La rassegna
Tutti i sopravvissuti della giustizia nel 2024
Assoluzioni dopo anni di ingiusta carcerazione, processi fallimentari, teoremi accusatori crollati, con danni economici e d’immagine ormai fatti e spesso irreparabili. Cronache di ordinaria gogna mediatico-giudiziaria da un altro anno di malagiustizia accertata
Da Beniamino Zuncheddu, assolto dopo 33 anni di ingiusta carcerazione, al caso Open contro Matteo Renzi e il “giglio magico”, crollato dopo cinque anni. Dal flop dell’inchiesta per lo smog contro la classe politica piemontese (Sergio Chiamparino, Chiara Appendino e Piero Fassino) al paradosso Consip: imputati assolti, tra cui Tiziano Renzi e Luca Lotti, e investigatori condannati. Dal calvario dell’ex senatore Stefano Esposito a quello del colonnello Fabio Massimo Mendella. Senza dimenticare il processo fallimentare contro i dirigenti del porto di Brindisi, con strascichi economici pesantissimi. Anche nel 2024 sono stati numerosi i processi e le indagini crollati in sede di giudizio, spesso a distanza di molti anni dall’inizio delle vicende, dal clamore mediatico, dagli arresti preventivi e dalla gogna, che segna in maniera indelebile la vita dei malcapitati. Torna la rassegna del Foglio sui principali casi emersi nel corso dell’anno che si è appena concluso.
Gennaio
I giudici della Corte d’appello di Roma assolvono Beniamino Zuncheddu, al termine del processo di revisione, dall’accusa di essere l’autore della strage di Sinnai (Cagliari) dell’8 gennaio del 1991, in cui morirono tre persone. L’ex pastore sardo, in precedenza condannato all’ergastolo, ha trascorso 33 anni in carcere ingiustamente. Si tratta del più grave errore giudiziario della storia del nostro paese. “Mi hanno bruciato 33 anni di vita. Pensi a quante cose avrei potuto fare, io non ho potuto fare niente. E chissà quanti ce ne saranno ancora lì dentro, innocenti che non hanno la possibilità di uscire dal carcere”, dice Zuncheddu al Foglio.
Dopo quattro anni e mezzo, l’ex sindaco leghista di Legnano Gianbattista Fratus viene assolto in appello dalle accuse di turbativa d’asta e corruzione elettorale. Nel maggio 2019 Fratus venne posto agli arresti domiciliari. L’inchiesta venne battezzata dagli inquirenti “Piazza pulita” e cambiò la storia politica della città milanese, portando al ritorno alle urne e alla vittoria del centrosinistra. “Oggi mi sento sollevato, però la ferita resta, non si può dimenticare. La vicenda giudiziaria è durata 56 mesi e tre giorni. Sono lunghi. Si fa in fretta a pronunciarli, ma sono lunghi”, racconta Fratus al nostro giornale.
Il 91enne editore catanese Mario Ciancio Sanfilippo viene assolto dal tribunale di Catania dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa “perché il fatto non sussiste”. Il processo era iniziato nel 2017 e aveva portato a un sequestro di 150 milioni di euro di beni, poi annullato dalla Cassazione. La procura di Palermo aveva chiesto una condanna a 12 anni di reclusione.
Febbraio
Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi, viene assolto dal gup di Brindisi con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, nel procedimento su presunti illeciti relativi alla ristrutturazione del terminal di Costa Morena ovest nel porto di Brindisi. “Non c’è nulla da festeggiare. Il mio compito è realizzare infrastrutture e invece, a causa di un processo kafkiano, è andato perduto un finanziamento di oltre 16 milioni di euro”, dice Griffi al Foglio.
A otto anni dall’inizio dell’inchiesta, la Corte d’appello assolve Giuseppe Novelli, genetista di fama internazionale ed ex rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, dalle accuse di tentata concussione e istigazione alla corruzione in relazione alle nomine di alcuni docenti. La seconda accusa era caduta già in primo grado.
Viene archiviata a Milano l’indagine sulla cosiddetta “lobby nera”, aperta nel 2021 in seguito a un’inchiesta realizzata dal sito Fanpage, in cui erano coinvolti l’eurodeputato di FdI Carlo Fidanza e altre otto persone. L’accusa ipotizzata era di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio.
Il tribunale di Salerno assolve il deputato del Pd Piero De Luca nell’ambito del procedimento giudiziario sul fallimento della Ifil srl. Gli inquirenti gli avevano contestato il reato di bancarotta impropria in concorso, risalente al 2011.
