Cosa c'è nel Foglio della moda di novembre 2023
Giovedì 2 novembre 2023 in allegato con il Foglio c'è il mensile sul mondo della moda a cura di Fabiana Giacomotti
Com’è cambiato il racconto, la narrativa della moda nell’èra di TikTok? Se lo è domandato il numero di novembre del “Foglio della Moda”, il supplemento di cultura e industria della moda del “Foglio”, in edicola al centro del quotidiano giovedì 2 novembre, come ogni primo giovedì del mese. Il numero di novembre, tradizionalmente dedicato alle riflessioni sui grandi cambiamenti culturali del sistema industriale del lusso, prende in esame le peculiarità, le opportunità, le resistenze generate da questa piattaforma – evoluzione della vecchia televisione e di YouTube – che va sostituendo facebook e in un tempo abbastanza breve i motori di ricerca. Tanti usano già TikTok come fonte di informazioni, e lo fanno anche nella moda, come è evidente dalla crescita esponenziale non solo dell’hashtag #TikTokfashion con i suoi 71,3 miliardi di visualizzazioni, cresciuto del 300 per cento nel 2023, ma di #edutok (17.2 miliardi) e #booktok (188.1 miliardi).
Questo cambiamento, che ha dato nuove opportunità di lavoro anche a storiche firme del giornalismo, come racconta in un brillante diario Letizia Schatzinger, non pare governato con la sufficiente attenzione dalla moda, né dal punto di vista dei contenuti né da quello dell’etica e delle informazioni fornite, che tranne in rare eccezioni ne ha appaltato la gestione a società esterne e stenta ancora a valutarne tutti gli aspetti e le potenzialità, anche nella promozione, spesso scambiando i like per motivazioni di acquisto. Lo ha raccontato ad Antonio Mancinelli il ceo di Caffeina, la principale agenzia di comunicazione digitale italiana,Tiziano Tassi, che gestisce la comunicazione di tutte i più importanti brand del lusso sui social. Del valore sociale e politico di TikTok come leva per l’industria italiana della moda scrivono Michele Fioroni, coordinatore della Commissione Digitale della Conferenza delle Regioni ed Esperto di marketing e innovazione, Erika Andreetta, partner di PwC e responsabile luxury&retail, mentre l’intervista di apertura, illustrata da una tavola di Andrea Tarella, è a Laura Milani, head of luxury – Made in Italy hub di TikTok, cioè la manager che, dopo aver guidato l’evoluzione di aziende come Yahoo! e Facebook in Italia, oggi è ai vertici dell’evoluzione del media lanciato nel 2017 nel mondo nel nostro Paese.
Nell’ottica dell’e-commerce e dell’evoluzione digitale del lusso, ampio spazio è dedicato a un’analisi del boom di vendite – una collezione intera in poche ore – della nuova avventura imprenditoriale di Phoebe Philo, ex direttrice creativa di Celine, che dopo cinque anni di assenza ha scelto di dettare le regole del proprio lavoro, senza subirlo, producendo poco, di massima qualità, e tenendo il gruppo Lvmh in minoranza. Le sue moltissime fan nel mondo, che già collezionano suoi capi vintage, hanno risposto in massa, dimostrando che il sistema, quando non spaccia il mass market a prezzi elevati per lusso, tiene ancora benissimo.
Chiudono il numero il racconto del lungo incontro di Anton Giulio Onofri con il collettivo Claire Fontaine, amatissimo dalla moda, che dopo aver collaborato con Dior e Chiara Ferragni all’ultimo festival di Sanremo con uno scialle-manifesto (“pensati libera”), oggi dà il titolo alla Biennale d’Arte (“Foreigners everywhere”) e discute del valore delle parole nell’era digitale. Fra le altre rubriche e interventi, infine un debutto. “Archeomoda”: in onore al valore della memoria, anche in questo settore che, per prescrizione, guarda al futuro, ogni mese gli estratti di un libro, un documento, un saggio dimenticato e fuori catalogo che ci spiega molto del presente. Si inizia con Giorgio Armani, protagonista delle cronache di questi giorni grazie all’evoluzione impressa allo statuto del suo impero, raccontato da Silvia Giacomoni e fotografato da Alfa Castaldi nel 1983 in “L’Italia della moda” (Mazzotta).