La caduta dei principi azzurri
A far spiccare le star di Hollywood, è una certa allure che loro stessi contribuiscono a creare e a mantenere, finché a un certo punto, non si sa perché, fanno qualcosa di storto e la offuscano, a volte irrimediabilmente. Al cinema sono belli e talentuosi a casa mariti e padri favolosi, e poi tutt’a un tratto assistiamo alla scena di questi uomini che saliti sul palco da conquistatori, ne escono malconci, gravati dalle accuse di mogli inviperite, da ingenti richieste economiche e dagli sberleffi dei fan.
A lungo Angelina Jolie ha magnificato Brad Pitt quale compagno straordinario e padre eccellente, una presenza costante che mai ha vacillato dinanzi alla tempesta che peraltro sembrava si guardasse bene dall’insidiare una coppia così salda e ben stretta l’una all’altro. Ora l’amato Brad è accusato dalla consorte con una violenza che ferisce, ferisce lui, ferisce i suoi ammiratori. L’accusa d’essere un cattivo padre è la peggiore delle accuse per un uomo che fino a ieri camminava a testa alta ovunque, esibendo i suoi figli e il proprio amore, esibendo la moglie, la cura per lei; ma ora la muliebre vendetta lo precipita nel più meschino girone, quello dei tristi ubriaconi hollywoodiani e dei drogati ricchi e impuniti, ben lontani dal disgraziato tossicomane interpretato da Frank Sinatra nel memorabile “L’uomo dal braccio d’oro”. La scenata di Brad Pitt dentro l’aereo, tutt’altro che paterno e indulgente quando ubbriaco ha urlato di rabbia e ha aggredito il figlio Maddox, pare abbia fatto tremare la Jolie per l’incolumità di tutti i suoi figli. Fortemente attaccata a loro, se li è stretti a sé a ha rotto con Pitt. Ora che non è più una stella così brillante come la sua bella e sana immagine chiedeva e offriva, Brad sarà messo alla gogna? Fare a pezzi chi fino al giorno prima si è idolatrato è la grande passione degli uomini, calpestarne il bel viso, trovargli ogni traccia di orrore, nemmeno fosse il ritratto di Dorian Gray portato alla luce del sole, smascherato con tutti i suoi difetti, e quel perfido sorriso. Ma Dorian Gray davanti alla sua immagine intollerabile si pugnala, e così i fans più scatenati si aspettano la degna conclusione che fu di molti attori hollywoodiani: la pazzia o la morte.
Quanta autodistruzione! Anche per i potenti e i famosi è difficile volersi bene. Forse rimpiangono d’essere arrivati troppo in fretta al successo o forse temono di non meritarlo e un indecifrato senso di colpa improvvisamente esige una punizione, chissà. E’ per questo demone che Pitt sputtana una bella storia di dieci anni e più, e la fa precipitare tra i soliti avvocati e i gossip più maligni? Possibile che non lotti con se stesso, cercando di smorzare le proprie intemperanze? Neppure pensa ai suoi sei figli, anzi si sfoga su di loro costringendo l’Fbi ad aprire un’indagine su di lui. Urgerebbe un lieto fine, anzi due, piuttosto grotteschi a onor del vero. Johnny Depp ora consola la Jolie, ma poco prima l’ha fatto lei durante il divorzio dell’attore da Amber Heard. E Depp era accusato più o meno delle stesse cose di cui ora è accusato Pitt, e qualcosina di più. Aveva conosciuto la moglie Amber sul set del film “The Rum Diary”, dopo quindici mesi di matrimonio lei chiede il divorzio perché malmenata più volte, dice: “Una volta strafatto e ubriaco, ha piegato il braccio come fosse un lanciatore di baseball e mi ha tirato in faccia l’Iphone con grande forza colpendomi la guancia e l’occhio, poi mi ha afferrato con violenza i capelli e colpita più volte in faccia”. Giorni dopo esibisce il volto tumefatto, poi un video in cui Depp sbraita e la minaccia. Ma pochi le credono. Un intreccio torbido, sembra che lei cercasse in ogni modo di provocare la violenza del marito, di farlo impazzire di gelosia, essendo in verità innamorata di Cara Delevingne. Che pasticcio.
