Basta con il diritto di veto nell'Ue, dice Sassoli
Il presidente del Parlamento Ue, alla Festa del Foglio, ci parla della riforma del trattato di Dublino. "Per far crescere i nostri paesi ci vuole l'Europa"
Come si racconta l’Europa? Come si può parlare di un mondo percepito come lontano, da distruggere in nome di un interesse nazionale? Parte come un viaggio l’intervento alla Festa del Foglio di David Sassoli, intervistato da Paola Peduzzi. Un viaggio che inizia dal voto della prossima settimana al Parlamento europeo per l’insediamento della nuova Commissione. Dopo mesi di liti, di bocciature e di ricatti viene da chiedersi se anche il primo dicembre ci sarà da temere. Il presidente dell’Europarlamento inizia con una parola: “trasparenza”. “La trasparenza purtroppo viene spesso interpretata come noia. Qualcuno dice che forse abbiamo esagerato con la trasparenza, ma l’esistenza delle regole fa anche in modo che ci sia dibattito, passione, e quindi anche democrazia”. Il Parlamento ha bocciato tre dei commissari proposti da Ursula von der Leyen, prima dei candidati di Ungheria e Romania, poi la francese Sylvie Goulard. “Abbiamo bocciato tre commissari, ma questo non è un segnale negativo. E' stata democrazia”. Ursula von der Leyen, prosegue Sassoli, ha messo in piedi un modello ambizioso di Europa, per rilanciare la crescita europea. “Tutti i paesi si sono accorti che crescono poco e per far crescere i nostri paesi ci vuol l’Ue”. Nessuna stroncatura, le bocciature hanno fatto bene a Ursula von der Leyen e al suo progetto. “Sarebbe bello se quel processo venisse importato anche nei nostri paesi: immaginate ministri che devono sostenere quattro ore di audizione, un esame per dimostrare la loro competenza di fronte al Parlamento, farebbe soltanto bene".
Le elezioni europee di maggio hanno portato a una ridefinizione delle famiglie europee, l’Aula appare più variegata e il progetto europeista ora non è più affidato a due famiglie, bensì a quattro. E’ sembrato che questo abbia portato a un aumento del tasso di litigiosità, a un’Europa che a tratti è sembrata più impaurita. Prima delle elezioni le famiglie europeiste sembravano determinate a unirsi e dopo, questo sforzo sembrava essere rimasto impigliato tra i litigi. “Avere un fronte europeista molto largo è un’opportunità – dice il presidente del Parlamento Ue – le famiglie devono trovare convergenze e compromessi, due parole che vanno riscoperte e che costringono il fronte europeista a ragionare”. Nessun rischio, “E’ fantastico! Questa unicità è incominciata con il voto per la Von der Leyen e sarà questo lo spirito che dovrà accompagnare questa legislatura”. Nel mezzo di opportunità e compromessi sembra essersi persa anche una sfida importante, come l’istituzione di una commissione sulle ingerenze russe nelle politiche europee. Il processo è stato annacquato anche dal voto contrario di Lega e M5s, “Il dibattito verrà riaperto a Strasburgo, prossimamente verrà chiesta una nuova risoluzione per prevedere una commissione che indaghi sul fenomeno. C’è chi vuole un'Europa debole, le democrazie sono temi fragili di cui prendersi cura”. Per prendersi cura della democrazia europea bisogna iniziare anche a curarla, proteggerla a livello nazionale. E tra alleanza che si fanno e si sfanno sembra sempre più difficile. L’Italia ora ha un nuovo governo, un’alleanza tra Pd e M5s, che ha cambiato anche il rapporto tra Roma e Bruxelles, lasciando sperare in una ritrovata anima europeista. “E’ strano parlare di anima e politica, credo che questo governo potrebbe fare cose utili, mettere in campo politiche che aiutino l’Italia e l’Europa".
