l'intervista

“Bene l'introduzione dei test per le toghe”. Parla l'ex ministro Nitto Palma

Ermes Antonucci

"I test non sono un attacco all'immagine del magistrato, ma una tutela per il cittadino", dice l'ex ministro della Giustizia, che auspica una valutazione effettiva dell'attività dei pm: "Lei si farebbe operare da un medico che ha sbagliato 80 interventi su 100?"

Sono favorevole ai test psicoattitudinali per l’accesso in magistratura. Non credo che si possa dire che si tratta di un attacco all’immagine del magistrato. E’ semplicemente una cautela rispetto a una professione che incide direttamente sulla vita delle persone. Io posso essere un genio del diritto, ma se non sto a posto con la testa non sarò mai un buon magistrato”. Lo dichiara al Foglio Nitto Palma, ex magistrato ed ex ministro della Giustizia nel quarto governo Berlusconi. Proprio ieri sera, sfidando l’Associazione nazionale magistrati che aveva già annunciato battaglia, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo predisposto dal ministro Nordio che introduce i test psicoattitudinali per le toghe.

 

“Cinquant’anni fa feci il concorso per il commissario di pubblica sicurezza – racconta Palma –. Tra gli scritti e gli orali venni sottoposto, come tutti gli altri candidati, ai test psicoattitudinali. Non mi sentii per nulla offeso. Ritenevo che fosse una cosa corretta, perché il lavoro che si sarebbe dovuti andare a svolgere in caso di vittoria del concorso era molto delicato, destinato a incidere sulla vita delle persone. Ritengo che anche per l’entrata in magistratura il test psicoattitudinale, collocato prima degli esami orali e non dopo, sarebbe una cosa positiva, a garanzia dei cittadini”. 

 

L’altro tema al centro dei decreti legislativi approvati dal governo è la valutazione della professionalità dei magistrati. In molti casi si è assistito a centinaia di arresti poi annullati dal tribunale del Riesame, così come a lunghi processi poi conclusi con la piena assoluzione degli imputati. Eppure il 99,6 per cento delle valutazioni di professionalità delle toghe ha esito positivo. “I magistrati risultano tutti dei geni. Tutto ciò, poiché sotto il profilo statistico non può corrispondere al vero, dimostra in maniera inequivocabile che il sistema di valutazione dei magistrati attuato fino a oggi è errato”, dice Palma, che spiega: “La valutazione del pubblico ministero è forse la cosa più semplice. Se il pubblico ministero Tizio fa cento indagini e ottiene il 98 per cento di condanne, mentre il pubblico ministero Caio ne ottiene solo il 10 per cento, possiamo tranquillamente dire che Tizio è più bravo di Caio. Non perché lo diciamo noi, ma perché lo hanno detto i giudici, che nei vari gradi di giudizio hanno confermato la linea investigativa del pm”.

 

“Ritengo auspicabile quindi – prosegue Palma – immaginare un sistema che possa consentire un controllo dell’attività del pubblico ministero. Il pm o lo sai fare o non lo sai fare. Tutto qua. Anche in questo caso, il beneficiario della situazione è il cittadino. Lei si farebbe operare di appendicite da un medico che ha sbagliato 80 interventi su 100?”. 

 

“Per i giudici il discorso è molto più complesso”, dichiara l’ex Guardasigilli. “Non è pensabile effettuare una valutazione sulla base dei risultati, cioè su quante sentenze di condanna sono state confermate o meno. Si pensi solo ai giudici collegiali: come valutarli?”, si chiede Palma. “Sul piano ordinamentale la valutazione dell’errore è già prevista attraverso le sentenze dei giudici d’appello e poi della Cassazione”. 

 

Altro tema caldo riguarda i criteri con cui il Csm conferisce gli incarichi direttivi e semidirettivi negli uffici giudiziari. “Queste nomine dovrebbero basarsi sulla valutazione della vita professionale del magistrato. Sappiamo benissimo che nella pratica non è così e le procedure subiscono l’influenza delle correnti”, dice Palma. “Nella magistratura amministrativa il conferimento degli incarichi direttivi avviene sulla base del criterio dell’anzianità senza demerito. Se si adottasse questo criterio nella magistratura ordinaria, il peso delle correnti sarebbe nullo”, spiega.

 

Ma per l’ex ministro Palma, il sistema di valutazione delle toghe è solo uno dei tanti aspetti da riformare: “Qui si tratta di ricondurre a ragione una categoria che mi sembra che negli ultimi venti-trent'anni abbia esondato dalle proprie attribuzioni. Parlare di politicizzazione in senso lato della magistratura non è una bestemmia. Insomma, se si volesse cambiare veramente il sistema, la riforma della magistratura dovrebbe essere molto più radicale”. 

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]