Johnny Depp con Amber Heard (foto LaPresse)
E ora, come districare la matassa matrimoniale se tutt’e due le parti in causa sono inflessibili nelle loro versioni? Tanto per dirne una: Amber è una manipolatrice senza scrupoli e avrebbe montato tutto per rovinare Depp. Dal canto suo Pitt – che cognome ridicolo a questo punto della storia, ma autolesionista anche quello di Depp che in tedesco vuol dire “balordo” – chiede insistentemente di potersi sottoporre alla macchina della verità, ma il giudice nicchia, forse ricordandosi di come nel suo primo film di successo Brad avesse turlupinato Thelma e Louise. Nel frattempo, se in qualità di padri e mariti le star deludono, anche le loro imprese filantropiche si macchiano. Pitt, Depp, e altri sostengono di usare la loro immagine in modo responsabile, giusto per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle calamità che affliggono il mondo, ma il dubbio s’insinua: davvero sono mossi da un senso di giustizia e carità, o furbescamente seguono la nuova moda? Cosa li spinge, la compassione o l’avidità di gloria? Sono esibizionisti implacabili cui non bastano i fasti di Hollywood e le centomila copertine su tutte le riviste del mondo? O forse temono di passare per egoisti dediti a spendere il loro denaro senza combinare nulla di rilevante, esseri effimeri e superficiali, figurine che solo lo schermo può vivificare? Tanto più un attore è celebre e idolatrato, tanto più è esposto alle malelingue che prima o poi gli si scatenano contro. Se agli dei si perdona di tutto, a coloro che nell’immaginario li uguagliano non si perdona niente, si attendono al varco per abbatterli. Non è facile distinguere tra quello che sono in realtà e come appaiono nella finzione, non si sa più quanto la loro stessa vita faccia parte della scena e quanto della quotidiana routine.
Brad Pitt e Michael Douglas, ad esempio: l’uno pareva un angelo, l’altro un demonio ma ora le cose si capovolgono. In un momento di grande pericolo psichico e fisico il sempre scatenato Michael Douglas ha finalmente trovato un po’ di pace, scrollandosi di dosso un tumultuoso passato che tuttavia, a suo dire, ha continuato a perseguitarlo anche da redento, non dandogli tregua e tormentandolo. Si è in qualche modo affrancato dalle proprie violente compulsioni laddove Pitt c’è da poco caduto; un angelo caduto e un diavolo salito alla gloria di discreto e ostinato padre e marito. Eppure, non è ben strano che il periodo della sregolatezza sessuale di Douglas coincida con i suoi massimi successi al cinema, quando interpretava la parte del marito infedele, schiavo del sesso e attraente al punto da far girare la testa alle donne più belle consacrandosi come sex symbol degli anni Novanta? Tutto a Hollywood è molto strano, inquietante e fin disumano, specie quando si ha per padre un seduttore impenitente che si chiama Kirk, Kirk Douglas. Quel padre che il figlio riusciva a vedere da bambino più al cinema che dal vero, gli occhi ipnotizzati dallo schermo: l’arte del padre già lo stava conquistando. Ma non solo l’arte, anche una potente smania sessuale: quando le qualità di Michael emergono nei film che gira, invece di andare a caccia di gloria va a caccia grossa di donne, e quindi di guai. A pagarne le conseguenze sarà il figlio del primo matrimonio, Camerun, che cade nell’eroina e finisce in carcere quando già Michael si è liberato dalle sue dipendenze grazie a una studiata, e rispettata monogamia con Caterina Zeta Jones. Arriva la diagnosi di tumore alla lingua, per un artista della parola è la punizione peggiore. Ma come ha dichiarato recentemente lui stesso: “Degli alti e bassi dell’esistenza me ne sono fatto una ragione”!
Non tutti ci riescono. Dopo aver trascorso giornate intere sul set di “Giorni di tuono”, Nicole Kidman sposò Tom Cruise, la star del momento. A coronamento di dieci anni di matrimonio Tom Cruise la lascia, come ha raccontato lei stessa: “Mi c’è voluto tanto tempo per guarire. Per me è stato uno choc. Tom mi aveva fatto girare la testa, sarei andata fino in capo al mondo per lui… ero totalmente infervorata, ero pazzamente, appassionatamente innamorata”. Padri, o meglio padrini, assai pericolosi dominavano il suo amato. Ben più dell’affascinante moglie Nicole, è Scientology a possedere l’anima di Tom Cruise, in tal modo svuotandola. Tom spia sua moglie, vuole portarla nella setta per rafforzare la loro unione, che invece lei detesta. L’ultimo film di Kubrick girato con Nicole, “Eyes Wide Shut”, lo smaschera. Cruise non è all’altezza del ruolo, sembra che nemmeno capisca che razza di film sta girando e cosa il regista voglia da lui: un briciolo di vitalità che nemmeno si sogna di apparire, il suo volto è di marmo. Scientology ha fatto terra bruciata, ha avuto quel che voleva, uno dei loro princìpi è l’assoluta proibizione per i membri ad avere contatti con chi li critica, e Nicole li critica eccome. Cruise, al tempo una delle star più potenti di Hollywood, non dispone più di sé, è assoggettato da una chiesa che esercita su di lui un potere massimo. Ma perché ha aderito con tutto se stesso a questo culto, sacrificando le due mogli, più la sua bambina, la piccola Suri? Per essere – dice lui- psichicamente rafforzato, tutelato e separato da tutti i suoi mali, e realizzare così una centralità e invulnerabilità assoluta, perfetta e imperitura, senz’ombra. Sembra l’incarnazione riuscitissima di uno dei tanti film che vedono come protagonisti gli schiavi di Satana o misteriose entità che vengono da lontano, come quel capolavoro che è “L’invasione degli ultracorpi” di Don Siegel, con gli uomini che vagano senza amore, in una quotidianità sterile e tutta piatta. Ecco qualcosa di ben più inquietante delle debolezze di Pitt e della furia sessuale di Douglas, che alla fin fine sono molto più umane, come gli occhi da cerbiatto dell’uno e da tigrotto dell’altro.