Nel suo primo discorso da presidente del Parlamento europeo, David Sassoli ha ricordato il tema dell’immigrazione e l’urgenza di portare avanti la riforma del trattato di Dublino. Il primo ostacolo sembra essere la difficoltà di trovare una solidarietà europea. “Bisogna mettere in discussione il punto di partenza. L’Europa non ha competenza sulle politiche migratorie, ma bisogna capire che chi arriva in Italia, arriva in Europa e l’Ue deve occuparsene. La riforma quindi può determinare questa svolta, può fare in modo che l’Ue metta in campo delle politiche su questo fenomeno.
Bisogna fare in modo che anche gli altri paesi siano sensibili alla questione, per esempio i paesi del nord. Per farlo, bisogna mostrarsi aperti anche ai loro problemi e considerare tutte le frontiere come frontiere europee. “Sono stato in Finlandia, una nazione grande come il lazio che spende moltissimo in Difesa, un esercito di 150 mila persone, e lo fa perché ha una frontiera con la Russia, Quella frontiera non è soltanto della Finlandia, ma è anche europea, anche italiana. Anche noi dobbiamo mostrarci più sensibili nei confronti dei problemi degli altri paesi”
La riforma del trattato è nel cassetto ma ci sono altre cose da rivedere in Ue, come il diritto di veto. Il diritto di veto, dice Sassoli, “è scandaloso”. Per andare avanti, prendere delle decisioni, l’attesa e fare in modo che tutti si trovino d’accordo non aiuta. Sono tante le cose di cui discutere, “ci sono due agende, una riguarda le regole, vogliamo una conferenza sugli strumenti della democrazia europea con cui si definiscano i meccanismi, in modo che vengano inquadrati legalmente in grado di far superare l’idea che l’Ue non decida mai”.
David Sassoli fa l’esempio della decisione di bloccare l’avvio dei negoziati per adesione all’Ue di Albania e Macedonia del nord. “Dopo che Parlamento, Commissione, Consiglio e 25 paesi 28 avevano detto di sì, il processo è stato interrotto. “. E’ stata soprattutto la Francia di Emmanuel Macron a imporsi e a spingere per rivedere e riformare il processo di adesione. “Il diritto di veto è anacronistico, deve essere rivisto.
Poi c’è l’altra agenda, “l’agenda delle politiche che Ursula von der Leyen ha indicato per la sua commissione. Le politiche devono allineare tutti i paesi, bisogna fare in modo che gli investimenti convergano. Il principio è che noi possiamo crescere se cresce l’Ue”. Questo è il nuovo paradigma, dice Sassoli.
Abbandonare il diritto di veto quindi non indica una resa, ma un’evoluzione secondo il presidente dell’Europarlamento. Le sfide di questa nuova legislatura saranno molte, nella Commissione ma anche nelle famiglie europee. Il primo che dovrà pensare al suo futuro sarà il Ppe, il Partito popolare europeo dovrà prendere una decisione sul futuro del partito di Viktor Orbán, attualmente sospeso.
C’è un dubbio e l’idea che la riammissione di Fidesz potrebbe aprire all’ingresso di altri partiti vicini al Orban, come la Lega. “Fidesz è un partito che fa parte della famiglia popolare che deciderà sul suo futuro, ma su altre adesioni mi sembra che il Ppe sia stato chiaro. Come ha detto il suo nuovo presidente, Donald Tusk, mai con i sovranisti!”. Alle spalle di David Sassoli scorrono le immagini di EuPorn, il progetto del Foglio per raccontare l’Europa, iniziato come una newsletter e proseguito come una rubrica. Quest’anno EuPorn, oltre a cercare il lato sexy dell’Europa, è anche alla ricerca di una definizione di stile di vita europeo, etichetta che affianca uno dei portafogli più discussi, quello del greco Margaritis Schinas. ma cos’è questo stile di vita europeo, questo european way of life che non è più da proteggere, ma da promuovere? “E’ scritto nei trattati, leggere i trattati è molto sexy!”
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