Cecilia Sala, libera. La cover di Review raccontata da Giulia Neri

Gaia Montanaro

L'illustratrice che l'ha disegnata ci racconta "Libera", la cover del nuovo numero del magazine del Foglio, in edicola da sabato 25 gennaio

Questo mese la Review ha sulla copertina l’immagine di Cecilia Sala, libera. Il compito – arduo – di rappresentarla, ancor prima che si sapesse della sua scarcerazione, lo ha avuto Giulia Neri che qui ci ha raccontato le sfide nella realizzazione di questa cover, così speciale.

  

Qual è stato il processo creativo che l’ha portata a realizzare la cover della Review dal titolo “Libera”?

Parto con il dire che questa cover é stata per me una grande responsabilità, sia per la delicatezza della situazione, sia perché nel momento in cui mi è stata commissionata nessuno ancora sapeva in che direzione si sarebbe evoluta questa storia. L’unico elemento visivo che mi era stato richiesto dalla redazione erano le sbarre. Ma bisognava rappresentare in queste sbarre tutta la speranza e la solidarietà di cui Cecilia Sala aveva bisogno. Le prime due bozze hanno visto una Cecilia che si, era dietro le sbarre, ma da cui, in particolare in una, vi usciva con una mano sul cui dito reggeva un uccellino. Mi fa sorridere la casualità che unisce questo bozzetto alla realtà raccontata, in cui proprio il buffo verso di un uccellino l’avesse fatta ridere durante i giorni infiniti dell’isolamento. Poi ho proposto una terza copertina, che è quella che è stata scelta.

   

Come ha utilizzato la luce nell’illustrazione? Ha un valore anche di carattere simbolico?

La luce, e di conseguenza le ombre che l’accompagnano, hanno un forte valore simbolico in questa illustrazione.  La luce è la libertà, la possibilità di rivedere il sole, l’ombra è ciò da cui si esce, da cui si riparte.

   

Come si è arrivati alla scelta grafica di rappresentare Cecilia Sala fuori dalle sbarre (decisione presa prima della sua liberazione)?

I motivi sono stati fondamentalmente due. Il più semplice da spiegare è che se Cecilia fosse stata liberata prima dell’uscita della cover, non avrei mai voluto che avesse tra le mani un’immagine di lei ancora dietro a quelle sbarre. La seconda è più intima ed è quella percezione, inspiegabile, per cui il finale della storia mi sembrava già così vicino - ed era un finale felice.

 

Nell’illustrare accadimenti così strettamente contemporanei e dove il sentire comune è forte e partecipato, quali sono le maggiori sfide creative o le cose su cui porre particolare attenzione?

Il messaggio trasmesso da un’illustrazione è un messaggio che può avere davvero tante interpretazioni, a seconda di chi osserva e del background che ognuno di noi ha e con il quale legge il mondo. Le illustrazioni che devono rappresentare fatti importanti, che siano di cronaca, di politica o qualsiasi altro tema sensibile, hanno un impatto forte sia su chi è protagonista, sia su chi ne viene raggiunto, e vanno trattate con molte più “attenzioni” durante il processo creativo. Le idee vanno soppesate, riviste e rivisitate più volte finché non si trova un equilibrio tra ciò che si vuole rappresentare, il sentimento che può suscitare nel protagonista della storia e come il pubblico può immedesimarsi o interpretare emotivamente l’immagine. Infondo, l’illustrazione deve funzionare sia accompagnata da un articolo ma anche da sola.

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