festa dell'ottimismo
L'intervista a Francesca Fagnani alla Festa del Foglio
La conduttrice di "Belve" intervistata da Andrea Minuz alla Festa dell'ottimismo: "La mia televisione è anche una reazione all'ipocrisia per cui certi pregi degli uomini sono considerati difetti nelle donne"
Intervistata da Andrea Minuz alla Festa dell'ottimismo, Francesca Fagnani si è detta "persona ansiosa, essere ottimista per me è uno sforzo, e una Festa dell’ottimismo va decisamente controcorrente".
"Mi piace la parodia che fa di me Vincenzo De Lucia, quando risponde 'se vabbè, lallero'", ha risposto la conduttrice di "Belve" alla domanda di Minuz. Sugli inizi, dice, "i miei modelli sono stati anche i miei maestri: Giovanni Minoli e Michele Santoro, con il quale quando facevamo il 22 per cento volavano gli stracci, c'era un'ansia da prestazione altissima. Era una televisione d'altri tempi".
"Belve" una trasmissione capace di integrare il pubblico dei social con quello della tv generalista? “Non so come sia successo" risponde Fagnani, "forse perché c'è bisogno di proporre dei contenuti che in qualche modo raggiungono i ragazzi. Poi se le interviste diventano virali è merito degli ospiti”.
"In tv le donne vengono raccontate come vittime, e in parte è un bene, ma culturalmente io volevo fare un programma che rivendicasse ciò che per un uomo è un pregio e per una donna un difetto, come l’ambizione, il carrierismo…”, prosegue la conduttrice sul titolo rivendicativo della sua trasmissione. "Anche nelle redazioni più progressiste in cui ho lavorato, ho sempre guadagnato di meno rispetto agli uomini. C'è un'ipocrisia del giornalismo, 'Belve' è anche una reazione a quello".
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