
l'intervista
"L'Anm proponga il ripristino dell'immunità parlamentare". Parla Ernesto Carbone (Csm)
Il consigliere laico del Csm: “L’Associazione nazionale magistrati sta sbagliando tutto. Non può dire solamente ‘no’, deve avanzare proposte concrete che tendano anche a concludere la guerra iniziata fra politica e magistratura con Mani pulite"
“L’Associazione nazionale magistrati sta sbagliando tutto. Non può dire solamente ‘no’, deve avanzare proposte concrete che tendano non solo ad autoriformare la magistratura ma anche a concludere la guerra dei trent’anni che è iniziata fra politica e magistratura con Mani pulite. Un esempio? Fossi in loro proporrei il ripristino dell’immunità parlamentare”. A parlare, intervistato dal Foglio, è Ernesto Carbone, componente laico del Csm in quota Italia viva. Da sempre Carbone è contrario alla riforma della separazione delle carriere proposta dal governo, e infatti negli ultimi mesi è stato al fianco delle iniziative dell’Anm: “Ritengo la riforma sbagliata perché non risolve i problemi della giustizia, che vanno dai mille arresti ingiusti ogni anno ai tempi lunghi dei processi. La vedo più come una forma di ripicca della politica nei confronti della magistratura”, ribadisce il consigliere laico, spiegando anche di vedere l’istituzione del doppio Csm (uno per i giudici, uno per i pm) come “il primo passo per portare poi il pm sotto l’esecutivo”.
Carbone, però, esprime perplessità sulle ultime mosse dell’Anm: “Il nuovo presidente dell’Anm ha sbagliato ad aprire a un incontro col governo prima di celebrare lo sciopero che era già stato fissato dalla precedente giunta. Prima si sciopera e poi eventualmente si vede se il governo vuole un incontro. Non solo. Fossi stato nell’Anm mi sarei anche rifiutato di recarmi dalla premier mercoledì pomeriggio, dopo quanto avvenuto in mattinata”. Vale a dire? “Mercoledì mattina Meloni ha incontrato l’Unione camere penali, che legittimamente sostiene la riforma costituzionale, facendo poi uscire una nota in cui definisce la riforma come ‘ineludibile’. Uno sgarbo istituzionale nei confronti dell’Anm, che poi avrebbe incontrato nel pomeriggio. Che senso ha a quel punto incontrare i magistrati?”, si chiede Carbone. Quindi l’Anm non avrebbe dovuto accettare di andare a Palazzo Chigi? “Assolutamente no. Infatti i vertici dell’Anm sono usciti dal vertice senza alcun risultato e pure maltrattati. Altro che coccarde”.
Per Carbone è arrivato il tempo per i magistrati di avanzare proposte concrete. “Fossi in loro proporrei il ripristino dell’immunità parlamentare, visto che la politica, vigliacca, ha fatto l’errore di eliminarla. L’immunità andrebbe estesa anche ai membri del governo e ai presidenti di regione. In questo modo le inchieste giudiziarie non sarebbero strumentalizzate e si ridurrebbero le tensioni tra politica e magistratura”.
Un’altra proposta dovrebbe riguardare gli illeciti disciplinari: “L’Alta Corte tecnicamente non serve a nulla. L’Anm potrebbe proporre di suddividere in due l’attuale sezione disciplinare del Csm, in modo da velocizzare i tempi dei procedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati. Poi andrebbe riformato il testo sugli illeciti disciplinari. Le sanzioni previste oggi sono troppo deboli, ma è la magistratura che dovrebbe dire ‘riformiamoci’. Se un magistrato nasconde le prove a un imputato o intercetta per 500 volte un parlamentare vuol dire che non è in grado di fare quel mestiere e quindi deve essere rimosso dalla magistratura”. In quest’ultimo caso, Carbone si riferisce all’operato del pm torinese Gianfranco Colace, che per tre anni (dal 2015 al 2018) ha intercettato 500 volte l’allora senatore Stefano Esposito. Una condotta poi censurata severamente dalla Corte costituzionale.
Di certo non aiuteranno a far terminare la guerra fra politica e magistratura le dichiarazioni di ieri della premier Meloni contro la Corte di Cassazione: “Siamo di fronte all’ennesimo attacco strumentale alla magistratura e alla giurisdizione. Un attacco iniziato lo scorso anno, quando la premier ha adombrato un complotto della magistratura per farla cadere. Si sono poi susseguiti gli insulti ai magistrati del vicepremier Salvini, del sottosegretario Delmastro, persino la denuncia dei servizi segreti contro il procuratore di Roma, di cui sono stati anche diffusi carteggi privati sui propri voli di stato. Una cosa vergognosa”, conclude Carbone.



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