La lista
Mappa fogliante dei regali che non avete ancora fatto
Diciamo insieme basta ai soliti maglioni dell’ultimo momento sotto l’albero di Natale, le idee ve le diamo noi. Dal sostegno all’esercito ucraino alla frutta dei kibbutz fino a un bel pandoro, rigorosamente Balocco
Dalla redazione del Foglio, un sincero auguri di buone feste e felice 2024. Ecco alcuni consigli per doni e pensieri ai quali – sicuramente – non avrete pensato. Se non sarete soddisfatti, qui potete trovare la lista dei libri da leggere consigliati sempre da noi (una buona lettura è sempre un buon regalo). Auguri!
Sostenere l’Ucraina
Il regalo più importante che l’occidente ha fatto a se stesso negli ultimi due anni è quello di aver capito quanto sia prezioso fare tutto il possibile per difendere una democrazia, quando questa viene assediata, minacciata, aggredita, invasa. Il regalo più importante che l'occidente ha fatto a se stesso negli ultimi due anni è aver dato il sostegno massimo all'Ucraina, a colpi di sanzioni contro la Russia, a colpi di finanziamenti a Kyiv, a colpi di armi inviate per aiutare l’esercito di un paese democratico a difendersi contro i colpi dell’esercito guidato da un dittatore sanguinario, come Putin. Se la causa ucraina è nel vostro cuore, come è nel nostro, un bel regalo che potreste fare a voi stessi, o anche a chi volete bene, è quello di collegarvi al sito della banca centrale ucraina, cliccare in alto a destra il pulsante “humanitarian aid” e inviare un contributo economico per offrire il vostro sostegno all'esercito ucraino. Le coordinate. Iban: DE05504000005040040066. Bic: MARKDESSARY-EFFICIENT BANKING-31 Germania. Fare qualcosa per difendere una democrazia assediata, oggi come non mai, significa fare qualcosa per difendere noi stessi. Auguri a tutti.
Claudio Cerasa
I frutti dei kibbutz
Alla faccia di tutte le campagne BDS del mondo che puzzano antisemitismo peggio delle università americane, alla faccia di tutte le Freedom Poltiglia e di tutti gli addolorati di Hamas che vorrebbero trasformare in un deserto l’agricoltura più rigogliosa del medio oriente, il regalo perfetto è bell’è pronto. Basta cliccare su i siti israeliani che vendono online prodotti alimentari, molta frutta ma non solo, anche dai kibbutz. Altro che i soliti cesti dei cugini di campagna, regaliamo i frutti della terra d’Israele. E per chi vuole la perfezione, ci sono le cantine che producono i magnifici vini del Golan. Sempre online. Sempre viva Israele.
Maurizio Crippa
Pure i giorni per i regali
Per Natale vorrei due giorni interi per fare i regali di Natale. Anzi, tre giorni interi in cui faccio colazione a casa con il pandoro e poi esco e come un genio azzecco tutti i regali. Pensieri per tutti, ma proprio tutti, impacchettati per bene. Di quelli che apri e poi piangi che sei contenta e non fingi. Per me vorrei una poltrona con i braccioli larghi, perché la mia l’ha presa il gatto ed è troppo sua ormai. I miei figli vogliono una cosa per niente romantica, una carta di credito per minorenni che si chiama Hype ed è una app. Dicono che sono gli unici al mondo a non averla e che tutti fanno tutto con il telefono tranne loro. Ma non si impacchetta! Neanche la poltrona, hanno detto. Invece sì che si impacchetta.
Annalena Benini
Scarpette da ballo
Il regalo che desideravo l’ho già ricevuto: l’Ucraina è più vicina all’Europa, inizieranno i negoziati e sono certa che gli ucraini faranno bene a tutti noi ancor più di quanto noi, uniti, possiamo far bene a loro. Guardo gli stanchi, i disfattisti, i declinisti, e passo, e lo farò più leggera con le scarpette da ballo che vorrei sotto l’albero – sono nere con l’elastico incrociato davanti. Vorrei anche il libro di Jacob Mikanowski “Goodbye, Eastern Europe”e le edizioni originali dei libri di Martin Amis. Un maglione rosso anche, che c’è bisogno di luce.
