scandalo nello scandalo
Boccia star, pm bocciati: l'indecorosa fuga delle chat di Sangiuliano
Perché rischiare di incappare in reati diffondendo chat private quando ci pensano le procure ad aprire le inchieste, sequestrare i cellulari e poi, grazie al loro segreto colabrodo, permettere ai giornalisti di ottenere quelle chat e pubblicarle nella totale impunità?
Perché rischiare di incappare in reati diffondendo chat private quando ci pensano le procure ad aprire le inchieste, sequestrare i cellulari e poi, grazie al loro segreto colabrodo, permettere ai giornalisti di ottenere quelle chat e pubblicarle nella totale impunità? E’ ciò che sta accadendo attorno all’affaire Sangiuliano-Boccia. Il primo ha rassegnato le dimissioni da ministro della Cultura, ma chi pensava che questo avrebbe messo la parola fine allo scandalo, scatenato dall’imprenditrice-influencer di Pompei a colpi di post e foto sui social per la mancata nomina a “consigliera ai grandi eventi”, si è dovuto ricredere. Sangiuliano ha denunciato Boccia (con cui ha ammesso di aver intrattenuto una relazione sentimentale) per “indebite pressioni” alla procura di Roma, che ha aperto un’inchiesta indagando l’imprenditrice per lesioni personali e violenza o minaccia a corpo politico. I pm romani hanno sequestrato il cellulare di Boccia, dove sono contenute tutte le conversazioni avute con Sangiuliano, così come altri dispositivi elettronici usati dalla non-consigliera, inclusi gli smart glasses con i quali aveva registrato un video – poi pubblicato sui social – all’interno del Parlamento. Negli ultimi giorni, come per magia, alcune delle conversazioni private tra Sangiuliano e Boccia sono state pubblicate a puntate dal solito quotidiano portavoce delle procure.
Conversazioni dalle quali emergono non solo retroscena su quanto avvenuto attorno alla mancata nomina di Boccia a consigliera, ma anche particolari della tormentata storia amorosa fra i due, come in un feuilleton d’altri tempi. Una palese violazione del segreto investigativo, che da un lato consente ai giornalisti di non affaticarsi a ricercare notizie su questo chiacchierato scandalo politico-sentimentale, dall’altro permette a Boccia di evitare di diffondere i contenuti delle conversazioni avute con l’ex ministro e così incappare in svariati reati, fra cui la violazione della privacy.
Non a caso, intervistata dal quotidiano “Il Centro”, Boccia si è mostrata sollevata: “Gli ottimi magistrati che giudicheranno adesso hanno in mano le prove che confermano per filo e per segno la mia versione”, ha detto, spiegando che le prove sarebbero state fornite da Sangiuliano stesso: “Il sequestro di tutti i dispositivi digitali. Lì ci sono le nostre chat, i messaggi che lui mi ha inviato e che lui ha usato per la sua denuncia, non io. Ma adesso, per fortuna, i magistrati le leggeranno in integrale”. Scopriranno “che se c'è una vittima, in questa storia sono io! Penso che consultando i dialoghi integrali, quelli da cui il ministro si dichiara minacciato, si metteranno a ridere”.
La pubblicazione a puntate delle conversazioni avute con Sangiuliano consente ora a Boccia, come avvenuto in un’ospitata a “Piazzapulita” su La7, persino di commentare il contenuto di quelle chat, senza preoccuparsi di possibili violazioni della privacy.
Ma com’è possibile che quelle conversazioni siano finite sui giornali? La domanda andrebbe posta ai magistrati che stanno conducendo l’inchiesta: il procuratore aggiunto di Roma, Giuseppe Cascini, e il sostituto Giulia Guccione, sotto la supervisione del procuratore capo Francesco Lo Voi.
Cascini è tornato a rivestire l’incarico di procuratore aggiunto lo scorso anno, dopo cinque anni trascorsi al Consiglio superiore della magistratura travolto dallo scandalo Palamara. Proprio il nome di Cascini, esponente di spicco di Area, corrente di sinistra delle toghe, comparve ripetutamente nelle famose chat di Luca Palamara, grande amico di Cascini soprattutto dopo l’esperienza ai vertici dell’Associazione nazionale magistrati (dal 2008 al 2012). Tra i tanti messaggi ne emerse anche uno in cui Cascini chiedeva a Palamara se era possibile ottenere un biglietto gratis per il figlio per assistere a una partita della Roma allo stadio Olimpico. Di chat finite sui giornali, insomma, Cascini se ne intende.
Vista la palese fuga di notizie su Sangiuliano e Boccia, ci si chiede come mai la procura di Roma non abbia ancora aperto un fascicolo per violazione del segreto investigativo.