Festa dell'innovazione
Balich (Olympic producer) racconta le grandi cerimonie olimpiche, tra tecnologia ed emozioni
Dalle Olimpiadi di Berlino 1936 a quelle di Milano Cortina, passando per Los Angeles. Il regista spiega il ruolo dell'innovazione e dell'arte nell'organizzazione degli eventi sportivi, e non solo
“Non dimentichiamoci mai che l’innovazione deve essere sempre al servizio di noi esseri umani”. Lo ha ricordato Marco Balich, intervenendo alla Festa dell’Innovazione organizzata a Venezia dal Foglio. Balich, regista e olympic producer, ha portato sul palco alcuni esempi di come la tecnologia e l’innovazione siano state utilizzate per magnificare l’impatto emotivo di alcuni grandi eventi.
Dalle olimpiadi di Berlino 1936 a quelle di Milano Cortina, passando per Los Angeles e il tour degli U2 del 2009, per esplorare il rapporto tra innovazione ed emotività. “Avevo 23 anni e lavoraro come assistente al promoter del concerto dei Pink Floyd a Venezia nel 1989”, ha raccontato Balich, ricordando: “Quel concerto fu disastroso per certi versi, ma era in assoluto il concerto più innovativo che ci fosse in quel momento”. Il motivo? "Per la prima volta l’emozione della messa in scena passava davanti al protagonismo dei musicisti. Un motivo che sarebbe stato poi ripreso, grazie alla tecnologia che permetteva l’allestimento di scenografie sempre più complesse e spettacolati, da buona parte degli eventi successivi"
In chiusura Balich ha raccontato la sua esperienza nella realizzazione del video promozionale per le Olimpiadi invernali del 2026 che raccontasse l’Italia e la Lombardia al mondo. Tra immagini avveniristiche riprese con droni, robot e ribaltamenti di inquadrature, un ruolo fondamentale era riservato all’arte, alla voce narrante scadenzata a mo' di poesia, dal cibo e dalle feste. Emozione e calore prima di tutto, da valorizzare al massimo.
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