l'intervista
“Contro Toti metodi da Tangentopoli”. Parla Bertolini, consigliera laica del Csm
"Sembra di essere tornati a Mani pulite: finché l’indagato non dice quello che i magistrati vogliono sentirsi dire non torna in libertà", dice Bertolini, laica del Csm, che con la collega Eccher ha chiesto l'apertura di un procedimento disciplinare contro i giudici del Riesame: "Irrisione nei confronti di Toti". Lo scontro con l'Anm
“Sul caso Toti sembra di assistere a un ritorno a Tangentopoli: finché l’indagato non dice quello che i magistrati vogliono sentirsi dire non torna in libertà. E’ vero che lui è ai domiciliari, e non in carcere, però sembra molto che tutti si aspettino le sue dimissioni. Toti ha già dichiarato che non si ricandiderà, grandi prove non stanno neanche emergendo, mi sembra quindi che ci sia una volontà un po’ persecutoria”. A parlare, intervistata dal Foglio, è Isabella Bertolini, componente laica del Consiglio superiore della magistratura.
Venerdì scorso, dopo il “no” del Riesame alla liberazione di Toti, Bertolini ha firmato un comunicato stampa insieme a un’altra laica del Csm, Claudia Eccher, in cui si chiede “l’apertura di una pratica per verificare se sussistono a carico dei magistrati, componenti del collegio, profili di illecito disciplinare per abnormità, illogicità della motivazione, ed emissione di un provvedimento restrittivo della libertà personale fuori dai casi consentiti dalla legge”. Le due consigliere hanno anche chiesto che la pratica sia inviata alla quarta commissione del Csm per poter valutare se ci siano elementi che incidono sulle valutazioni di professionalità dei magistrati coinvolti. “Non c’è alcuna volontà di intaccare l’autonomia della magistratura”, spiega al Foglio Bertolini. “Mi pare però che nell’ordinanza si siano usati dei toni sconcertanti nei confronti di colui che oggi è un indagato. Toni ironici, anche di denigrazione, di derisione”.
Prosegue Bertolini: “Mi riferisco, per esempio, a quando i giudici affermano che l’indagato non ha capito ciò che ha commesso e la natura delle accuse a lui rivolte. Non credo spetti a un magistrato scrivere questo. Si è andati un po’ oltre rispetto a quello che dovrebbe essere il proprio compito”. “Inoltre ci pare un provvedimento abnorme”, afferma. “Per questo ci siamo rivolte al comitato di presidenza affinché mandi la nostra istanza alla procura generale, titolare dell’azione disciplinare. Dall’altro lato, chiediamo l’apertura di una pratica in quarta commissione ai fini di valutare la decisione nell’ambito della valutazione di professionalità dei magistrati, possibilità prevista dalla riforma Cartabia”.
L’iniziativa di Bertolini ed Eccher – la prima eletta dal Parlamento al Csm su indicazione di Fratelli d’Italia, la seconda su proposta della Lega – ha mandato su tutte le furie il presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati, Giuseppe Santalucia, che ha dichiarato: “Si tratta di un infelice tentativo di interferire con il regolare esercizio della giurisdizione da parte di due esponenti elette dalla maggioranza parlamentare che ci racconta del contesto culturale in cui stanno prendendo corpo le proposte di revisione costituzionale della magistratura”. In realtà, nel comunicato le due consigliere laiche specificano che l’obiettivo non è censurare “l’attività giurisdizionale dei magistrati”, ma “valutarne il comportamento in relazione ai richiami etici e alle considerazioni ironiche, che scadono nell’irrisione dell’indagato, contenuti nell’ordinanza”.
“Abbiamo chiesto di intervenire rispetto ai contenuti dell’ordinanza del Riesame, non del procedimento penale in generale, credo che sia compito del Csm vigilare in questo senso”, replica Bertolini. “Nella reazione dell’Anm – aggiunge – trovo una scompostezza inspiegabile. Non ci facciamo certamente intimidire da questi toni che i magistrati alzano ogni volta che c’è qualcosa che a loro non va bene. La magistratura deve capire che ha un ruolo fondamentale nel nostro paese, ma che ci sono altre competenze e altri organi fondamentali. Ognuno svolge il suo ruolo”.
“Siamo al Csm da un anno e mezzo, abbiamo sempre rispettato i ruoli e anche in questo caso abbiamo ben ponderato quello che abbiamo scritto”, dice Bertolini evocando anche la collega Eccher. “Siamo molto serene, abbiamo sufficientemente esperienza, siamo due avvocate, io ho fatto tanto Parlamento, sappiamo benissimo quali sono i nostri ruoli e non intendiamo assolutamente travalicarli”. “Dalla magistratura mi sembra invece che ci sia sempre una reazione sopra i toni. Non vanno bene le riforme, non vanno bene le iniziative parlamentari, non va bene quello che fa Nordio, non va bene quello che fa il Csm. La magistratura ormai ha assunto un atteggiamento di casta intoccabile”, conclude Bertolini.
L'editoriale del direttore