Marzo
Il tribunale di Roma assolve in uno dei filoni del processo Consip otto imputati, tra cui Tiziano Renzi (padre dell’ex premier), l’ex ministro Luca Lotti, l’ex comandante dei Carabinieri della legione Toscana Emanuele Saltalamacchia e gli imprenditori Alfredo Romeo e Carlo Russo. Il padre dell’ex presidente del consiglio era accusato traffico di influenze illecite. Lotti e Saltalamacchia, invece, di rivelazione di segreto. Il tribunale condanna il maggiore dei Carabinieri Giampaolo Scafarto (un anno e sei mesi) per aver diffuso notizie coperte da segreto ai giornali relative proprio all’indagine Consip e il suo superiore Alessandro Sessa per non aver denunciato il fatto (tre mesi).
L’ex sindaco di Torino Piero Fassino viene assolto nel processo di primo grado per le presunte irregolarità commesse nell’ambito della vecchia gestione del Salone del libro di Torino. L’ex primo cittadino è assolto nel merito dalle accuse di turbativa d’asta nonostante i reati a lui addebitati fossero già caduti in prescrizione. Assolti anche altre undici imputati, tra cui Antonella Parigi, ex assessore regionale alla Cultura.
La Corte d’appello di Potenza conferma l’assoluzione di Marcello Pittella, ex presidente della regione Basilicata, nel processo sulla cosiddetta Sanitopoli lucana. Il 6 luglio 2018, mentre era al vertice della giunta, Pittella venne arrestato e messo ai domiciliari con l’accusa di essere il “deus ex machina” di un sistema di concorsi truccati per l’assegnazione di incarichi nella sanità regionale: sospeso in base alla legge Severino, all’inizio del 2019 si dimise dall’incarico di governatore.
Aprile
Il tribunale dei ministri di Roma archivia l’ultimo procedimento a carico dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza sulla gestione della pandemia di Covid-19. Nell’ordinanza viene riconosciuto che Speranza nella fase più drammatica della pandemia “ha agito, all’interno delle proprie prerogative istituzionali, per l’esclusivo fine di tutelare la salute collettiva della popolazione e giammai per fini individualistici, specialmente dolosi”.
Luciano Lucchetti, 72 anni, per trent’anni dirigente e poi ingegnere capo del Comune di Ancona, viene assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di aver violato una norma del codice dei beni culturali per il restauro di cinque panchine liberty in ghisa risalenti al 1920. Si tratta del 34esimo procedimento penale a suo carico, record emblematico dei guai giudiziari ai quali vanno incontro gli amministratori pubblici che si assumono il coraggio di decidere. Come se non bastasse, dopo il deposito delle motivazioni la procura impugna la sentenza in appello.
Maggio
Al termine di una vicenda giudiziaria durata più di dieci anni, diventa definitiva l’assoluzione del colonnello della Guardia di Finanza Fabio Massimo Mendella per una presunta corruzione relativa al periodo in cui era in servizio a Napoli e, successivamente, a Roma dove comandava il Gruppo territoriale della Capitale. In appello era stato ribaltato il verdetto del tribunale di Napoli che lo aveva condannato a quattro anni di reclusione.
L’ex commissario alla Sanità del Molise, Angelo Giustini, viene prosciolto dall’accusa di omicidio colposo per la morte di una paziente che era stata ricoverata all’ospedale Cardarelli durante il periodo della pandemia di Covid-19. Si tratta del quarto procedimento penale nei confronti di Giustini relativo alla gestione dell’emergenza pandemica che si chiude con un’archiviazione. Una tempesta giudiziaria che, tuttavia, all’epoca costò a Giustini le dimissioni da commissario.
La Corte di cassazione assolve Mario Raggi, ex presidente di Net, la società pubblica che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti a Udine e in provincia, dall’accusa di bancarotta fraudolenta per il fallimento nel 2010 della Fingestim. Il procedimento giudiziario è durato 14 anni, a causa di azzeramenti processuali, cambi di giudici e continui rinvii, e aveva visto Raggi essere condannato in primo e secondo grado a quattro anni. “E’ stato un periodo molto difficile, fatto di rinunce politiche e lavorative, oltre che di sofferenze sul piano personale e famigliare”, racconta Raggi al Foglio: “Adesso riparto, anche se all’epoca avevo 48 anni e oggi ne ho 62”.
