E se fosse vero amore?
Mi piacerebbe sistemarmi. Sposarsi è una bella idea”, aveva detto qualche mese fa Jerry Hall, ex supermodella texana dalle gambe lunghissime. Pareva la battuta di una donna molto bella che aveva avuto tutto, la carriera, il rock, gli uomini, quattro figli, canzoni che parlavano di lei, ritratti dipinti da artisti famosi, le copertine dei magazine più glam del mondo, l’autobiografia, l’asta delle opere con lei protagonista, le corna, le controcorna, la svolta agricola, il giardinaggio e due galline, e che a quasi sessant’anni diceva: ora ci vuole un bel matrimonio. Giri il mondo, fai l’amore con i più desiderabili uomini del pianeta, sfili, canti, balli, fai la musa, e poi rimpiangi di non aver detto “lo voglio”. Un vezzo quasi, per poter dire “ho fatto tutto”, il rodeo a casa in Texas da ragazzina – dove Jerry era la più alta con la sua sorella gemella Terry, le gemelle più alte mai nate nello stato, e papà voleva solo figli maschi ed era sempre nervoso e manesco –, la spiaggia di Saint Tropez dove quella bellezza non poteva non essere notata, poi Parigi e Londra e New York, i cantanti belli e maledetti, Mick Jagger strappato all’allora moglie Bianca, gli anni Settanta e Ottanta impigliati nei capelli biondi.
Ora che Jerry Hall è promessa sposa di Rupert Murdoch, il tycoon australiano ottantaquattrenne padrone di News Corp., ora che la loro relazione è ufficiale dopo mesi di chiacchiere e malignità, condita dai sorrisi complici – teneri – mostrati in pubblico, si capisce che quella di un anno fa non era una battuta. Era il sogno di una donna tornata ragazzina, o di una ragazzina che ha sempre cercato il principe azzurro, fin da quando sua madre le disse, dopo aver visto “Caccia al ladro”, di andare in Costa azzurra, “quello è il posto in cui bisogna essere”, vai, scappa. Bastò un giorno in spiaggia, a Jerry, per essere notata, vuoi fare la modella?, “ye-es!”, e partì la giostra magica di passerelle, feste, appartamenti condivisi con Grace Jones, corteggiamenti, amanti, soldi insperati, attenzioni, gli anni Settanta delle rockstar e degli artisti, quelli che se ci pensi sospiri. Jerry cercava ostinata l’uomo giusto, “a volte penso: ‘Forse Mr. Right è alla fine della strada, qualcuno che mi porti via da questa follia”, diceva. Nel 1977 quell’uomo arrivò, “eravamo a New York, mi sono trovata seduta tra Mick Jagger e Warren Beatty – ha scritto nell’autobiografia pubblicata nel 2010 – Si litigavano la mia attenzione. Mick era ancora sposato con Bianca, ma mi fece ridere. Dopo cena andammo allo Studio 54, e per i 23 anni a seguire io e Mick abbiamo celebrato quella data, il 21 maggio del 1977. Era gentile, affascinante, divertente, seducente, mi piaceva quel suo modo di fregarsene di quel che pensavano gli altri, era sicuro di sé, dominava la scena, era figo”.