Paola Peduzzi
Le terme più vicine
Anni fa consigliai su queste pagine un mappamondo. Qualche epidemia dopo e come naturale conseguenza, suggerisco un buono per farsi (o far fare) un viaggio. Ci si può togliere il pensiero andando in una delle agenzie di viaggio sopravvissute all’organizzazione fai-da-te internet dipendente e scegliere una delle tante offerte messe a disposizione. Oppure, andare sul più celebre smartbox (e affini): due giorni alle terme, un giorno e mezzo in qualche resort sperduto tra i monti più o meno innevati, tre giorni in qualche città europea da scoprire o rivedere. L’importante, per chi può, è uscire dal proprio appartamento e guardare quel che offre il mondo. Com’è fatto, che cosa ha da dire. Scoprendo che magari il proprio quartiere non è l’inferno in terra né (per i più egocentrici) l’ombelico del mondo. E non serve andare alle Galapagos o a Bora Bora per scoprirlo.
Matteo Matzuzzi
“All the News That’s Fit to Print”
Nel negozio online ufficiale del New York Times, il giornale dei giornali, c’è la felpa dei miei sogni, quella che vorrei regalare a tutti, e che vorrei che tutti mi regalassero. C’è stampata sopra la celebre frase del 1897 attribuita a Adolph Ochs, leggendario proprietario del Chattanooga Times e poi del New York Times: “All the News That’s Fit to Print”. Una felpa che ci ricorda perché facciamo questo lavoro.
Giulia Pompili
Guanti
Un paio di guanti di pelle, il sostituto di una carezza all’addiaccio. Eleganti, li vesti e volano via l’inverno e le sue tracce.
Micol Flammini
Azioni Nvidia
Un Saluki, la versione persiana del levriero con i lineamenti del muso più dolci, gli occhi più grandi e le orecchie pelose che sembrano i capelli del caschetto di Valentina. L’edizione Mondadori coloratissima, degli anni Sessanta, de “La Seconda guerra mondiale” di Winston Churchill. Qualche azione Nvidia. Una sessione di coaching con Wendy Rhoades della serie Billions.
Cecilia Sala
Annuale Atac
Lancio un appello qui sperando di ricevere per il prossimo anno un abbonamento annuale all’Atac. Ho appena scoperto che la Meloni ha deciso di non rifinanziare più il Bonus Trasporti, “destinato a scomparire nel 2024. Verrà sostituito da un’altra misura, che avrà requisiti più restrittivi”. Nel nome della mia salute mentale credo di non voler essere in possesso di tali requisiti, tra i buoni propositi per l’anno nuovo ho segnato: basta sveglie alle otto di mattina ogni primo del mese per partecipare al click day, basta fissare per ore quel numero a sette zeri di utenti in coda e aspettare che diminuisca, per poi fallire ogni volta miseramente. Se pensate che impacchettare una tessera dell’autobus sia triste, accetto volentieri anche un motorino.
Priscilla Ruggiero
Un motorino, meglio
Stessa spiaggia stesso mare? Quasi: stessa città stessi problemi. Visto che Babbo Natale l’anno scorso non mi ha dato retta ci provo di nuovo: vorrei un motorino per affrontare meglio le ztl di Roma e cestinare l’abbonamento Atac. Poi vorrei anche un cellulare nuovo. E un tablet per leggere meglio la rassegna stampa al mattino. Infine una tv perché la mia ha smesso di parlare con il telecomando, che invece funziona ancora. Caro Babbo Natale, pago io, tu però scegli tutti i modelli e fai l'ordine. Grazie.
