il verdetto
L'ottimo schiaffo del Tar del Lazio al Pitesai
Il tribunale del Lazio boccia il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee voluto dal M5s per le politiche energetiche
Tutto da rifare sui giacimenti nazionali di metano e petrolio. Il Tar del Lazio ha annullato il “Pitesai”, sigla ipocrita di Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, cioè la normativa nimby voluta dai Cinquestelle ai tempi del governo Conte Uno per bloccare ogni sfruttamento delle riserve italiane. Il Pitesai è una specie di piano regolatore dalla vincolistica assoluta ed è entrato in vigore nell’autunno 2021 con il governo Draghi. Tolto il filo spinato, le compagnie petrolifere ora libere devono ancora capire come muoversi nel minestrone normativo precedente cui fare riferimento. È possibile che il governo o il ministero dell’Ambiente facciano ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Lazio, oppure che venga avviato un lavoro di riassetto e semplificazione normativa che razionalizzi le regole stratificate da decenni di spinte contrapposte e di governi di diverso colore. La speranza delle compagnie è poter cercare con le tecnologie attuali i giacimenti nuovi dopo vent’anni di blocco e poter investire sui pozzi esistenti per non far prosciugare la produzione degli sfiatati giacimenti nazionali.
Nei primi 11 mesi del 2023 (ultimo dato ufficiale disponibile) l’Italia ha estratto appena 2,7 miliardi di metri cubi di metano (-9,5%) e sta importando via nave il gas liquefatto di origine “shale” prodotto negli Usa. Non è un toccasana climatico. Nel dettaglio, è stata pubblicata lunedì la sentenza emessa il 23 gennaio dalla sezione seconda-ter del Tar del Lazio sul ricorso proposto dalla compagnia petrolifera privata Gas Plus e dalla sua controllata Padana Energia contro il Pitesai, ricorso sostenuto da tutta l’industria dei giacimenti. Il Tar “accoglie in parte e nei sensi di cui in motivazione il ricorso introduttivo e, per l’effetto, annulla il Pitesai”, è scritto nel dispositivo della sentenza; inoltre “accoglie i secondi motivi aggiunti e, per l’effetto, annulla i provvedimenti impugnati”. Disastro? Tutt’altro: dare un calcio al Pitesai potrebbe aiutare la politica energetica a essere più efficiente e meno ipocrita.