il caso
Ormai introduce più reati Nordio che Bonafede. L'onda del populismo penale non si ferma
Il governo ha approvato un decreto legge che inasprisce le pene per chi aggredisce i medici, rese durissime solo quattro anni fa (fino a 16 anni di reclusione). Dal ddl sicurezza alle violenze sui medici, il governo sa solo creare nuovi reati e aumentare le pene
L’onda del populismo penale del governo Meloni non si ferma e così, dopo l’approvazione del ddl sicurezza, che introduce 24 tra nuovi reati, aggravanti e aumenti di pena, il Consiglio dei ministri ha varato un decreto legge che inasprisce le pene per chi aggredisce i medici. Per il ministro Nordio il testo “avrà un forte effetto deterrente”, eppure solo quattro anni fa sono state introdotte pene durissime per contrastare il fenomeno (fino a 16 anni di reclusione). Evidentemente non hanno avuto effetto, ma la lezione non è servita.
Il decreto legge approvato in Cdm venerdì scorso, su iniziativa del ministro della Salute, Orazio Schillaci, e dello stesso Nordio, prevede due novità fondamentali: l’arresto obbligatorio in flagranza, anche differito, per chi compie atti di violenza contro gli operatori sanitari o danneggia beni destinati all’assistenza, e la reclusione fino a cinque anni e multa fino a 10 mila euro per chi danneggia beni all’interno di strutture sanitarie. Per le aggressioni in ospedale l’arresto in flagranza era già previsto, ma per Nordio l’effetto deterrente sarà determinato dalla possibilità di estendere l’arresto in flagranza nell’ambito delle 48 ore successive, non appena identificati gli autori delle violenze.
Una visione dell’effetto “deterrente” della norma penale piuttosto singolare: soltanto quattro anni fa il Parlamento ha approvato una legge che prevede per chi provoca lesioni a medici e operatori sanitari la punizione della reclusione fino a dieci anni (lesioni gravi) o addirittura sedici anni (lesioni gravissime). Inoltre è stato stabilito che qualsiasi atto di violenza, per il solo fatto di essere compiuto contro un operatore sanitario, costituisce un’aggravante, cosa che comporta un aumento fino a un terzo della pena da infliggere al colpevole. Questo inasprimento di pene, attuato in seguito a numerosi casi di cronaca di medici aggrediti, non ha prodotto l’effetto sperato, come dimostrano le notizie delle ultime settimane, con episodi gravi registrati negli ospedali di Prato, Foggia, Lecce, Cagliari e altre città.
Per il governo Meloni, però, l’effetto deterrente che non è stato prodotto dalle pene severissime introdotte quattro anni fa, sarà prodotto ora dall’ennesimo intervento sul piano penale. Il populismo penale in tilt.
Ormai la maggioranza di centrodestra – come ai tempi dei grillini – sembra convinta che tutto possa essere risolto a colpi di codice penale. Dopo la sbornia forcaiola del ddl sicurezza, nelle ultime ore le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno approvato un emendamento presentato da Forza Italia e Fratelli d’Italia al decreto legge omnibus contro la pirateria tv. La norma prevede “fino a un anno di reclusione” per i prestatori di servizi di accesso alla rete che omettono di segnalare all’autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria condotte penalmente rilevanti di cui sono venuti a conoscenza.
Lo scorso giugno era invece stata la volta dell’introduzione del reato di “truffa online”, con aggravanti per chi commette reati usando siti e piattaforme. Ad aprile il governo ha presentato il ddl sull’intelligenza artificiale, anche questo con un nuovo reato, l’illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale se dal fatto deriva un danno ingiusto (pena da uno a cinque anni di reclusione).
Altro che giustizia liberale e depenalizzazione. Ormai introduce più reati Nordio che Bonafede.