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Francesco Paolo Sisto (foto Ansa)
l'intervista
"Dall'Associazione nazionale magistrati solo aut aut, ma noi pronti al dialogo". Parla Sisto
"L’esordio del nuovo presidente dell’Anm non è stato dei migliori", dice il viceministro della Giustizia. "Nel momento in cui la premessa del dialogo è ‘revochiamo lo sciopero se ritirate la riforma’ si è di fronte a un aut aut che vìola le prerogative del Parlamento"
“L’esordio del nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati non è stato certamente dei migliori. Nel momento in cui la premessa del dialogo è ‘revochiamo lo sciopero se ritirate la riforma’ si è di fronte a un aut aut che vìola quanto previsto dall’articolo 101 della Costituzione, secondo cui il Parlamento scrive le leggi e i giudici le applicano”. Lo dice al Foglio il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. “A questo si aggiunge quanto riferito ieri dal Foglio, secondo cui la richiesta di dialogo del presidente Parodi sarebbe solamente un escamotage per garantire un migliore risultato per lo sciopero del 27 febbraio. Se questo fosse vero, come risulterebbe anche dalla registrazione di Radio Radicale, sarebbe un dialogo di gusto assai discutibile”.
Il viceministro Sisto si riferisce alle parole, riportate ieri sul nostro giornale, espresse da Cesare Parodi durante la lunga assemblea dell’Anm di sabato scorso che lo ha portato a essere eletto nuovo presidente del sindacato delle toghe. “Sono disponibile a revocare lo sciopero se il governo ritira tutta la riforma”, ha detto Parodi, aggiungendo: “Io non tratto su nulla ma vorrei chiedere un incontro e spiegare la nostra posizione, anche se sarà inutile. Per dire che è stato assolutamente inutile. Per fare in modo poi che a quel punto molti più colleghi potranno scioperare. Potremo dire: ‘Abbiamo persino provato a parlare’”.
Insomma, l’incontro auspicato da Parodi (esponente di Magistratura indipendente) non sarebbe affatto orientato al dialogo, vista la chiusura a qualsiasi trattativa e qualsiasi passo indietro, bensì finalizzato soltanto a essere usato per fini interni, per dare risalto alla volontà del governo di andare fino in fondo con la riforma e così cercare di convincere i magistrati ad aderire allo sciopero contro la riforma già proclamato dall’Anm per il prossimo 27 febbraio. “Il dialogo richiesto sarebbe finalizzato semplicemente all’incremento del numero di coloro che parteciperanno all’astensione? Credo, se fosse vero, che la leale collaborazione fra le istituzioni debba marciare su ben altri binari, che non possono che essere il rispetto delle regole costituzionali, buona fede inclusa”, afferma il viceministro Sisto.
“Un corollario non secondario di tutta la questione – prosegue Sisto – è che ora non è neanche più il governo l’interlocutore a cui rivolgersi per discutere della riforma, ma il Parlamento. Il provvedimento, dopo la prima approvazione alla Camera, è in corso di esame al Senato, di conseguenza ogni proposta deve essere trasformata in emendamenti e in questa veste presentata in commissione o in Aula”. Per il momento di proposte non ne sono arrivate. Allo stato, l’unica proposta, se così si può definire, giunta dall’Anm è quella di ritirare l’intera riforma. “Ad oggi , più che a proposte siamo di fronte a delle pretese”, conferma il viceministro della Giustizia, che poi ricorda: “La separazione delle carriere era nel nostro programma elettorale, siamo stati votati anche per questi contenuti e abbiamo l’obbligo di realizzarli. Il nostro è un rapporto di diretta rappresentanza dei cittadini, a differenza dei magistrati che si limitano, per concorso, a emettere sentenze in nome del popolo italiano”.
“Ripeto: l’Anm può ben rappresentare le sue idee su eventuali modifiche del testo, poi queste saranno valutate in Parlamento”, dice Sisto, sottolineando che in commissione Affari costituzionali del Senato i vari gruppi hanno già formulato le richieste di audizione degli esperti sulla riforma costituzionale. Tra questi è stato indicato anche il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, che quindi avrà la possibilità di avanzare le sue proposte di modifica del provvedimento in sede parlamentare.
“Ha ragione Antonio Tajani: è bene, addirittura salvifico, che il dialogo ci sia, ma bisogna intendersi sulle modalità del confronto e anche sulla buona fede di ciascuna parte”, prosegue Sisto. “Mi auguro che con l’Anm si possa intavolare un dialogo anche su altri temi oltre alla separazione delle carriere, e che la nuova presidenza dell’Anm possa consentire che le interlocuzioni istituzionali siano più efficaci e soprattutto senza pregiudizi”, conclude il viceministro della Giustizia.
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