
Filippo Spiezia (Ansa)
verso l'addio
Spiezia lascia la guida della procura di Firenze. Dal Csm primo ok
Dopo la bocciatura della sua nomina da parte del Consiglio di stato, il procuratore Filippo Spiezia ha chiesto di tornare a Eurojust. Ieri il Csm ha approvato la richiesta. Il successore dovrà decidere cosa fare delle indagini contro Renzi e sui mandanti delle stragi mafiose
Si avvia alla conclusione, dopo soltanto un anno e mezzo, l’èra di Filippo Spiezia alla guida della procura di Firenze. Lo scorso dicembre il Consiglio di stato ha bocciato definitivamente la sua nomina a procuratore di Firenze decisa nel 2023 dal Csm, stabilendo che quest’ultimo non poteva equiparare il ruolo che Spiezia aveva ricoperto in Eurojust a un incarico direttivo, per poi ritenere il suo profilo prevalente rispetto agli altri candidati. Spiezia ha così deciso di fare le valigie e di chiedere al Csm di essere riassegnato proprio a Eurojust, l’agenzia europea per la cooperazione giudiziaria. Il plenum del Csm ha approvato ieri pomeriggio la proposta di nomina del procuratore “decaduto” come membro effettivo di Eurojust. La proposta sarà ora trasmessa al ministero della giustizia per eventuali osservazioni (un mero passaggio tecnico), per poi tornare al plenum per l’approvazione definitiva, attesa per mercoledì prossimo. Terminerà così la breve e alquanto anonima parentesi di Spiezia al vertice della procura di Firenze, spesso al centro di polemiche politiche per le sue iniziative giudiziarie.
Basti pensare all’inchiesta sulla fondazione renziana Open, condotta dal pm Luca Turco (andato in pensione a dicembre) e naufragata dopo cinque anni con il proscioglimento da parte del gup di tutti gli 11 imputati, tra cui l’ex premier Matteo Renzi, l’ex ministra Maria Elena Boschi, l’ex deputato ed ex ministro Luca Lotti, l’ex presidente della fondazione Open Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai. A tutti veniva contestato il reato di finanziamento illecito ai partiti, dal momento che la procura riteneva che la fondazione Open fosse un’articolazione di partito riconducibile e funzionale all’ascesa politica di Renzi. A Lotti venivano contestati anche due episodi di corruzione. Una volta che il gup depositerà le motivazioni della sentenza di proscioglimento, la procura di Firenze dovrà decidere se impugnare o meno la pronuncia in appello. Una scelta di evidente rilievo politico.
Il successore di Spiezia dovrà anche decidere cosa fare delle indagini aperte da un altro ex pezzo da novanta della procura fiorentina, Luca Tescaroli, dallo scorso anno nuovo procuratore di Prato. La prima è sui mandanti esterni delle stragi mafiose del 1993 e 1994. Per Tescaroli le stragi sarebbero state ordine nientedimeno che da Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri per far trionfare Forza Italia alle elezioni del 1994. Un teorema da fantagiustizia, così come quello alla base di un’altra indagine conclusa da Tescaroli prima di trasferirsi a Prato: l’ennesima contro l’ex capo del Ros Mario Mori, accusato di non aver impedito consapevolmente gli attentati mafiosi. Più che un’inchiesta, l’ultima tappa di una persecuzione giudiziaria.
In prima fila per prendere il posto di Spiezia ci sono i due magistrati che hanno fatto ricorso, vincendo, al Consiglio di stato contro la nomina di quest’ultimo: Alberto Liguori, all’epoca della nomina di Spiezia procuratore di Terni e oggi procuratore di Civitavecchia, e Rosa Volpe, all’epoca procuratrice aggiunta di Napoli e oggi procuratrice generale di Salerno. Altri nomi ovviamente potrebbero aggiungersi.
Di Spiezia resterà alla fine soltanto il ricordo della sua “singolare” idea della libertà di stampa. Nell’aprile 2024 Spiezia chiese addirittura al Csm l’apertura di una pratica a tutela del proprio ufficio per un articolo pubblicato su questo giornale, in cui si ricordavano le gesta dei pm d’assalto Turco e Tescaroli, ritenendolo “un’inaccettabile e pericolosa delegittimazione dell’operato dei magistrati dell’ufficio”. Più recentemente, Spiezia ha smentito la notizia della sua richiesta di tornare a Eurojust, definendo la pubblicazione della notizia “una grave interferenza nella procedura”. Un epilogo tragicomico.

il procedimento disciplinare