Ma il più feroce tra i mariti è un altro ancora, Mel Gibson, nonostante che quel Mel derivi da San Mel, un santo irlandese del XVI secolo assai venerato. Non è un santo Mel Gibson, però la religione lo appassiona, in un modo piuttosto perverso, naturalmente. Il sangue gli piace, in “Braveheart” e in “Apocalypto” lo schermo ne gronda, ancor più ne “La Passione”: la furia omicida che ci mette nel frustare Nostro Signore, facendo della sua carne un macello, è senza pari, nessun regista era arrivato a tanto. Disgustata, la prima moglie se n’era andata dopo avergli dato sette figli, con quattrocento milioni di dollari in tasca. La compagna musicista Oksana Grigorieva l’ha denunciato, qualche anno fa, per maltrattamenti, insulti a sfondo sessuale e razzista e anche minacce di morte. In una telefonata registrata lui le diceva bestialità del tipo: “Brutta scrofa, meriti di essere stuprata da quindici negri”. Spesso ubriaco, Mel due anni fa è arrestato, insulta pesantemente gli ebrei e un po’ tutti quel che gli capitano sottomano. Ecco che la sua carriera finisce nel disonore pubblico. Forbes intanto lo declassa, il suo nome non compare più accanto alle star che contano, anzi sono le star a non volere comparire accanto a lui, ormai è il diavolo. Pensare che nel 1985 Mel Gibson era stato votato dalla rivista People “l’uomo più sexy del mondo”. Invano Jodie Foster si prende cura di Mel, trascinandolo nella parte di Mr. Beaver il recuperato; il film fallisce, d’altronde non era Jodie l’ambigua musa poliziotta del feroce Hannibal Lecter, che lei tentava di imbonire?
Tutte queste accuse insinueranno dentro questi uomini qualcosa, inizieranno a vedersi così come le mogli li raffigurano. Ah questi principi azzurri che alla prima bestialità, magari solo una sberla o poco più, soccombono al senso di colpa che subito li stringe con una morsa che impedisce loro quella lucidità necessaria, per riprendersi. Dovrebbero imparare dal grande Frank Sinatra che tante ne combinò alla luce del sole e che riuscì a morire cullato da tutto il mondo, con figli e mogli piangenti al suo capezzale e tutti i più grandi divi al suo funerale. E sì che di litigi con le mogli ne aveva fatti eccome, ed era caduto tanto in basso che pareva impossibile risorgesse, e invece eccolo lì il mese dopo che recita a fianco di Burt Lancaster e Montgomery Clift in “Da qui all’eternità”, e il suo patrimonio cresce e va sempre più su, e se la sua faccia è da schiaffi, attira anche tanto desiderio, che tutto gli si perdona ma proprio tutto, e Kennedy lo adora e Nixon lo vuole sempre a cena e Reagan lo invita sempre nella Sala Ovale a contarsela su tra un whisky e un altro. Persino Indro Montanelli quando fondò la Voce pensò bene di fargliene pubblico omaggio. Montanelli, che aveva visto e conosciuto parecchi uomini di mondo onorò chi seppe cavarsela alla grande in ogni frangente. Frank intanto continua a combinarne di tutti i colori, tresca con la sua ex moglie Mia Farrow, che gli dà un figlio segreto mentre è fidanzata con Woody Allen, facendo credere ad Allen sia suo. Anni dopo Allen, guarda caso, si mette con la figlia adottiva della Farrow Soon Yi, intanto uno dopo l’altro gira film con le donne più intriganti del momento. Insomma, se si cavalca l’onda del successo occorre, astuzia e faccia tosta, per restare in sella, se no quando si va a sbattere, e si cade, non ci si rialza.
Il Foglio sportivo - in corpore sano