 non ha cancellato i legami di dipendenza esistenti tra i giudici tributari e il ministero dell’Economia e delle Finanze: i primi continueranno a dipendere e a essere retribuiti direttamente dal secondo, cioè una delle parti in causa nei contenziosi tributari. Questo collegamento solleva ovvi interrogativi circa la condizione di terzietà e di autonomia dei giudici. “Questa tematica è sentita – ammette Lussana –. Sicuramente è interesse del cittadino confrontarsi con un giudice tributario che sia assolutamente indipendente. Affinché ciò avvenga occorre rafforzare i poteri e le prerogative del Cpgt, in modo che faccia da filtro tra i magistrati e il Mef, e garantire strumenti processuali che assicurino un reale contraddittorio e l’assoluta parità tra le parti, esigenza che è stata rafforzata nelle recenti modifiche legislative”. “Nella direzione assunta dal governo di un nuovo patto tra stato e contribuente, sono certa che la magistratura tributaria interpreterà al meglio il suo ruolo di assoluta terzietà e garanzia, all’altezza delle aspettative che la società, il mondo delle imprese e i cittadini tutti le richiedono”, conclude Lussana.