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Il caso Pisicchio va all'Antimafia: Emiliano sapeva del suo arresto prima di rimuoverlo? Cronistoria
Alfonso Pisicchio è stato sostituito alla guida dell’Agenzia regionale Arti poche ore prima che venisse arrestato per truffa e corruzione. A meno di non voler trattare tutti come fessi, il sospetto resta: che Emiliano abbia saputo dell’arresto in anticipo, in violazione del segreto, cioè della legge
Il centrodestra chiederà alla commissione Antimafia di approfondire la particolare tempistica con cui l’ex consigliere regionale pugliese (e fedelissimo del governatore Emiliano), Alfonso Pisicchio, è stato sostituito alla guida dell’Agenzia regionale Arti poche ore prima che, mercoledì sera, venisse arrestato per truffa e corruzione. Lo riferiscono diversi parlamentari al Foglio, sospettando una palese fuga di notizie dalla procura di Bari. E’ probabile che la questione sarà sollevata direttamente a Emiliano (ex pm di Bari) quando sarà ascoltato in Antimafia sull’ondata di iniziative giudiziarie che stanno riguardando Bari e la Puglia. La ricostruzione del caso Pisicchio va oltre ogni immaginazione.
Ricapitoliamo, cronologicamente, ciò che è avvenuto mercoledì.
Alle ore 14 il presidente Emiliano firma una delibera della giunta regionale che stabilisce la rimozione di Alfonso Pisicchio dall’incarico di commissario straordinario dell’Arti, l’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione, dopo soltanto tre mesi dalla nomina. La delibera motiva la scelta con la necessità di “accelerare il percorso di riforma dell’Agenzia”, e prevede l’affidamento dell’incarico commissariale al dirigente Cosimo Elefante, responsabile della transizione digitale. Nella delibera non si fa alcun cenno a presunte dimissioni da parte di Pisicchio.
Alle ore 18, quando ormai il suo incarico all’Arti è già stato revocato, Pisicchio comunica con una lettera rivolta al presidente Emiliano e alla giunta le proprie dimissioni dalla carica di commissario straordinario, con motivazioni a dir poco singolari se si considera il poco tempo trascorso dalla nomina: “Tale decisione, che avevo da tempo maturato, dipende innanzitutto dal compimento di fatto del mio incarico di commissario straordinario, volto sin dall’inizio a predisporre le modifiche statutarie necessarie all’iter di istituzione della nuova agenzia, ai fini dell’integrazione delle attuali competenze con quelle relative all’innovazione tecnologica”, afferma Pisicchio, aggiungendo la volontà di dedicarsi a tempo pieno alla sua professione di docente all’Accademia di Belle arti di Bari.
I consiglieri regionali di Forza Italia restano sorpresi e chiedono chiarimenti a Emiliano: “In questa regione senza pace, abbiamo appreso con molto stupore delle dimissioni di Alfonso Pisicchio dalla guida dell’Arti, l’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione. Siamo stupiti e sorpresi perché è quantomeno insolito che qualcuno faccia un passo indietro a poche settimane dalla nomina per il prestigioso incarico”.
Alle ore 20.30 Alfonso Pisicchio e suo fratello Enzo vengono posti agli arresti domiciliari su richiesta della procura di Bari, nell’ambito di un’inchiesta per truffa e corruzione. Il deputato di Forza Italia, Mauro D’Attis, vicepresidente della commissione Antimafia, nota subito la particolare tempistica: “Oggi pomeriggio Michele Emiliano ha commissariato Alfonso Pisicchio, che guidava l’Arti. Dopo poche ore, Pisicchio viene arrestato per corruzione. A pensar male si fa peccato, ma è evidente che Emiliano sapesse ciò che stava per accadere. Ergo, qualcuno lo ha avvisato. E questa è una cosa gravissima”.
L’ipotesi più probabile è che la rimozione dalla guida dell’Arti servisse proprio a rendere insussistenti le esigenze cautelari alla base degli arresti domiciliari. Non a caso, nell’ordinanza di custodia cautelare, predisposta in precedenza, il gip fa riferimento all’“attualità e concretezza del pericolo di reiterazione del reato a carico di Alfonso Pisicchio anche in ragione del ruolo recentemente rivestito all’interno dell’ente regionale Arti”. La rimozione dal ruolo, tuttavia, non è bastata a salvare Pisicchio. Il giudice delle indagini preliminari, infatti, giustifica l’attualità delle esigenze di custodia cautelare affermando che Pisicchio, “anche se non più assessore regionale, è ancora politicamente attivo, così come sono politicamente attive le associazioni politico culturali in cui riveste il ruolo di coordinatore (Iniziativa Democratica e Senso Civico)”.
Ieri, alle ore 12.30, Emiliano comunica: “La nomina è stata effettuata sulla base del fatto che il prof. Pisicchio aveva dato assicurazioni che le indagini a suo carico erano state chiuse con archiviazione. Nel momento in cui è stato richiesto allo stesso prof. Pisicchio di dare riscontro fattuale a queste sue assicurazioni, lo stesso non è stato in grado di dare tali riscontri. Per questa ragione in data di ieri ho proposto alla giunta di sostituirlo con un dirigente della Regione Puglia”.
Insomma, alla farsa delle (finte) dimissioni se ne sostituisce un’altra, che vedrebbe Emiliano controllare casualmente lo stato delle indagini a carico di Pisicchio poche ore prima del suo arresto. Una vera fortuna, direbbe qualcuno. Ma a meno di non voler trattare tutti come fessi, il sospetto resta: che Emiliano abbia saputo dell’arresto di Pisicchio in anticipo, in violazione del segreto, cioè della legge.