Rupert Murdoch con i matrimoni non è stato avaro: il primo non lo ricorda quasi nemmeno lui, la figlia che ebbe allora è rimasta lontana dalle luci e dalle aziende di famiglia; il secondo è stato lungo, non brillava per fedeltà, però Murdoch stava costruendo un impero e cosa vuoi dirgli, sua moglie si dedicò ai figli, provò a tenersi attaccato un uomo che rincorreva altri spazi, altri tempi, altri mondi, altre donne, altri sogni, e non ci riuscì mai; il terzo è stato ostacolato e appassionato, come piace al tycoon che ama pensarsi politicamente scorrettissimo: lei faceva la traduttrice in una filiale di News Corp. nel lontano est asiatico, lui la notò subito, i figli quasi svennero, dài papà la segretaria che banalità, e Rupert ignorò qualsiasi commento, soprattutto proprio quelli dei figli, e sposò Wendi. Il matrimonio è finito due anni fa con molta fretta e con molta furia, nemmeno una frase di circostanza, un “conscious uncoupling” qualsiasi. E’ finito e basta. Pare che siano stati i tradimenti di lei, questa volta, a far crollare tutto: uno in particolare, quello con l’ex premier britannico Tony Blair. Nessuno ha mai confermato, s’intende, tutti hanno sempre smentito, e se questo dovrebbe farci tranquillamente pensare che è tutto vero, non si spiega il fatto che Cherie Blair sia rimasta tanto zitta: una first lady che apre la porta in mutande ai giornalisti non dovrebbe avere problemi a lanciare piatti fuori dalla finestra di fronte a un tradimento così enorme, così insopportabile, così poco opportuno pure, perché per alienarti l’amicizia di Rupert Murdoch devi essere proprio cretino, con i bigliettini di Wendi lasciati sbadatamente in giro – come ha raccontato un articolo di Vanity Fair che suonava falso a ogni riga ma era troppo bello e allora lo citiamo di continuo – mi piace tutto di te Tony, mi manca tutto di te Tony, “lui ha un corpo così bello, e delle gambe, e un culo, è magro e alto e ha una bella pelle. Occhi blu che adoro, e adoro anche il suo potere sul palco, e poi che altro, che altro…”.
Rupert non ha mai più visto Tony Blair, che pure aveva battezzato la figlia maggiore avuta con Wendi, Grace, e che pure era stato il suo pupillo negli anni travolgenti del New Labour britannico, non ha più visto Wendi, ha stanziato i soldi che servivano per il divorzio, ha creato un trust per le due piccole bambine, e finalmente si è deciso a definire una linea di successione con i due figli maschi, Lachlan e Jason, dopo anni di voci ricorrenti sullo Squalo che mangia i suoi delfini, facendo tremare Wendi, che si era piazzata in mezzo alle dinamiche di famiglia per imporre i suoi interessi in quell’intrico di rotture, pacificazioni, sgarbi, rancori e ambizioni. Chissà che ne sarà ora delle piccoline, che hanno dieci e dodici anni, una mamma detestata dal resto della famiglia, un padre instancabile e quattro nuovi fratellastri in arrivo.
Non che i nuovi arrivati abbiano bisogno di un tetto sotto cui dormire come alternativa al ponte, sono pur sempre i figli di Mick Jagger. Ma siccome immaginare un sentimento sincero tra Jerry Hall e Rupert Murdoch – un romanticismo insensibile agli anni e ai contratti matrimoniali già stipulati e ai figli e alle aziende, che follia – è impossibile, non si fa che insinuare che debba per forza esserci un’altra spiegazione a un matrionio tanto improbabile. Follow the money. Quando Jerry Hall decise, qualche anno fa, di vendere la collezione dei propri ritratti – il più famoso era dipinto da Lucian Freud, che era anche lo zio dell’ex marito di Elisabeth Murdoch, ritraeva Jerry incinta di otto mesi, “ero grassa e incinta, avevo le tette giganti e i capezzoli scuri e quella protuberanza, ma attraverso i suoi occhi cominciai a sentirmi bella e magnifica, stupendo, ero travolta dalla sensazione di sentirmi bene nella mia pelle, il regalo più bello che abbia mai ricevuto” – molti le chiesero se lo faceva per soldi. Lei disse che sì, in effetti il valore delle opere stava raggiungendo un picco, che voleva aiutare i suoi figli che iniziavano a essere grandi e pieni di sogni da realizzare, e che un po’ di soldi sarebbero stati utili. Ma come?, non bastavano gli alimenti del divorzio con Jagger? I numeri non sono mai stati pubblicati nel dettaglio, ma i media hanno parlato di un accordo di dieci milioni di sterline, il mantenimento dei figli e la proprietà della mansion nel Surrey, casa da cinque milioni di sterline. Un patrimonio così e Jerry Hall cerca altri introiti?, dev’essere insaziabile.
