festa dell'innovazione

Roberto Sergio: "TeleMeloni? Macché, la Rai è Teleopposizioni. Bortone doveva essere licenziata"

L'amministratore delegato della tv pubblica all'evento del Foglio: "La legge sulla par condicio è superata. La staffetta con il direttore Rossi? Ci sarà. Fiorello a Sanremo? Da metà luglio inizierò con il pressing". E risponde a Pier Silvio Berlusconi: "Siamo noi i leader"

Risponde a Pier Silvio Berlusconi, che settimana scorsa aveva detto di aver battuto con Mediaset la Rai in termini di ascolti: "Abbiamo già smentito. È il servizio pubblico il vero target da tenere in considerazione". Ma soprattutto l'amministratore delegato della Rai Roberto Sergio, intervistato da Salvatore Merlo nel corso della Festa dell'Innovazione a Venezia, respinge al mittente le accuse di TeleMeloni. "Più che altro dovrebbero chiamarci Teleopposizioni. Mi hanno girato un report dell'Osservatorio di Pavia. Mai come nella mia gestione c'è stato spazio per le opposizioni, mentre si è ridotto il tempo per la presidente del Consiglio".

Il colloquio con Sergio è l'occasione per tornare sul famoso caso Scurati, con l'azienda accusata di censura per non aver fatto leggere l'intervento dello scrittore, come denunciato dalla conduttrice Serena Bortone poco prima del 25 aprile. "Bortone doveva essere licenziata per quello che ha fatto, e invece non è stata punita. In nessuna azienda sarebbe consentito fare un post contro l'azienda per cui lavora. Adesso l'11 giugno avrà modo di chiarire e prenderemo una decisione". Quindi nessuna censura? "C'è stato un grande ribaltamento della realtà sulla vicenda", spiega Sergio. Il quale racconta di aver mandato un messaggio "alla Bortone per chiederle di mandare in onda il discorso Scurati non è venuto perché non è stato pagato". Eppure nel prossimo palinsesto alla Bortone sono state dimezzate le puntate del suo programma. "Ma in questo momento nessuno di noi conosce i palinsesti, che verranno presentati venerdì prossimo", ribatte l'ad della tv di stato. 

Nella tv italiana "non credo ci sia un duopolio ma una grande offerta lineare. Quando si parte dal 2 per cento si può anche raddoppiare ma noi siamo oltre il 35 per cento", ha detto Sergio a proposito della fine del controllo del mercato da parte di Rai e Mediaset con l'ingresso di Discovery e del Nove. A proposito di fuoriuscite, oltre a Fazio e Amadeus, anche Annunziata l'anno scorso ha lasciato la Rai e quest'anno si è candidata alle europee con il Pd. "È la prova che quell'intenzione ce l'aveva già all'epoca. Già allora era candidata", dice Sergio. "Dimostra che tutte le polemiche furono strumentali. Chi se n'è andato lo ha fatto per ragioni personali, economiche e politiche".

Quanto al direttore dell'Approfondimento, Paolo Corsini, accusato di militanza per FdI dopo le sue parole all'ultima Atreju: è passibile di licenziamento? "È stato fatto un richiamo formale. Tendenzialmente in Rai in questo momento non è stato punito nessuno", argomenta l'ad. Che a proposito delle proteste di chi accusa la maggioranza di lottizzazione organizzando scioperi dice: "Il diritto di sciopero è sacrosanto, ma è altrettanto sacrosanto il diritto a non scioperare. Tant'è che i tg sono andati in onda".

Sempre secondo Sergio, "sicuramente la legge sulla par condicio è superata, ma noi ci dobbiamo attenere perché ci sono delle responsabilità personali. Spero che la si superi, così come la legge sulla governance della Rai". All'inizio del suo mandato era evidente l'ipotesi di staffetta con il direttore generale Giampaolo Rossi. Quest'ipotesi è venuta meno? "Mi è stato chiesto di completare un mandato di tre anni. Ho accettato. Ho nominato il giorno stesso un direttore generale che stimo e che sarà il prossimo ad. Io farò il direttore generale. Siamo amici ma soprattutto persone che si stimano", ha rassicurato Sergio. 

L'ultimo domanda è su Carlo Conti a Sanremo. "E' sempre stato il mio candidato. Credo che farà un grande Sanremo". Fiorello? "In questo momento è sul divano, riposa. Ma sa che inizierò il pressing a metà luglio". 

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