Giugno
A distanza di otto anni dall’inizio dell’indagine, che finì sulle prime pagine di tutti i giornali, il tribunale di Firenze assolve il cognato di Matteo Renzi, Andrea Conticini, insieme ai fratelli Alessandro e Luca, dall’accusa infamante di aver sottratto circa sette milioni di dollari destinati ai bambini in Africa. A muovere l’accusa era stato il pm fiorentino Luca Turco. A poche udienze dalla fine del processo, però, anche quest’ultimo aveva chiesto l’archiviazione degli imputati. “Io credo, anzi sono sicuro, che se mia moglie avesse avuto un altro cognome questa vicenda si sarebbe risolta subito. Invece ci sono voluti ben otto anni”, dichiara Andrea Conticini in un’intervista a Libero. “Quando sono arrivato a 1.500 articoli che parlavano di questa indagine ho smesso di raccoglierli. Della mia assoluzione ne ho contati nemmeno una decina”.
Luglio
Il tribunale di Torino proscioglie in udienza predibattimentale l’ex governatore Sergio Chiamparino, gli ex sindaci Chiara Appendino e Piero Fassino, e gli assessori che hanno gestito la delega all’Ambiente tra il 2015 e il 2019, dall’accusa di inquinamento ambientale colposo. Gli imputati erano accusati dal pm Gianfranco Colace di non aver adottato misure adeguate per ridurre il livello di sostanze nocive nell’aria nel corso degli anni, e di aver così contribuito a determinare la morte di 900 persone. Un’inchiesta unica nel suo genere (e infatti crollata), in cui il pm si spinge a valutare l’“adeguatezza” e l’“efficacia” di scelte adottate dagli amministratori nella loro legittima discrezionalità politica.
Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi, vengono assolti dall’accusa di bancarotta fraudolenta per il fallimento delle cooperative Marmodiv, Delivery ed Europe Service, reato che nel febbraio 2019 permise l’applicazione della misura degli arresti domiciliari nei loro confronti, richiesta dal pm Luca Turco. Tiziano Renzi e Laura Bovoli vengono invece condannati a una pena di tre anni, due mesi e 15 giorni per false fatture.
La Corte d’assise di appello di Roma conferma l’assoluzione dei cinque imputati nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone, avvenuto nel giugno del 2001 ad Arce, in provincia di Frosinone: il maresciallo dei Carabinieri ed ex comandante della stazione di Arce Franco Mottola, la moglie Annamaria e il figlio Marco, che erano stati accusati di concorso in omicidio volontario.
Confermata l’assoluzione anche per Vincenzo Quatrale, accusato di concorso esterno in omicidio, e l’appuntato Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento.
Vengono tutti assolti, perché il fatto non sussiste, i generali a processo a Cagliari accusati di disastro ambientale colposo per le esercitazioni nel poligono militare di Teulada: Giuseppe Valotto, Danilo Errico, Domenico Rossi e Sandro Santroni. Proscioglimento per il generale Claudio Graziano, ex capo di stato maggiore e già presidente di Fincantieri, morto suicida nella sua casa di Roma nel giugno 2023.
Agosto
La Corte d’appello di Palermo accorda l’indennizzo da 516 mila euro (il massimo previsto) a Salvatore D’Anna, 64 anni, componente di una nota famiglia di imprenditori di Terrasini (Palermo), che ha trascorso in carcere ingiustamente otto anni (dal 2010 al 2018) con l’accusa di associazione mafiosa. D’Anna era stato condannato a 12 anni di reclusione, fino a quando la Cassazione annullò con rinvio la sentenza. In Corte d’appello venne così assolto con verdetto divenuto irrevocabile nel novembre 2021. L’accusa si basava anche su alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia, che, però sono risultate inattendibili.
Settembre
Il tribunale di Milano assolve, “perché il fatto non sussiste”, Elio Franzini ed Enrico Felice Gherlone, rispettivamente ex rettore dell’Università Statale di Milano e il rettore dell’Università Vita-Salute del San Raffaele, imputati in una tranche di un’indagine milanese su presunti concorsi pilotati negli atenei, in particolare nelle facoltà di medicina. Con loro assolti anche altri tre imputati, ossia tre primari.
L’imprenditrice (ed ex vicepresidente della Regione Calabria) Antonella Stasi viene assolta dal tribunale di Catanzaro dall’accusa di associazione a delinquere per traffico illecito di rifiuti, che le era stata contestata nel marzo del 2021 dalla Direzione distrettuale di Catanzaro, all’epoca guidata da Nicola Gratteri, nell’ambito dell’operazione “Erebo Lacinio”. Assolti anche tutti gli altri otto imputati. Al centro dell’inchiesta l’impianto di biogas utilizzato dalla società Verdi Praterie, facente parte del gruppo Marrelli di Crotone, presieduto da Stasi. “L’azienda, sottratta alla mia custodia e consegnata agli amministratori giudiziari, oggi è distrutta e l’impianto biogas chiuso”, dichiara Stasi, aggiungendo di aver “dovuto licenziare diversi operai” e di aver “accumulato debiti e ritardi con i fornitori”.
