c'è chi dice no

“Quella dell'Anm una protesta da operetta”. Parla Donatella Masia, magistrata da 44 anni

Ermes Antonucci

La toga, oggi in servizio alla procura di Asti, critica l'iniziativa dell'Anm contro la riforma Nordio: "Una sceneggiata inammissibile sul piano dell'educazione e del rispetto istituzionale". "L’Anm è il sindacato dei magistrati, ma anziché occuparsi delle questioni sindacali si occupa di questioni ideologiche"

“Una sceneggiata, una protesta da operetta”. Non usa mezzi termini Donatella Masia, magistrata con 44 anni di toga sulle spalle, oggi in servizio alla procura di Asti, nel definire la protesta messa in scena sabato scorso dai suoi colleghi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, su indicazione dell’Associazione nazionale magistrati, contro la riforma Nordio. Intervistata dal Foglio, Masia racconta di non aver aderito all’iniziativa, anzi di ritenerla anche “inammissibile”. “Un magistrato nelle sedi istituzionali deve comportarsi da magistrato: se ha qualcosa da dire lo dice nelle forme e nei modi opportuni”, afferma Masia. “Se durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario l’Anm ritiene di avere critiche nei confronti di una riforma le dica, ma nelle forme corrette, attraverso un proprio rappresentante, che interviene quando gli è concesso di parlare. Non con queste proteste da operetta, inammissibili sul piano dell’educazione e del rispetto istituzionale”. “L’Anm è il sindacato dei magistrati, ma anziché occuparsi delle questioni sindacali si occupa di questioni ideologiche”, aggiunge la pm. “Ci sono tanti colleghi che la pensano come me, solo che non si esprimono. Siamo la classica maggioranza silenziosa”.

 

“Una sceneggiata di questo tipo nei confronti di una legge in esame in Parlamento non può che apparire come inopportuna agli occhi dell’opinione pubblica”, ribadisce Masia, oggi alla procura di Asti dopo decenni di servizio a Torino. “La protesta è stata indetta dall’Associazione nazionale magistrati, non è dei magistrati”, tiene a ricordare Masia, che  sembra proprio non gradire le iniziative del sindacato delle toghe. “L’Anm – dice – è stata la fucina di tutti gli accordi sottobanco per gli incarichi ai vertici degli uffici giudiziari da decidere al Csm, come ormai è noto a tutti”. Masia riferisce che tanti suoi colleghi magistrati, non solo della sua procura, la pensano come lei: “Molti si limitano a pensarla come me, senza esporsi per non mettersi in condizioni sgradevoli. Ma sono tanti che non si sono recati quest’anno alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario per non dover seguire il diktat dell’Anm o per non ritrovarsi in imbarazzo con i colleghi”. 

 

Il direttivo dell’Anm ha deciso addirittura di proclamare uno sciopero contro la riforma costituzionale per il 27 febbraio. Anche se l’ultimo sciopero dell’Anm, quello del 2022 contro la riforma Cartabia, non andò proprio bene (aderì meno di una toga su due). “Immagino che anche quello del 27 febbraio non sarà molto soddisfacente per chi l’ha indetto”, dichiara Masia, aggiungendo di ritenere anche discutibile l’ammissibilità di uno sciopero dei magistrati: “Che un potere dello stato scioperi contro lo stato è paradossale. A ogni modo, penso che per la magistratura, anche soltanto dal punto di vista  estetico, sia una cosa negativa”. 

 

Ma, nel merito, cosa ne pensa della riforma costituzionale? “Penso che dopo l’adozione nel 1989 del sistema processuale accusatorio, seppure non puro, il fatto che il pm continui a far parte della stessa categoria dei giudici non abbia senso. Il pm ha assunto un ruolo di parte molto spiccato. Per questo la separazione delle carriere non è una bestemmia, anzi è assolutamente concepibile”. “Così come non è una bestemmia la creazione di una Corte di giustizia dei magistrati. Che il Csm abbia dentro di sé l’organo disciplinare e che questo non sia invece esterno e autonomo è veramente assurdo”. 

 

“Detto questo, dico anche che non è questa la riforma che serve per far funzionare la giustizia. Sarebbe meglio concentrarsi su altro, ma capisco che i partiti che ora sono al governo si sono dati le proprie priorità”, conclude Masia. 
 

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]