Con il suo sorriso ha sempre coperto ogni malevolenza, Jerry, il suo rapporto con Mick Jagger era leggenda, un pezzo di storia che non andava toccata, figurarsi compromessa, dopo tanti scandali e tante sofferenze. “L’ho salvato dall’eroina – ha detto Jerry parlando di Mick – ma non sono mai riuscita a salvarlo dalle donne”. Anche una modella texana alta un metro e ottantadue può ritrovarsi incapace di proteggersi dall’istinto di un uomo. Mick aveva avuto tante relazioni, vere, presunte, chiacchieratissime, dolorose, ma quando arrivò Carla Bruni il rapporto con Jerry quasi collassò. Jerry ha ammesso che è stato l’unico sospetto che quasi la spezzò, ma Mick negava, negava sempre, negava tutto, negava fino all’ultimo, “credo sia così che fanno sempre gli uomini”, ha detto Jerry, finendo per credergli, perché è così che fanno sempre le donne. Come pegno d’amore, Jerry chiese al fedifrago un matrimonio, andarono a Ubud, la capitale religiosa di Bali, nel novembre del 1990, e celebrarono quello che lei considerò uno sposalizio (ma lui no, non lo registrò mai, quando lei quasi dieci anni dopo chiese il divorzio scoprì che non poteva divorziare, perché non era sposata con Jagger: inizialmente ci restò male, ma poi perdonò anche quello, comunque era tutto finito, lei che aveva sempre creduto a tutto quel che lui diceva ignorando ogni principio di realtà, non riuscì a salvare la propria immaginazione quando scoprì che Jagger aveva da poco avuto un figlio da una modella brasiliana poco più che ventenne). La cerimonia fu celebrata nella casa di un intagliatore, il sacerdote indù tirò il collo a un pollo e ne sparse il sangue per tutte le stanze, per purificare la dimora e il matrimonio. Due anni dopo Jerry partorì il terzo figlio, Carla Bruni circolava ancora nei dintorni, “lascia stare il mio uomo”, le disse la texana, ma non fece altro, voleva credere a Jagger e gli diede un quarto figlio (Carlà intanto aveva già trovato altro da fare). Ancora qualche anno insieme, poi la modella brasiliana e la fine: ci ha messo dieci anni, Jerry, a riprendersi, ha raccontato che non ha mai smesso di amare Mick, che sapeva che non potevano più stare insieme, ma non riusciva a trovare un modo per non buttare via tutto, per salvaguardare l’amore della sua vita, quello che l’aveva salvata dalla follia, il padre dei suoi figli, il bugiardo cui devi credere sempre, scrisse un’autobiografia e vendette i ritratti, e poi finalmente riuscì a dire: “Siamo amici, stiamo bene”.
[**Video_box_2**]Da Mick Jagger a Rupert Murdoch, come si fa?, dev’esserci qualcosa d’altro. Li chiamano già, Jerry e il suo promesso sposo, la Bella e la Bestia o la Principessa e il Ranocchio – i riferimenti culturali degli infanti, poi dice che l’età adulta è scomparsa –, dicono che ci vuole del coraggio a volersi sposare a quell’età (di lui), insinuano che sia tutta una faccenda finanziaria (di lei), sezionano patrimoni e pettegolezzi (di entrambi), favoleggiano sulle vendette incrociate che coinvolgono il Regno Unito intero e un pezzo d’America, la politica, la musica, i salotti, la storia degli ultimi quarant’anni paillettes dopo paillettes. Ma se poi vai a guardare bene scopri che: Rupert poteva benissimo fare a meno di un altro matrimonio, ma non ha alcun motivo per non celebrarne un altro; Jerry non ha bisogno di soldi, puoi essere insaziabile quanto vuoi, ma sposarti con un vecchietto solo per convenienza quando sei Jerry Hall non ha alcun senso; non c’è un’ex moglie da punire, non c’è un marito cui dire “vedi cosa ti sei perso”, perché lui non ascolta e tutte le controcorna di Jerry non sono mai servite a nulla. Così, nelle parentesi di articoli antipatizzanti (l’odio per Murdoch è una missione per molti, lei è la moglie-trofeo da sacrificare), molti sono costretti ad ammettere che Jerry e Rupert si guardano come due ragazzini, si divertono, ridono. Se paiono innamorati, magari lo sono davvero, non è così impossibile realizzare che l’amore esiste, e mentre noi perdiamo tempo a elucubrare sui matrimoni di convenienza, sulle ire degli eredi, sull’avidità, chi li ha visti da vicino dice senza troppo stupore: “Sembra una coppia perfetta”.
Il Foglio sportivo - in corpore sano