Maria Carla Sicilia
Occhiali da sole
Anche quest’anno e soprattutto se non l’avete fatto l’anno scorso: un paio di occhiali da sole. Non sono mai abbastanza, nemmeno se piove. Poi servirà anche una macchina fotografica, ma di quelle istantanee. Ché sul desktop tutto si perde, nel cassetto al massimo c’è la polvere. E infine una borsa da viaggio. Non serve troppo grande, basta che sia a portata di mano.Se invece volete proprio strafare, puntate sui documenti falsi. Pare che di questi tempi possano tornare molto utili. Auguri.
Ruggiero Montenegro
Un buon prosciutto
Visto che c’è crisi dappertutto e dappertutto c’è crisi e che la maggior parte dei regali che si fanno a Natale o non piacciono, capire cosa aggrada alla gente è fastidioso prima che complicato, o vengo lasciati per pigrizia in un antro della casa, evitate di fare regali duraturi. Regalate un buon prosciutto o un buon salame, magari con l’aglio così si mangia assieme. Se avete amici vegetariani, ma anche se non sono vegetariani, prendetegli una latta d’olio della Sabina, che lì in Sabina c’hanno l’ojo bbono, l’aria fina.
Giovanni Battistuzzi
Un buon Negroni
L’anno appena trascorso da neo-papà mi ha regalato infinita gioia ma ben poco sonno. Anche più neghittosità, quindi. Il prossimo lo vorrei con più aperitivi in compagnia e con più pedalate in bicicletta (anche per smaltirli, gli aperitivi). Per quanto riguarda il primo desiderio, la ricetta è semplice e ha un nome solo: Negroni. Variazione sul tema, con giro d’Italia annesso: regaliamo/ci un bitter a scelta tra il Super Taurus dei bassanesi Poli (robusto e potente come il camion dal quale prende il nome, che resiste agli acciacchi davanti alla distilleria) o il Bitter 34 della friulana Fred Jerbis, ai quali aggiungere il Vermouth Leardini, prodotto con vino Cesanese dell’entroterra laziale nell’omonimo liquorificio di Affile, e il delizioso gin “Gil” del cosentino Vecchio Magazzino Doganale (buono anche da solo). Per il secondo desiderio, invece, servono un po’ di nuova lena, altrettante gambe e magari un buon sellino Brooks.
Enrico Cicchetti
Un bel viaggio a Foggia
Regalatevi un viaggio a Foggia. Meritate di immergervi nella peggiore provincia di Italia secondo stimate classifiche. Vi si è recato persino Alain Elkann, non si capisce perché voi, cari lettori, dobbiate preferire St. Moritz o Canazei o Portofino o Bali. Colonna sonora del vostro viaggio in auto (il treno lo lasciamo ai lanzichenecchi): l’ultimo disco di Massimo Pericolo. Insegna un sacco di cose sulla provincia e anche se è una provincia molto diversa da questa perché più gelida e pianeggiante troverete delle similitudini. La provincia, alla fin fine, si somiglia tutta e crea dipendenza. A ogni modo, siate disposti a perderla a Foggia, quella macchina.
Luca Roberto
Giradischi vintage
In questi tempi meloniani e Sangiuliani i radical chic non vanno più di moda. E allora, sarà per anticonformismo, ma questo Natale mi sono svegliato radical chic. Non c’è niente di meglio dunque di un bel giradischi. Magari vintage. Certo al dono principale va allegato qualcosa da ascoltare. Ma visto che non ho ancora deciso a chi regalarlo vado di gusti miei. Nuovo Ep dei Cani e Baustelle. Due lati e due canzoni. Bellissimo. In edizione limitata però. E così mi dicono sia già terminata. Meglio cosi, a Natale va bene anche risparmiare, solo giradischi. D’altronde i radical chic sono belli tirchi.
