due pesi e due misure
L'Anm solidarizza con le toghe solo se criticate dalla destra. Il caso Ilva
L'Associazione nazionale magistrati è scesa in campo per difendere i pm palermitani che hanno chiesto la condanna di Salvini, ma non ha emesso alcun comunicato di solidarietà nei confronti dei giudici leccesi, criticati per aver annullato la sentenza del processo "Ambiente svenduto". Sarà perchè a parlare sono stati esponenti del centrosinistra?
L’Associazione nazionale magistrati (Anm) è scesa in campo negli ultimi giorni per solidarizzare con le toghe palermitane che hanno condotto il processo sul caso Open Arms (chiedendo la condanna a sei anni del vicepremier e ministro Matteo Salvini) e che sono state oggetto di critiche da parte di esponenti politici, anche del governo. Qualsiasi critica ai magistrati costituisce ormai, nell’ottica dell’Anm, un “attacco” alla loro indipendenza. Da qui comunicati stampa di solidarietà con la procura di Palermo, interviste, ospitate in televisione per denunciare la “lesa maestà” da parte della classe politica. Così è avvenuto nel caso di Open Arms. L’Anm è prima intervenuta con una nota di solidarietà con i colleghi palermitani, parlando di “reazioni scomposte, anche da parte di esponenti politici e di governo”.
Il riferimento è alla difesa pubblicata sui social dal ministro Salvini (rilanciata persino da Elon Musk), in cui si critica la tesi dei pm di Palermo, così come alle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni (“Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo, la mia totale solidarietà al ministro Salvini”) e di tanti altri esponenti della maggioranza. “Sono dichiarazioni gravi – afferma l’Anm nella nota – non consone alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, indifferenti alle regole che disciplinano il processo, che minano la fiducia nelle istituzioni democratiche e che costituiscono indebite forme di pressione sui magistrati giudicanti”. La difesa a spada tratta dei magistrati di Palermo è continuata con diverse interviste sui quotidiani rilasciate dal presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia e dalla vicepresidente Alessandra Maddalena. Una contro-campagna senza sosta.
Ieri mattina, ospite di Agorà su Rai 3, Santalucia ha ribadito: “Creare questa grande discussione confusa e a tratti molto aggressiva credo che non renda un buon servizio all’amministrazione della giustizia”. La sera prima, a Otto e mezzo su La7, era stato più esplicito: “Avvertiamo un costante clima di parole e uso del linguaggio che a volte ho definito irresponsabile. Parlare di una magistratura che un mese siede al tavolo del complotto e quello successivo fa un processo alla politica... tutto questo avvelena il dibattito pubblico sulla giustizia. Quelli che non sono puntualmente informati di ogni vicenda sentono ripetere questo linguaggio pericoloso, non è un dato irrilevante”.
L’immagine dell’Anm come difensore dell’onorabilità e dell’indipendenza dei magistrati, però, contrasta con il silenzio mostrato dai vertici del sindacato delle toghe di fronte alle numerose critiche giunte quasi nelle stesse ore, soprattutto da esponenti politici di centrosinistra, nei confronti dei giudici della sezione distaccata di Taranto della Corte d’assise d’appello di Lecce, che hanno annullato la sentenza di primo grado del cosiddetto processo “Ambiente svenduto” a carico di 37 imputati e tre società per il presunto disastro ambientale causato dall'ex Ilva, trasferendo il processo a Potenza.
La decisione ha scatenato le ire del portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli: “Questa non è giustizia. Con questa decisione, su Taranto si infligge l’ennesima ferita dopo il disastro sanitario”.
Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito democratico, ha parlato di “decisione molto discutibile” e “precedente pericoloso”. Per Michele Mazzarano, presidente della Commissione Ambiente della Regione Puglia (Pd), la sentenza “è un oltraggio alle sofferenze dei tarantini e mortifica le aspettative di giustizia di una comunità intera”.
“La nostra città è stata nuovamente derisa e umiliata”, ha invece detto la delegata per l’ambiente e la salute della segretaria cittadina del Pd di Taranto, Roberta Cambria.
Di fronte a queste critiche l’Anm ha deciso di non emettere alcun comunicato di solidarietà nei confronti dei giudici leccesi. Insomma, due pesi e due misure. Il dubbio è lecito: sarà perché a parlare sono stati esponenti del centrosinistra?