i danni del populismo penale
Anche le carceri minorili esplodono di detenuti. Inchiesta
A gennaio erano 516 le persone recluse negli istituti penali per minorenni, un record storico. Anche il sistema carcerario minorile, oltre a quello per gli adulti, sta quindi collassando. E a pesare sono anche le misure introdotte col decreto Caivano
C’è un dato, scovato dal Foglio tra le statistiche periodiche pubblicate dal ministero della Giustizia, che fornisce la prova definitiva dell’emergenza storica vissuta dal sistema carcerario italiano. Il dato è 516: è il numero dei ragazzi e delle ragazze reclusi negli istituti penali per minorenni (Ipm) al 31 gennaio 2024. Si tratta del numero più alto mai registrato prima d’ora, cioè da quando dal 2006 sul sito di Via Arenula vengono diffuse le statistiche sulla giustizia minorile. Un anno fa i minorenni e i giovani adulti (18-24 anni) reclusi negli Ipm erano 385, circa un terzo in meno. Dal 2006 a oggi il numero è sempre oscillato tra 300 e 450, con alcuni picchi nel 2009 (503) e nel 2012 (508). Siamo quindi di fronte a un record storico. In altre parole, oltre al sistema carcerario ordinario (quello per gli adulti), anche il sistema carcerario minorile sta collassando.
Gli Ipm attivi in Italia sono diciassette: si va da quello di Cagliari che ospita otto ragazzi a quello di Milano che ne ospita 71. Proprio l’istituto milanese ha fatto registrare l’aumento più evidente rispetto a un anno fa, quando le presenze erano soltanto 25. Nel complesso, sempre rispetto a un anno fa, emerge un aumento consistente soprattutto del numero di detenuti rientrante nella fascia 16-17 anni, passati da 164 a 273. Non a caso, se nel gennaio 2023 il numero dei detenuti presenti negli Ipm si divideva in maniera quasi paritaria tra minorenni (193) e giovani adulti (192), oggi i primi sono molto di più dei secondi: 309 contro 207. Non solo: circa la metà dei minorenni detenuti (151) è ancora in attesa di primo giudizio.
I numeri sono significativi soprattutto perché confermano quanto denunciato negli ultimi mesi dagli operatori che lavorano nel circuito penitenziario minorile, vale a dire condizioni di detenzione sempre più intollerabili e ai limiti, se non oltre, della civiltà. In modo simile a quanto avviene nel contesto carcerario per adulti, che attualmente ospita 60 mila detenuti a fronte di una capienza di 51 mila posti, con un numero record di suicidi: addirittura diciannove da inizio anno.
La cronaca è purtroppo impietosa. Proprio una settimana fa, nell’istituto penitenziario minorile di Airola, a Benevento, due giovani detenuti nordafricani, in isolamento per scabbia, hanno distrutto la propria cella e aggredito tre agenti penitenziari, per poi compiere atti di autolesionismo. La vicenda è stata oggetto di una denuncia di Donato Capece, segretario generale del Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, secondo cui “va fatta, inevitabilmente, un’attenta analisi di quanto sta accadendo, nella giustizia minorile”: “Da molto, troppo tempo – ha detto – arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile: Catania, Acireale, Beccaria, Torino, Treviso, Bologna, Casal del Marmo a Roma, Nisida, Bologna, Airola… abbiamo registrato e continuiamo a registrare, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia”. Per questo motivo il leader del Sappe ha fatto appello al sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che tra le sue deleghe ministeriali ha quella riservata alla trattazione degli affari di competenza del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, affinché il tema degli istituti di pena per minorenni sia affrontato con strumenti e approcci adeguati ai tempi.
In realtà, pur essendo ancora presto per stabilire nessi di causalità, è possibile ipotizzare che a favorire l’aumento della popolazione carceraria minorile siano state anche le misure contenute nel decreto legge Caivano, adottato dal governo lo scorso settembre sull’onda dell’indignazione generata dal caso delle violenze ai danni di due bambine da parte di un gruppo di ragazzi, in gran parte minori. Il provvedimento, infatti, ha esteso la possibilità per la magistratura di adottare misure cautelari in carcere per i minori, da un lato reintroducendo il pericolo di fuga tra le esigenze cautelari, dall’altro lato aumentando i reati per i quali è applicabile la carcerazione preventiva.
Insomma, anche il populismo penale del governo in materia di giustizia potrebbe aver contribuito all’esplosione degli istituti penali per minorenni.
L'editoriale del direttore