Gianluca De Rosa
Donazioni a “One Family Fund”
Il Natale si festeggia la nascita di un bambino ebreo. Per i cristiani, la nascita di Gesù Cristo. Per i laici, la festa alle origini della civiltà occidentale che scandisce persino il nostro tempo, prima e dopo. E dopo il pogrom del 7 ottobre in Israele, quale regalo migliore di una piccola donazione a “One Family Fund”, il fondo israeliano che da trent’anni si prende cura delle famiglie spezzate dal terrorismo di Hamas? Israele è la nostra casa occidentale, sono i nostri fratelli maggiori, è la prima linea del fronte. Aiutarli è da bravi cristiani, potete farlo qui.
Giulio Meotti
Un carnet di biglietti aerei
Mi piacerebbe ricevere un carnet di biglietti aerei per più persone (2? 3? 4?), senza data e senza limite chilometrico, in modo da poter decidere all'ultimo momento dove, quando e con chi andare, a seconda dell'umore, del periodo dell’anno e della disponibilità di tempo. E, se potessi tramutarmi in Paperon de’ Paperoni, farei lo stesso regalo a figli, genitori, compagni e amici, tipo catena di Sant'Antonio in positivo: viaggiatori che cooptano altri viaggiatori che a loro volta li ricooptano, tutti incessantemente.
Marianna Rizzini
Mangiapannolini
Obbligatorio dotarsi di un mangiapannolini se davvero volete darci dentro con l’incremento demografico. Non fatevi ingannare dall’aspetto. Seppure in apparenza del tutto simile a un qualsiasi cassonetto di piccole dimensioni, il mangiapannolini, altrimenti chiamato in via più informale “mangia cacca”, può salvare l’ecosistema famigliare da una delle piaghe più temibili: l’olezzo di feci del neonato. Sapevate che, dati Oms, ogni bimbo appena nato fa la cacca mediamente tre volte al giorno? Per arginare un simile accanimento di mamma natura, il sistema meccanico interno all’aggeggio blocca e separa ogni singolo fagottino farcito impedendo la diffusione di miasmi altrimenti insopportabili. Difendete la vostra famiglia dai vapori mefitici delle vostre piccole creature. Comprate o fatevi compare un mangiapannolino.
Luca Gambardella
Aspirapolvere dal prezzo spaziale
Per Natale vi suggerisco di regalare uno di quegli aspirapolvere dalla forma astronautica e dal prezzo spaziale (almeno milletrecento euro), così da permettere al fortunato ricevente di aspirare qualsiasi forma di particella presente in casa, ma anche mobili, tendaggi, arredi e ogni genere di suppellettile. Quale modo migliore di difendersi da germi e batteri (soprattutto quelli da coronavirus) che risucchiare tutto l’arredamento di casa e spedirlo in una dimensione parallela?
Ermes Antonucci
Bici elettrica
Una bella bici che va / silenziosa velocità / sopra le distanze / e le lontananze starà. Ovviamente elettrica, nera e con ruote importanti. A Roma serve e aiuta, nonostante le buche più dure.
Simone Canettieri
L’immortalità
Io sono per regalare l’immortalità ed è l’esatto contrario dei cosiddetti regalini, il natalizio ciarpame che dura il tempo dello spacchettamento e del gridolino di piacere finto e poi finisce seppellito in un cassetto, se non tra i rifiuti. L’immortalità dell’immagine, ovviamente, ché per eternare il resto bisogna rivolgersi a Dio. L'immortalità contenuta in un ritratto pittorico, il mezzo più efficace affinché sembianze e personalità superino i limiti della vita fisica. Regalate un ritratto a olio, capace di sfidare il tempo al contrario delle immagini digitali, condannate all’obsolescenza. Da commissionarsi a Daniele Galliano, Giovanni Gasparro, Federico Lombardo, Rocco Normanno, Giorgio Ortona, Manuel Pablo Pace, Enrico Robusti, Lorenzo Tonda, Nicola Verlato, Daniele Vezzani…
Camillo Langone
Pandoro, quello vero
In tempi in cui anche nei peggiori Autogrill si vendono solo panettoni e pandori artigianali con grani antichi calpestati da galline felici allevate a terra, il consiglio per il Natale 2023 è chiaramente un bel pandoro Balocco. L’azienda merita di rifarsi dopo la ferragnizzazione, e dunque bisognerebbe comprare e regalare quei bei pandori rigorosamente industriali delle nostre infanzie; in mancanza, Melegatti (anche ricordandosi le pubblicità storiche con Franca Valeri: “Cosa fai Cretinetti, sogni a occhi aperti?”; “Babbo Natale, non mi cada in depressione!”). La Franca sì, che era un’influencer.
