la votazione

Lo scandalo Natoli al Csm e la deriva tafazziana del centrodestra

Ermes Antonucci

Mercoledì il plenum del Csm voterà a favore della sospensione della componente laica indicata da Fratelli d'Italia, che resiste e non intende dimettersi. In questo modo, però, il centrodestra avrà un consigliere in meno

Mercoledì mattina il plenum del Consiglio superiore della magistratura deciderà se sospendere la consigliera laica Rosanna Natoli, indagata per aver incontrato nel suo studio una magistrata incolpata davanti alla sezione disciplinare del Csm e per averle rivelato il segreto della camera di consiglio. Salvo sorprese, il plenum si esprimerà a favore della sospensione della consigliera indicata da Fratelli d’Italia, superando il quorum previsto (due terzi dei componenti, con voto a scrutinio segreto). Sarebbero infatti favorevoli alla sospensione 19 membri togati (tutti tranne l’indipendente Andrea Mirenda), la prima presidente e il procuratore generale della Cassazione Margherita Cassano e Luigi Salvato (il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, dovrebbe invece astenersi), il laico del Pd Sergio Romboli, quello di Italia Viva Ernesto Carbone e forse anche quello indicato dal M5s, Michele Papa. A favore della sospensione di Natoli potrebbero votare persino alcuni laici di area centrodestra (gli altri potrebbero optare per la scheda bianca). In ogni caso, il destino di Natoli sembra segnato. 

 

A pesare non è tanto la notizia dell’indagine nei suoi confronti, quanto il contenuto delle registrazioni audio pubblicate lo scorso luglio del colloquio privato avuto da Natoli (all’epoca componente della sezione disciplinare) con la giudice sottoposta al procedimento disciplinare, Maria Fascetto Sivillo. Registrazioni trasmesse poi dal comitato di presidenza del Csm alla procura di Roma e in cui Natoli viene beccata a elargire a Fascetto consigli su come affrontare il procedimento disciplinare e a contravvenire esplicitamente al segreto della camera di consiglio. Un comportamento che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (capo del Csm, anche se non presiederà il plenum) ritiene incompatibile con la permanenza di Natoli al Consiglio superiore. 

 

L’obiettivo principale del vicepresidente Pinelli, ma anche di tutti gli altri consiglieri, è evitare che il plenum di mercoledì si trasformi in una baraonda capace di lacerare ulteriormente il Csm. Una sorta di ultimo scontro fra Natoli, che negherebbe di aver mai rivelato notizie coperte da segreto e accuserebbe di nuovo i togati di centrosinistra di averla addirittura “terrorizzata, forzata e violentata psichicamente” una volta scoppiato lo scandalo, e appunto i togati, che respingerebbero l’accusa di aver effettuato pressioni ed evidenzierebbero la gravità del comportamento tenuto da Natoli. Oggi a Palazzo Bachelet è circolata anche l’ipotesi che, per evitare tutto ciò, la seduta possa essere secretata attraverso un voto del plenum. In questo modo, tuttavia, il Csm non fornirebbe una grande prova di trasparenza, dando l’impressione di voler trattare la vicenda in “gran segreto”. Questa strada, comunque, è stata rigettata da Pinelli. 

 

E’ probabile, dunque, che alla fine la seduta si terrà in forma pubblica. A Natoli sarà quindi data la possibilità di intervenire, nel rispetto dei confini del tema oggetto di discussione, cioè la sospensione e non i presunti ricatti subìti dai togati di centrosinistra, la cui esistenza, come abbiamo già raccontato, in realtà è stata smentita persino dai laici di centrodestra. Anche gli interventi degli altri consiglieri si limiteranno ai profili relativi all’opportunità della sospensione di Natoli. 

 

La sospensione di Natoli avrebbe un impatto rilevante sugli equilibri politici del Csm, facendo venire meno – per un tempo indefinito – il voto di uno dei sei laici indicati dal centrodestra. La consigliera indicata da FdI infatti non si è mai mostrata intenzionata a dimettersi, soprattutto dopo il sostegno ottenuto dal suo sponsor principale, il presidente del Senato Ignazio La Russa, e il voto favorevole alla sua sospensione non le farebbe cambiare idea. La strategia della resistenza a oltranza, però, rischia di trasformarsi in una strategia tafazziana per il centrodestra, che di fatto si ritroverebbe senza un consigliere laico al Csm. 

 

Nei mesi scorsi alcuni rappresentanti della maggioranza hanno dato risalto alle difficoltà che troverebbero in Parlamento per sostituire Natoli (per raggiungere il quorum è necessario raggiungere un accordo con parte dell’opposizione). In verità, le nomine Rai, così come l’elezione del giudice da tempo mancante alla Corte costituzionale, offrono al centrodestra ampie possibilità di mediare con le opposizioni per trovare un’intesa sul nome da eleggere al Csm al posto di Natoli. Sempre se quest’ultima accetterà di dimettersi. In caso contrario, il Csm si ritroverà a vivere una situazione inedita, con un suo componente sospeso per un tempo indefinito.
 

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]