la sentenza
Il Tar del Lazio bastona il comune di Piombino sul rigassificatore
I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso del comune contro l'installazione della nave rigassificatrice, condannandolo al pagamento delle spese processuali per un totale di 90 mila euro. Rispettate tutte le procedure previste dalla legge
Per una volta la giustizia amministrativa non si fa megafono delle ideologie pseudo-ambientaliste e anti sviluppiste. Il tribunale amministrativo regionale del Lazio, infatti, ha respinto il ricorso del comune di Piombino contro l’installazione del rigassificatore nel porto della città. La nave rigassificatrice “Golar Tundra”, di proprietà di Snam, è attiva dalla scorsa estate e da allora ha immesso nella rete nazionale circa un miliardo di metri cubi di gas. I giudici amministrativi hanno bocciato il ricorso del comune, condannandolo al pagamento delle spese legali in favore del commissario straordinario di governo per la realizzazione dell’opera (il governatore Eugenio Giani), la regione Toscana e la Snam stessa, per un totale di 90 mila euro. Non solo. Il Tar ha condannato al pagamento delle spese (15 mila euro) anche Unione sindacale di base (Usb), Wwf e Greenpeace, che avevano spontaneamente affiancato il ricorso del comune.
Il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia, ha parlato di “sentenza punitiva nei confronti di un comune che ha avuto la sola colpa di difendere la propria città”. In verità, il Tar del Lazio nella sua lunghissima sentenza (oltre 200 pagine) smonta punto per punto le contestazioni avanzate dall’amministrazione comunale contro l’installazione del rigassificatore.
Basta riportare quanto sottolineato dai giudici nelle conclusioni: “Risulta evidente che nella fattispecie in scrutinio l’azione amministrativa del commissario e delle varie istituzioni coinvolte si è esplicata in modo corretto e conforme alla legittimità procedurale e sostanziale nell’ambito di procedimenti: i) articolati e complessi, che hanno visto il coinvolgimento di numerosi soggetti, ciascuno dei quali ha avuto modo di dare il suo apporto e di essere adeguatamente ascoltato; ii) caratterizzati da valutazioni tecnicamente complesse, assunte in modo immune da mende; iii) sfociati nella realizzazione, sostanzialmente in linea con la tempistica pianificata, di un progetto di rilevanza strategica per la politica energetica del Paese e quindi per gli interessi degli italiani. E tanto in considerazione del perdurare della guerra Ucraino-Russa, della costante e impellente necessità per l’Italia di rendersi sempre più indipendente dalla Russia e del rilievo per cui il terminale di Piombino copre oggi circa il 20 per cento della capacità di rigassificazione italiana”.
Tradotto: non solo nel corso della procedura autorizzativa sono stati ascoltati tutti gli enti competenti (in particolare quelli preposti alla tutela dell’ambiente e della salute, come Ispra, Arpat e Asl), ma l’installazione del rigassificatore ha confermato il suo valore strategico per gli interessi energetici del paese.
Nella sentenza il Tar spiega anche la ragione alla base della condanna del comune al pagamento delle spese legali (definita “assolutamente ingiustificata” dal sindaco Ferrari): la violazione delle regole e dei princìpi basilari che disciplinano la redazione degli atti di impugnazione di un provvedimento amministrativo. I legali del comune hanno infatti inondato i giudici amministrativi con una montagna di ricorsi, senza rispettare i canoni redazionali e di sinteticità richiesti dalla legge. A pagare le spese, però, alla fine saranno i cittadini.
L’intervento a sostegno del comune da parte del sindacato Usb è invece stato dichiarato inammissibile perché non si poneva a tutela “di un interesse comune e omogeneo di tutti i soggetti rappresentati dall’Usb”, ma soltanto dei lavoratori che sarebbero stati colpiti dall’utilizzo della banchina nord del porto. In altre parole, anche in questo caso un’opposizione temeraria sul piano giudiziario.
“Ho vissuto una sensazione di orgoglio per me e per tutti coloro che hanno lavorato per poter creare le condizioni perché il rigassificatore di Piombino fosse collocato in piena correttezza e trasparenza, con l’ascolto di tutti coloro che volevano esprimere un’opinione”, ha dichiarato ieri il presidente della Toscana, Eugenio Giani, commentando la sentenza. “Alla fine del primo anno di esercizio, a settembre, da Snam mi dicevano che calcolano che il rigassificatore porterà 4 miliardi di metri cubi di gas in tutta Italia, pari al 7 per cento del fabbisogno italiano. Se oggi noi vediamo rallentare l’inflazione, con l’abbassamento del prezzo dell’energia, è anche grazie al ruolo di Piombino”, ha aggiunto.