Michele Masneri
Lampade wireless
Regalo n. 1: per adulti, inclusi quelli che “vorrei ma al momento non posso” che certe spese le hanno rinviate per via dell’inflazione e della rata del mutuo, e il vino ormai solo al supermercato e in enoteca al massimo un paio di volte all’anno. Dunque, una bottiglia di Pinot noir: noir perché dev’essere francese, di Borgogna, e su questo non ci piove (unica deroga, quest’anno: Pinot nero delle alture del Golan). Certo, costicchia: un Beaune parte pressappoco da 40 euro, per un Nuits-Saint-Georges è difficile scendere sotto gli 80. Ma ne vale la pena.
Regalo n. 2: per grandi (attenti però al Kitsch dietro l’angolo) e piccini. Luci e lucine, possibilmente con qualche incanto. A me, nonostante tutto il wireless quotidiano, stupisce ancora una luce che s’accende senza filo e senza spina (su Amazon, lampade da tavolo da 30 a 110 euro). Poi c’è – un po’ invadente sui social, per la verità – la luna luminosa senza fili e “senza rete”: sospesa nello spazio di casa perché a levitazione magnetica (anche qui prezzi vari, dai 60 ai 130 euro). E dopo la luna, le stelle: a vista sul soffitto della camera da letto. Difficile comunque trovare le poche che basterebbero a creare l’illusione: no, quanto meno questi proiettori costano (anche 20-30 euro), tanto più si sentono in dovere di spararvi sul muro stelle, stelline, intere galassie. E poi non ci vuole niente a passare dal soffitto alle pareti tutte, e con la scusa dell’effetto rilassante, per 35-40 euro potreste anche trovarvi avvolti in una pseudo aurora boreale. Vabbè, non esageriamo.
Roberto Raja
In Rainbows, dei Radiohead
La musica è ormai quasi interamente streaming. Chi è che compra ancora vinili o cd? Voi, questo Natale. Che sia buona musica, è chiaro. Anzi, un suggerimento ancora più specifico, e personale: In Rainbows, dei Radiohead. Potete regalarlo a qualche fedelissimo della band inglese, oppure a chi ha ovvia necessità di diventarlo presto; e poi potete uscirvene con qualche curiosità, tipo che il frontman Thom Yorke ha una casa a Roma, in zona Campo Marzio, appartenuta a Italo Calvino. Che di cose interessanti a Natale da dire ce n’è sempre bisogno.
Nicolò Margani
Biglietti per l’auditorium
Un carnet di biglietti per il cinema, e anche spettacoli a teatro e concerti all’Auditorium. Regali possibili per volare con la mente. Ma perché no a un regalo impossibile per volare con il corpo: un jetpack sarebbe il più bello di tutti. Uno di quei zainetti con i razzi per vincere la gravità. Pare però che abbiamo smesso di immaginare mezzi di trasporto individuale evoluti in direzione aerea. Alle macchine volanti non ci pensa più nessuno?
Nicola Contarini
Una coperta scaldasonno
Siamo a metà novembre. A Roma è arrivato il primo vero freddo, in redazione il riscaldamento è rotto. Combo micidiale. Durante una delle tante pause pranzo, tra un tremolio e l’altro, la mia collega Giulia Casula pronuncia una frase che contiene una parola magica: “Non vedo l’ora di tornare a casa e accendermi lo scaldasonno”. Si tratta di una coperta da incalzare sotto al lenzuolo, che si collega alla corrente e che ti scalda le coperte. All I want for Christmas (e fino alla primavera) is a scaldasonno. Grazie Giulia.
