la resistenza
Toti sfida le toghe: non si dimette e vuole incontrare i politici
Il governatore ligure "non ha alcuna intenzione di dimettersi". Anzi, ha chiesto al tribunale di poter incontrare, di persona o in collegamento video, alcuni esponenti politici locali che rappresentano la maggioranza in consiglio regionale. Parla l'avvocato Savi, suo legale
"Toti non ha alcuna intenzione di dimettersi, né di discutere di questa ipotesi con i partiti che sostengono la sua giunta in Liguria”. Al contrario, pur essendo sospeso dalla carica di governatore, in quanto ai domiciliari con l’accusa di corruzione, “intende esercitare a pieno la sua funzione di leader politico, che ha ricevuto un preciso mandato dagli elettori”. L’avvocato Stefano Savi, legale di Toti, spiega al Foglio le prossime mosse del governatore ligure, agli arresti domiciliari dallo scorso 7 maggio. La magistratura genovese, dopo averlo inquisito e arrestato, si aspettava che Toti si dimettesse, sotto il peso delle puntuali pressioni mediatico-giudiziarie e politiche. Toti invece ha deciso di resistere. Anche ora che, superate le elezioni europee, la gip di Genova ha respinto la richiesta di revoca dei domiciliari. Tramite il suo legale, il governatore ha infatti chiesto al tribunale di poter incontrare, di persona o in collegamento video, alcuni esponenti politici locali che rappresentano la maggioranza in consiglio regionale.
Si tratta di cinque o sei nomi, e tra questi dovrebbe esserci anche il presidente ad interim della regione Liguria, Alessandro Piana. Poiché Toti ha un ruolo anche nazionale, non si esclude che in un secondo momento possa essere richiesto anche un incontro con qualche esponente del suo partito di riferimento, Noi moderati. “Una persona può essere sospesa dalla carica di governatore, ma nessuno può impedirle di esercitare il suo ruolo di leader politico”, spiega Savi. Ovviamente gli incontri avrebbero come oggetto di discussione non le questioni amministrative, ma la definizione con gli alleati della linea politica che la giunta dovrebbe tenere nel prossimo futuro. Insomma, Toti è stato sospeso dalla presidenza, ma pm e giudici non possono pensare di cancellarlo dalla scena politica.
Intanto fanno ancora discutere le motivazioni con cui la gip di Genova, Paola Faggioni, ha respinto la richiesta di revoca dei domiciliari per Toti. Dopo aver legato inizialmente la misura cautelare al rischio di reiterazione del reato in occasione delle elezioni europee, la gip ha ora confermato i domiciliari sostenendo che Toti potrebbe comunque reiterare le condotte contestategli addirittura in vista delle elezioni regionali del 2025. “Toti ha sempre raccolto finanziamenti in maniera lecita, non c’è un euro in nero. E non c’era nessuna pressione da parte dei finanziatori”, ribadisce l’avvocato Savi, secondo cui in questa maniera “si finisce per criminalizzare tutta l’attività politica, anche se alla fine non si è scoperto nulla”: “E’ vero che la carica politica dà la possibilità di accedere a determinati uffici, in virtù dei quali è possibile commettere reati, ma non è vero che la carica sia presunzione di pericolosità. Per emettere una misura cautelare è necessario che il giudice individui degli elementi attuali e concreti che dimostrano l’alta probabilità della commissione del reato. Ma qui non c’è niente”.
In effetti, per indicare il rischio di reiterazione del reato, la gip fa riferimento a una cena elettorale organizzata da Toti lo scorso 4 aprile. Un incontro svoltosi alla luce del sole, aperto a stampa e televisioni. “A questo punto io non so chi in Italia possa più continuare a voler fare politica, perché se tocchi un euro finisci in galera”, commenta Savi.
Altrettanto discutibile il secondo motivo usato dalla gip per confermare i domiciliari: Toti potrebbe inquinare il quadro probatorio, perché “le indagini sono in pieno svolgimento”. Tutto ciò dopo ben quattro anni di indagini e una montagna di intercettazioni realizzate. “L’indagine sembra non finire mai. Credo che adesso rimangano da sentire i funzionari regionali, ma quelli che possono essere di interesse saranno due o tre, quindi se il problema è quello nel giro di pochi giorni finisce di esistere”, dice Savi.
Toti non ha intenzione di arrendersi anche sul piano giudiziario. “A breve depositeremo la richiesta di attenuazione della misura cautelare al Riesame, se il responso dovesse essere negativo andremo in Cassazione”, conclude Savi.