retroscena

Continua la fuga dal ministero della Giustizia. “Da Nordio carta bianca a Bartolozzi”, dice un fuggitivo

Ermes Antonucci

"Nordio ha conferito una delega in bianco al suo capo di gabinetto e questo ha creato moltissime tensioni. Non si era mai verificato nella storia dei ministeri che in due anni e mezzo tutti i vertici dei dipartimenti andassero via", dice uno dei dirigenti che ha deciso di lasciare il ministero della Giustizia

“Il ministro Nordio ha conferito nella sostanza una delega in bianco al suo capo di gabinetto, Giusi Bartolozzi, e questo ha creato moltissime tensioni. I fatti parlano chiaro. Non si era mai verificato nella storia dei ministeri che in due anni e mezzo tutti i vertici dei dipartimenti andassero via, è un record”. Lo dice al Foglio, preferendo rimanere anonimo, proprio uno dei “fuggitivi” del ministero della Giustizia, cioè uno dei tanti dirigenti che negli ultimi mesi ha deciso di lasciare Via Arenula, stremato dalle tensioni prodotte dall’attivismo del capo di gabinetto, Giusi Bartolozzi. Quest’ultima, come raccontiamo da tempo su queste pagine, ha accentrato nelle sue mani tutte le decisioni più importanti che competono al ministero, scavalcando in maniera sistematica i vari capi dipartimento e gli uffici di diretta collaborazione del ministro. Una situazione ingestibile – oltre che inaccettabile sul piano professionale – per molti, che così decidono di andare via. L’ultimo ad abbandonare Via Arenula è stato Luigi Birritteri, capo del Dipartimento per gli affari di giustizia, che ha chiesto al Csm di tornare a fare il magistrato. Lo seguirà anche Gaetano Campo, capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, anche lui ostacolato da Bartolozzi nella sua attività e persino “sfrattato” nella sede distaccata di Via Crescenzio. Due dipartimenti cruciali per la gestione dell’organizzazione giudiziaria. 

 

Ma per capire come si sia di fronte a “un esodo senza precedenti”, come lo definisce una funzionaria del ministero, ecco l’elenco chi prima di loro aveva lasciato il ministero della Giustizia: l’originario capo di gabinetto di Nordio, Alberto Rizzo, cioè il superiore di Bartolozzi (che poi ha preso il suo posto); Maria Rosaria Covelli, direttrice dell’ispettorato generale, Giovanni Russo, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (posto vacante da dicembre, nonostante la gravità dell’emergenza carceraria); Vincenzo De Lisi, direttore generale dei sistemi informativi automatizzati al ministero della Giustizia; Raffaella Calandra, capo dell’ufficio stampa. Conclude il quadro il declassamento di Ettore Sala, passato dall’essere capo del Dipartimento per l’innovazione tecnologica della giustizia a rivestire l’incarico di direttore generale per le infrastrutture digitali e assistenza all’utenza. In altre parole, su cinque dipartimenti, soltanto uno – quello per la giustizia minorile – ha visto restare al proprio posto il suo capo. 

 

Come se ciò non bastasse, risultano incandescenti persino i rapporti tra il capo dell’ufficio legislativo di Nordio, Antonio Mura, e proprio Bartolozzi, un dato ormai noto persino agli uffici di Palazzo Chigi che si ritrovano a interfacciarsi col legislativo di Via Arenula. 

 

“Ciò che è certo è che manca il lavoro di squadra”, conferma al Foglio un’altra fonte autorevole del ministero della Giustizia. “C’è una tendenza dell’ufficio di gabinetto a monopolizzare tutta l’attività del dicastero. Molti dirigenti vengono così impossibilitati a lavorare e si trovano in grande difficoltà. I capi dipartimento, se vogliono parlare col ministro, devono passare da lei, Bartolozzi. Alcuni capi il ministro lo vedono soltanto in fotografia. Questo non è il modo in cui un ministero dovrebbe funzionare”, aggiunge senza mezzi termini. 

 

E’ con alle spalle questo sfacelo della struttura ministeriale che oggi Nordio incontrerà la giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati. Il confronto non riguarderà la riforma costituzionale della giustizia, ormai blindata dal governo e bocciata in ogni sua parte dall’Anm: l’incontro dovrebbe servire a governo e magistratura associata ad approfondire le  proposte avanzate dall’Anm per rendere più efficiente la giustizia (assunzione di toghe e personale amministrativo, revisione della geografia giudiziaria, interventi urgenti nell’edilizia giudiziaria e nell’informatica). Come solitamente accade, con molta probabilità Nordio sarà accompagnato proprio da Bartolozzi. Dietro di loro, il caos. 

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]