Il Foglio Review
La copertina del Foglio Review raccontata da Margherita Premuroso
L'illustratrice che l'ha disegnata ci racconta "America", la cover del nuovo numero del magazine del Foglio, in edicola da sabato 26 ottobre
La cover della Review di questo ottobre si chiama “America” ed è dedicata alle elezioni presidenziali che a breve si terranno. Parla di un Paese complesso, sfaccettato, dove enormi diversità vivono l’una accanto all’altra. Faticando, spesso, a trovare un punto di equilibrio nella loro coesistenza. Per noi, quest’America l’ha illustrata Margherita Premuroso.
Qual è stato il processo creativo che l’ha portata a realizzare la cover della Review dal titolo “America”?
Volevo descrivere in questa immagine la rigidità di alcune norme e regole sociali insieme alla libertà di espressione che si manifesta in modi diversi, come l’ostentazione di simboli nazionali e la disinvoltura con cui alcuni affrontano la nudità o le armi.
Una rappresentazione quasi surreale, ambientata su una spiaggia sotto un cielo stellato, dove tutte queste sfaccettature coesistono, una celebrazione della molteplicità americana ma anche una riflessione critica sulle tensioni interne e sugli estremi di libertà e controllo presenti nella cultura.
Dal punto di vista della composizione, perché ha scelto questo tipo di struttura e cosa ha voluto comunicare?
Ho voluto ricreare un’immagine che, nella sua staticità e linearità, si sviluppa principalmente sull’orizzontalità, richiamando l’andamento delle strisce della bandiera americana. Questa disposizione evoca una vasta distesa che si estende sotto un cielo stellato. I colori utilizzati sono vivaci e contrastanti, a simboleggiare la varietà e la complessità dell’universo americano e ho inoltre inserito diverse bandiere americane all’interno della composizione, rendendole un elemento ricorrente.
Alcune figure sono rese con grande dettaglio, mentre altre sono appena accennate, delineate solo attraverso l’outline, dando vita a un effetto visivo che alterna il concreto al pittorico, quasi onirico. Questa alternanza tra forme definite e abbozzate contribuisce a creare un’immagine che si muove tra il pittoresco e l’etereo, con una qualità che a tratti sembra sfuggente e altre volte più tangibile.
Che umanità è quella che abita l’America contemporanea che ha raffigurato?
Ho voluto rappresentare un’umanità poliedrica, ricca di sfumature e contraddizioni che riflette l’immagine che personalmente ho dell’America. Lavorando quotidianamente con persone americane e per uno studio americano, ho imparato a conoscere a fondo il loro modo di pensare, di lavorare e di vivere. Questo mi ha permesso di osservare come spesso tali aspetti appaiano, agli occhi di noi Europei, profondamente contraddittori e talvolta persino pittoreschi.
Se e quali sono gli artisti che ispirano il suo lavoro?
Mi piace molto sperimentare e scoprire nuovi talenti e nuovi illustratori. Tra gli illustratori preferiti Jorge Gonzalez, Per Adolfsen, Cristofer Sasaki, Cyril Pedrosa, Andrea Serio ed Manuel Fior. Mi piacciono molto gli illustratori che lavorano con la tecnica tradizionale matite, acquerelli tempere, riducendo al minimo l’utilizzo del computer.