La Corte d’appello di Messina assolve Giuseppe Sottile, brigadiere della Guardia di Finanza, dall’accusa di estorsione aggravata. I giudici ribaltano la sentenza di primo grado che aveva inflitto all’imputato sette anni e sei mesi con rito abbreviato. A causa dell’inchiesta, Sottile ha trascorso sei mesi in carcere e quattro mesi agli arresti domiciliari.
Dopo dieci anni, un uomo di 45 anni del Cosentino viene assolto dal tribunale di Paola dai reati di maltrattamenti in famiglia e stalking, accuse che gli sono costate dieci mesi di arresti domiciliari, oltre all’impossibilità di incontrare per anni il proprio figlio. Un caso che ci ricorda che la malagiustizia può colpire chiunque, e non solo i cosiddetti “colletti bianchi” come qualcuno sostiene.
Ottobre
Diventa definitiva l’assoluzione di Domenico Tallini, ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, travolto nel novembre 2020 dell’inchiesta “Farmabusiness” istruita dalla Dda di Catanzaro (all’epoca guidata da Gratteri) con le pesanti accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso, e assolto in appello nel novembre 2023. A causa dell’inchiesta Tallini trascorse un mese ai domiciliari e la sua immagine venne distrutta, insieme alla sua carriera politica. “Dopo Tangentopoli i magistrati si sono sentiti tanti Di Pietro. Il problema è che la politica, inseguendo il consenso dell’opinione pubblica, ha fatto a gara a chi faceva più antipolitica in Parlamento, finendo per attribuire ancora più poteri alla magistratura”, afferma Tallini al Foglio.
Il gip di Milano archivia le posizioni, trasmesse dai pm di Bergamo, di Giulio Gallera e Luigi Cajazzo, rispettivamente ex assessore ed ex direttore generale del Welfare in Lombardia, accusati di rifiuto d’atti d’ufficio in relazione alla presunta mancata attivazione del piano pandemico durante l’emergenza Covid-19. Per il giudice, da un lato “non può ritenersi indebita la mancata adozione di atti e provvedimenti attuativi del piano endemico nazionale e regionale che, come emerso dalle complesse indagini svolte, sarebbero comunque risultati inidonei, nel caso specifico, a fronteggiare un’epidemia di livello mondiale”, dall’altro lato “la decisione di attivare o meno il piano pandemico nazionale era del tutto rimessa alla valutazione discrezionale del governo”.
Dopo dieci anni, il tribunale di Roma assolve dall’accusa di ricettazione e riciclaggio l’attore Alberto Gimignani. Il protagonista di “Distretto di polizia”, “La piovra” e “Un posto al sole”, ma anche caratterista in film di Muccino e Zalone, era stato arrestato nel luglio del 2014 con l’accusa di essere l’autore di furti di telefonini che poi rivendeva insieme a una banda. Gimignani trascorse due settimane in carcere e sei mesi agli arresti domiciliari. Il suo volto finì con un’accusa mai provata su tutti i telegiornali e la sua carriera venne irrimediabilmente interrotta.
Novembre
Dopo sei anni, il gip di Torino archivia l’indagine nei confronti di venticinque tra i massimi professionisti del mondo della psicologia e della psichiatria di Torino, travolti nel novembre 2018 dall’indagine “Sanitopoli”, con l’accusa di aver pilotato una serie di concorsi. Ipotesi di reato: corruzione, truffa, falso, turbata libertà degli incanti. Tra gli indagati Flavio Boraso ed Enrico Zanalda (rispettivamente direttore generale e responsabile del dipartimento di salute mentale dell’Asl 3 di Torino), Riccardo Torta e Giuliano Geminiani (professori ordinari di Psicologia clinica all’università di Torino), Maurizio Dall’Acqua (direttore generale dell’ospedale Mauriziano), Roberto Rigardetto (responsabile della Neuropsichiatria al Regina Margherita) e lo specialista in psichiatria Giuseppe Maina. L’indagine, aperta dai pm Gianfranco Colace e Laura Longo, è inspiegabilmente rimasta ferma per sei anni. Dopo tutto questo tempo, non avendo trovato conferma alle proprie ipotesi accusatorie, i pm hanno chiesto l’archiviazione. La richiesta è stata accolta dal gip.
