L'evento del Foglio
“Così l'Italia si sta prendendo il tennis”. Torino celebra le Nitto Atp Finals
Dirigenti e amministratori locali, privati e giornalisti riuniti al grattacielo Intesa Sanpaolo mentre la città ospita il grande tennis. Binaghi, presidente della Fit: “Siamo al lavoro per garantirci anche la Coppa Davis. E fra qualche anno la vinceremo”
Tokyo, Londra, Miami. E alla fine la spunta Torino, che dall’anno scorso si è aggiudicata le Nitto Atp Finals fino al 2025, “superando la concorrenza di 50 metropoli globali: un miracolo irripetibile”, sorride Angelo Binaghi, presidente della Federazione italiana tennis. Siamo nel grattacielo Intesa Sanpaolo del capoluogo piemontese, dove nella mattinata di martedì – terza giornata di gare in questa edizione 2022, la finale in programma domenica – si è tenuto l’evento del Foglio per raccontare le ultime sfide di questo sport. Dalla crescita a 360 gradi del movimento italiano, fino al ruolo delle sponsorizzazioni e alle particolarità dello storytelling sotto rete.
Il convegno, che è stato seguito online da 11 persone tra sito foglio e sito Ansa, è iniziato con un videomessaggio del governatore Alberto Cirio: “Come regione abbiamo deciso di pubblicizzarci più di una semplice meta turistica, facendoci conoscere attraverso le manifestazioni internazionali”, dall’Eurovision alle Atp Finals. “E riscontriamo un ritorno economico importante: i dati in nostro possesso evidenziano la spiccata redditività di questi eventi, fino a dieci volte superiore all’investimento iniziale. Stiamo facendo di Torino la città del tennis”. Dopo Roma, Napoli, Firenze. “Tanti tornei, tanto onore”, di nuovo il presidente Binaghi, intervistato dal direttore del Foglio sportivo Umberto Zapelloni. “E tanta fatica: una crescita così smisurata può comportare qualche problema logistico, però ne vale la pena. Sia per aumentare la popolarità di questo sport, sia per gli introiti di cui vanno a beneficiare le economie locali”. Binaghi è in carica dal 2001. “E mai, come in questi ultimi due anni, ho visto presidenti di regione o sindaci delle grandi città essere così reattivi alle potenzialità del tennis. Uno sport storicamente redditizio, dotato di un pubblico facoltoso che crea ricadute positive sul territorio. Ma fino a qualche tempo fa, questa consapevolezza in Italia non c’era. E possiamo fare ancora di più”.
Il messaggio al governo: “Oltre ai fondi, dovrebbe fornirci uno strumento unico per misurare la portata economica delle grandi manifestazioni e individuare così quali garantiscono maggior valore aggiunto”, continua il numero uno della Fit. “L’altro parametro chiave è il mercato. Il tennis è un prodotto che vale perfino troppo: il numero di richieste dalle città di tutto il mondo per ospitare un torneo è nettamente superiore alle settimane dell’anno occupate dal tour. Tanti soldi, tanta domanda, tanta pressione sul calendario. E dunque tanti infortuni”. Che negli ultimi tempi hanno penalizzato i nostri migliori tennisti: dopo la partecipazione alle Atp Finals 2021, sia Matteo Berrettini sia Jannik Sinner quest’anno non ci sono. “Ma sul percorso di medio periodo del nostro movimento non ci sono dubbi”, garantisce Binaghi. “È compito mio portare in Italia tutto quello che vale: stiamo lavorando anche per ospitare la finale mondiale di Coppa Davis, nel giro di qualche anno saremo competitivi per vincerla. Siamo nel pieno di una congiuntura positiva, costituita da un gruppo di ragazzi vincenti: testimonial perfetti per comunicare i valori di questo sport”. Sinner e Berrettini in due parole? “Ringraziamo che Jannik sia nato cinque chilometri al di qua delle Alpi: è la combinazione tra il nostro estro e la forza mentale dei popoli anglosassoni. Mentre Matteo è il tipico genero che tutte vorrebbero: è raro trovare bravi ragazzi a così alti livelli in uno sport individualista come il tennis. Purtroppo, è soggetto a problemi fisici per un modo di giocare che chiede molto al suo corpo. Ma la sfortuna di quest’anno è irripetibile”.
Anche per questo, la fiducia è che il tennis azzurro si riprenda le Nitto Atp Finals nel 2023. “Intanto ci godiamo i risultati di questa edizione, dopo le restrizioni sanitarie della scorsa”, interviene Domenico Carretta, assessore allo Sport, grandi eventi, turismo e rapporti con il Consiglio comunale di Torino. “Stiamo costruendo una storia entusiasmante, tra un evento grandioso e una città ospitante che vi vuole aggiungere un tocco personale”. Tutto ruota attorno “alla casa del tennis, il fulcro della manifestazione anche per le molte attività correlate. E sotto il profilo della visibilità, per Torino è un’occasione da massimizzare: stiamo compiendo uno sforzo collettivo attorno a uno sport individuale, in sinergia con la regione e gli sponsor”.
La seconda parte dell’evento del Foglio è proprio una tavola rotonda con i vari protagonisti delle sponsorizzazioni. A partire da Nitto, host partner delle Atp Finals: “Non tutti ci conoscono proprio per la natura della nostra attività”, spiega Luca Villa, general manager di “una multinazionale da 33mila dipendenti. Operiamo nelle tecnologie avanzate da 104 anni. Dalla telefonia mobile ai televisori: tutti i giorni utilizziamo Nitto all’interno dei vari device. È una realtà che per questo vive in incognito. Abbiamo scelto il tennis per rappresentarci perché è uno sport in cui l’innovazione, il lavoro quotidiano e il miglioramento continuo del prodotto fanno la differenza. E questi sono anche i nostri capisaldi”. Presenti anche Carlo Colpo, direttore dell’area marketing per Lavazza, Giuseppe Marsocci, vicedirettore generale del gruppo Armani, Luca Ruffini, direttore generale di Pontevecchio acque minerali e Fabrizio Paschina, direttore esecutivo comunicazione e immagine per Intesa Sanpaolo: “Le partnership con i grandi eventi sono nell’interesse di tutti gli stakeholder”, dice quest’ultimo. “Dagli Internazionali di Roma alle Atp Finals: fino 19-20 milioni di italiani seguono il tennis. Oltre al bacino d’utenza, la narrazione lenta caratteristica di questo sport è congeniale a valorizzare sponsorizzazioni di ampio respiro anche per noi imprese”.
Si è appena chiusa l’èra di Federer. Ma il tennis continua a svelare epiche sfide, tra le sue leggende e protagonisti sempre nuovi: l’ultimo capitolo della mattinata fogliante è dedicata allo storytelling. Una chiacchierata fra giornalisti – Emilio Mancuso e Vincenzo Martucci –, scrittori – Matteo Codignola e Giorgia Mecca –, ex campioni e commentatori tv – Paolo Bertolucci. “Raccontare il tennis è questione di equilibrio”, spiega Bertolucci. “Sei in diretta, concentrato, sotto la pressione di una massa di appassionati particolarmente colta: serve linguaggio tecnico ma anche la semplicità di chi parla a casa di un amico”. Spuntano idee, anche diverse, su quanto sia difficile avvicinare il tennista, sempre in viaggio o in gioco, per chi lo racconta. Ma su una cosa, tutti gli ospiti sono d’accordo: “Oggi l’Italia è fra le prime quattro potenze mondiali: non è questione di se, ma di quando ci porteremo a casa la Coppa Davis”. Le Atp Finals a Torino sono soltanto l’inizio.
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