Nicolò Zambelli
Calzini colorati
Siccome su venti paia di calzini puntualmente – non chiedetemi come – finisco per averne la metà bucati, sono sempre felice quando ne ricevo un bel pacco a Natale. Magari di quelli regalati dalla zia che li ha trovati in offerta: 4 paia a 9,99. Che quel centesimo in meno vi fa credere di aver fatto l’affare della vita e subito vi sentite furbi come Frank Abagnale. Solo che a differenza sua non indossate la divisa da pilota e Steven Spielberg non ci ha scritto sopra un film. E allora fatevi regalare un’uniforme dell’aviazione che non si sa mai. Con i calzini naturalmente. Ancora meglio se hanno qualche fantasia improponibile disegnata sopra, così poi siete costretti a usarli solo dentro casa (e nemmeno li bucate).
Giulia Casula
Caricatore wireless 3 in 1
“Ordine! Ordine! Ordine!” recitava il biglietto per questo regalo, inviatomi non dal generale Vannacci bensì da persona che sa quanto mi agiti l’idea di gomitoli tecnologici, di dispositivi sparpagliati oppure esangui al risveglio perché di notte il pirulino del cavo non era stato infilato bene. Nell’elegante confezione triangolare, questo triplo caricatore contiene una piattaforma su cui posare lo smartphone, un rostro a cui allacciare lo smartwatch, una base su cui incardinare le cuffie. Può essere tenuto in un discreto angolo della camera da letto o esposto su una mensola in salotto. Soprattutto, consente di uscire dimenticandosi simultaneamente tutti e tre i dispositivi in carica e scoprire com’è il mondo fuori, senza.
Antonio Gurrado
Kit per mate
Tra Mondiali, Bergoglio ultimo leader di sinistra e Milei astro nascente a destra, l’Argentina di gran moda suggerisce come dono di Natale un kit per mate. Bevanda iconica di tutto il Plata, l’origine è indicata nel nome scientifico di Ilex paraguariensis, che in lingua guarani diventa ka’ay. “Acqua di erba”. Online la tipica tazza per mate in infusione e la cannuccia-filtro “bombilla” vengono tra i 14 e i 30 euro; la confezione di yerba tra 8 e 15; 33 un kit in cui c’è anche il thermos che argentini e uruguayani si portano sempre appresso. In realtà in Paraguay ci sono anche la versione tereré, con acqua fredda, “cocido”, un tè. Io preferisco il cocido, ma voi provate.
Maurizio Stefanini
Caffettiera chic
9090. Non un numero qualsiasi, bensì il modello della caffettiera più chic del Novecento. Disegnata dal tedesco Richard Sapper per Alessi, è il primo oggetto prodotto dall’azienda di design di Omegna a essere stato esposto al MoMa di New York, ha vinto il Compasso d’oro nel 1979, ma ancora oggi è un meraviglioso regalo di Natale. Da offrire o da ricevere.
Mauro Zanon
Una mappa, o una torcia, o entrambe
Regalate una torcia elettrica, da officina. L’originale è di colore arancione. Potete agganciarla ovunque ed è il migliore lume in vendita. La copiano tutti gli architetti di design ma senza riuscirci. E’ stata per più di un anno la mia lampada della notte, il faro da divano, e oggi la tengo al Foglio, legata a una lampada di design che preferisco spenta. Il secondo regalo è una mappa accompagnata da queste istruzioni. Cerchiate di rosso le città, i paesi felici visti in due, aggiungete le date, gli hotel dove avete pernottato. Sarà la vostra vera biografia, un album da condividere. Io, la mia, la regalerò a M. che nei giorni della resa, mi lascia casa, torcia e lenzuola bianche: “Per ritrovarti, tu che non riesci mai a trovarti. Milano. Via. B. 26/08/23”.
Carmelo Caruso