Il tribunale di Nocera Inferiore assolve il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, imputato di voto di scambio politico-mafioso in un’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno. L’accusa dei pm, basata sulle rivelazioni di presunti pentiti, era che Aliberti avesse stretto un patto con alcuni esponenti di un clan mafioso in vista delle elezioni amministrative del 2013 e delle regionali del 2015: voti in cambio di futuri appalti. L’indagine esplose nel 2018 e Aliberti finì addirittura in carcere, mentre il comune venne sciolto per mafia. Al termine del processo, la Dda di Salerno ha chiesto una condanna di 6 anni e 8 mesi, ma Aliberti è stato assolto da ogni accusa “perché il fatto non sussiste”.
Il tribunale di Palmi assolve l’ex sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, coinvolto nel 2021 nella maxi inchiesta Faust condotta dalla Dda di Reggio Calabria. A causa dell’inchiesta, Idà finì agli arresti domiciliari e si dimise da sindaco insieme a tutta la sua giunta. L’accusa, anche per lui, era di aver stretto un patto con una cosca mafiosa che prevedeva l’appoggio elettorale in cambio di nomine comunali e assegnazione di lavori pubblici.
La Corte d’appello di Catanzaro assolve l’ex consigliere regionale calabrese Rosario Mirabelli, imputato nel processo scaturito dall’inchiesta “Sistema Rende”, anche lui accusato di voto di scambio, insieme a diversi altri politici, tra cui gli ex sindaci di Rende, Sandro Principe e Umberto Bernaudo, già tutti assolti nel filone principale. Secondo i pm della Dda di Catanzaro, che avevano avviato l’inchiesta nel 2012, i politici (finiti agli arresti) avevano stipulato un patto con una cosca che prevedeva favori amministrativi in cambio di voti. E’ il terzo processo per voto di scambio politico-mafioso in pochi giorni che termina con l’assoluzione degli imputati, a conferma che fare politica a livello locale, cioè ottenere consensi (leggasi voti) per poter essere eletti a incarichi di governo costituisce ormai una pratica da kamikaze.
Il tribunale di Roma assolve tutti gli otto imputati coinvolti nel procedimento relativo al fallimento del quotidiano l’Unità. Tra questi anche l’imprenditore Renato Soru, ex governatore della Sardegna. L’accusa principale era di bancarotta per distrazione e per dissipazione.
Dicembre
Il tribunale di Firenze proscioglie tutti gli 11 imputati coinvolti nell’inchiesta sull’ex fondazione Open: l’ex premier Matteo Renzi, Maria Elena Boschi, Luca Lotti, Alberto Bianchi e Marco Carrai (rispettivamente ex presidente e componente del consiglio direttivo di Open), e svariati imprenditori. Erano tutti accusati di finanziamento illecito ai partiti. A Lotti veniva contestata anche la corruzione. Il gup emette una sentenza di non luogo a procedere, ritenendo che non sussistano gli elementi minimi per andare a processo. L’indagine avviata dai pm fiorentini Luca Turco e Antonino Nastasi, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, esplose il mattino del 26 novembre 2019, con perquisizioni e sequestri in tutta Italia. “Ho passato cinque anni da appestato per un’indagine assurda. E’ fallito il tentativo politico di far decidere a un pubblico ministero cosa è un partito e cosa no”, dichiara Renzi al Foglio.
Assolto perché il fatto non sussiste. Si chiude con questo verdetto, emesso dal tribunale di Palermo, il processo Open Arms a carico di Matteo Salvini. Un dibattimento durato tre anni, con il vicepremier imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, secondo la procura di Palermo che aveva chiesto la condanna a sei anni di reclusione, lo sbarco di 142 migranti nell’agosto 2019. I migranti furono costretti a rimanere a bordo della nave della ong spagnola per 19 giorni prima la procura di Agrigento ordinasse lo sgombero dello scafo per motivi igienico-sanitari.
Dopo sette anni crollano le pesanti accuse (corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze) rivolte dalla procura di Torino nei confronti dell’ex senatore Pd Stefano Esposito: il gip di Roma, a cui gli atti dell’indagine del pm torinese Gianfranco Colace erano stati trasmessi per competenza territoriale, accoglie la richiesta di archiviazione avanzata dai pm della Capitale, demolendo nel merito le accuse. Nel corso dell’indagine Esposito è stato intercettato per tre anni 500 volte dalla procura torinese mentre ricopriva la carica di senatore, senza autorizzazione del Parlamento (come richiesto dalla Costituzione). La condotta della magistratura è stata duramente censurata in una sentenza dalla Corte costituzionale. “Anziché pensare a epocali riforme della giustizia, sarebbe meglio riflettere su una riforma semplice, che è quella della responsabilità del magistrato: chi sbaglia paga”, dice Esposito in una lunga intervista al nostro giornale.
la protesta delle toghe