Rosanna Natoli (foto dal sito del Csm) 

A Palazzo Bachelet

Natoli dice "no" a Mattarella e non si dimette dal Csm

Ermes Antonucci

La consigliera laica di FdI, scoperta in un incontro privato a dare consigli a una giudice sottoposta a processo disciplinare, respinge l'invito del capo dello Stato a dimettersi. Dietro l'incredibile decisione il sostegno di La Russa

“Non mi dimetto”. La consigliera laica Rosanna Natoli risponde picche al presidente Mattarella, che in un incontro con il vicepresidente del Csm Pinelli aveva auspicato le dimissioni della laica indicata da FdI, scoperta a dare consigli a una giudice sotto processo disciplinare e a rivelare il segreto della camera di consiglio. Convocata ieri mattina dal comitato di presidenza, Natoli ha respinto l’invito del capo dello stato, forte del sostegno ricevuto nelle ultime ore dall’artefice della sua elezione al Csm: il presidente del Senato, Ignazio La Russa

 

Può una consigliera del Csm, autrice di una condotta palesemente incompatibile con la sua permanenza all’organo di governo autonomo della magistratura, fare finta di niente, dire “no” al presidente della Repubblica (che del Csm è capo) e decidere così di mantenere la carica? Evidentemente sì, per quanto lo scenario risulti sorprendente e senza precedenti. 

 

Dopo aver rigettato l’auspicio di Mattarella, Natoli non parteciperà al plenum previsto per oggi, anche se al Csm il clima rimane incandescente. 

 

Stavolta le tensioni non riguardano tanto i rapporti tra laici e togati. La stragrande maggioranza dei consiglieri, inclusi molti dei laici espressi dalla maggioranza parlamentare come Natoli, riconoscono, lontano dai microfoni, che il comportamento della collega risulta indifendibile e che la decisione di non dimettersi – per di più a fronte dell’intervento di Mattarella – è inaccettabile. Oltreché incomprensibile, se non attraverso le lenti della politica. 

 

Superato lo choc iniziale dovuto alla pubblicazione sui giornali della notizia dell’incontro avuto a Paternò con la giudice Maria Fascetto Sivillo, sottoposta a numerosi procedimenti disciplinari al Csm, di cui uno con relatrice proprio Natoli, quest’ultima si è dimessa da componente della sezione disciplinare, ma non da consigliera del Csm. Decisivo, secondo quanto riferiscono più fonti, sarebbe stato il conforto (personale e soprattutto politico) ricevuto proprio da colui che più di tutti si era speso, nel gennaio 2023, per rendere possibile l’elezione di Natoli al Csm: il presidente del Senato La Russa, che con Natoli condivide la città natale (Paternò, appunto) e un rapporto di forte amicizia di lungo periodo. 

 

Interpellato sulla vicenda ieri, in occasione della cerimonia del Ventaglio, La Russa ha negato di aver sentito Natoli negli ultimi giorni, anche se la circostanza viene smentita da più parti. Anche perché, spiegano a Palazzo Bachelet, sarebbe inimmaginabile che una consigliera laica arrivasse a opporsi al presidente della Repubblica senza aver ricevuto prima un sostegno politico di un certo peso. Come quello da parte del presidente del Senato, ben consapevole delle difficoltà che Fratelli d’Italia avrebbe in Parlamento a far eleggere al Csm un eventuale sostituto con una chiara estrazione di partito come Natoli.

 

Insomma, sullo sfondo del caso Natoli sembra essersi profilato un inedito, e anche paradossale, scontro di vedute tra le due più alte cariche dello stato: La Russa versus Mattarella. Chi pensava che sarebbe bastato un briciolo di senso delle istituzioni per mettere fine alla vicenda si è dovuto ricredere. 

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]