l'intervista
“Laici del Csm sorteggiati? Ridicolo, la politica si autodelegittima”. Parla Antonio Leone
L'ex deputato ed ex membro laico del Consiglio superiore della magistratura: "C'è una volontà della politica di continuare ad autodelegittimare se stessa e il Parlamento". "Sì alla separazione delle carriere. L'Anm sta facendo politica"
“Ormai il re è nudo: la magistratura sta facendo politica in maniera molto chiara, in ultimo con la protesta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e con l’indizione dello sciopero contro la riforma costituzionale. Già il solo fatto di andare contro una riforma in corso di approvazione in Parlamento è una cosa anormale sul piano dell’equilibrio dei poteri”. A parlare, intervistato dal Foglio, è Antonio Leone, più volte parlamentare, già vicepresidente della Camera, membro laico del Consiglio superiore della magistratura dal 2014 al 2018, poi per cinque anni presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (praticamente il Csm dei magistrati tributari). Leone si dice “assolutamente favorevole alla riforma costituzionale della separazione delle carriere, anche perché nel corso degli anni non si sono mai volute adottare soluzioni per mitigare la vicinanza tra pm e giudici che potevano essere fatte senza arrivare a una riforma così drastica. Mi riferisco, ad esempio, alla realizzazione di strutture diverse in cui collocare pm e giudici, oppure allo svolgimento di concorsi diversi, finalizzati alla carriera da pm o da giudice”. Per Leone la separazione delle carriere è necessaria per dare piena attuazione al principio del giusto processo e “rendere pienamente distinti agli occhi dei cittadini il ruolo del giudice e quello del pm”.
“Mutuo questa mia convinzione anche vedendo ciò che succede nella giustizia tributaria, che oggi purtroppo vive una situazione simile a quella ordinaria: nel momento in cui i vertici amministrativi della giustizia tributaria sono del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), nel momento in cui il Mef paga gli stipendi ai giudici tributari, nel momento in cui il Mef mette a disposizione i locali e a fianco dell’aula di udienza della giustizia tributaria c’è l’Agenzia tributaria, che è parte perenne contro i cittadini, mi pare evidente che venga meno l’immagine di imparzialità e di indipendenza tra le parti”.
L’Anm sostiene però che la riforma finirà per porre il pm sotto il potere esecutivo. “Questo scenario è esplicitamente escluso dal testo di riforma costituzionale. L’affermazione dell’Anm quindi mi sembra una boutade, perché non ci sono altri argomenti per contrastare la riforma”, replica l’ex membro laico del Csm.
Su un punto della riforma Nordio, tuttavia, Leone è critico: l’introduzione del sorteggio per l’elezione dei membri laici dei due futuri Csm (uno per i giudici e uno per i pm). “Un’idea ridicola”, afferma Leone senza mezzi termini. “Per l’elezione dei componenti togati sono d’accordissimo col sorteggio. Il componente togato e quello laico sono in una situazione completamente diversa. Solo i membri togati hanno un rapporto diretto con coloro che li eleggono, perché le loro decisioni avranno come destinatari proprio i magistrati, ad esempio nel caso della nomina di un presidente di tribunale o di un procuratore. Il problema che si pone è quello di spezzare il collegamento fra le correnti e il Csm, posto che solo i candidati supportati dalle correnti riescono a essere eletti al Csm, e questo ce lo dimostra la storia”.
“Il membro laico invece – prosegue Leone – non ha alcun rapporto con chi lo elegge: una volta che è stato eletto dal Parlamento, il componente laico se ne va, non deve tutelare nessuno e le decisioni che prenderà non riguarderanno i parlamentari. Di conseguenza, non si capisce quale sia la ragione per adottare il sorteggio per i laici. Evidentemente vuol dire che c’è una volontà della politica di continuare ad autodelegittimare se stessa e il Parlamento”.
“La delegittimazione io la vedo soprattutto nel silenzio, nel non partecipare all’attività legislativa”, riflette Leone. “Oggi i parlamentari siedono in Aula e aspettano che venga posta la fiducia sul provvedimento. Anche questo è un modo per delegittimare il Parlamento. Fiducia su tutto. Si è arrivati persino a mettere la fiducia sulla legge di bilancio”.
“La stessa tendenza all’autolegittimazione la registro attorno allo stallo sull’elezione dei giudici costituzionali da parte del Parlamento. Ora che la Corte costituzionale si è espressa sul referendum sull’Autonomia differenziata mi auguro che la politica realizzi che non deve temere più nulla da coloro che eleggerà come giudici. A meno che non si voglia arrivare al sorteggio anche per i giudici della Consulta…”, conclude ironicamente Leone.