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il foglio review
La copertina del Foglio Review raccontata da Marco Cazzato
L'illustratore che l'ha disegnata ci parla di "Un abbraccio lungo tre anni", la cover del nuovo numero del magazine del Foglio, che parla del conflitto in Ucraina. In edicola da sabato 22 febbraio
Il Foglio Review | Marco Cazzato
La cover della Review di questo mese, illustrata da Marco Cazzato, parla del conflitto in Ucraina – a tre anni dal suo inizio - da una prospettiva nuova, che racconta del prendersi cura di ciò che è piccolo per combattere le brutture della guerra.
Qual è stato il processo creativo dietro l’illustrazione della cover del Foglio Review, “Un abbraccio lungo tre anni”?
Partendo dalla lettura del pezzo e dal confronto con l'art director, ho iniziato a lavorare alla bozza e, dopo qualche tentativo, sono arrivato all'idea che maggiormente ci convinceva - e che con qualche piccolo aggiustamento è poi diventato il definitivo. Il tema della guerra è sempre molto difficile da rappresentare, è un argomento molto delicato, una tragedia che coinvolge migliaia di persone.
Per la cover di questo mese, si è partiti da un estratto di un pezzo di Cecilia Sala. Come si lavora per tradurre in modo immaginifico e quasi fiabesco un testo senza cadere nella didascalicità?
Quello che emerge dal pezzo di Cecilia Sala è la speranza, l'idea che questa tragedia avrà una fine e che gli ucraini stanno già pensando a un dopo, ma soprattutto a non perdere, anche durante il conflitto, la propria umanità. Anche se ora il quadro sta cambiando velocemente. Da subito mi ha colpito la storia delle cicogne, questo prendersi cura nonostante il pericolo di questi animali, eletti a simbolo di una nazione che non vuole perdere quello che normalmente la guerra cancella. Devo aggiungere che sono cresciuto in un paese dove le cicogne nidificano sui campanili, grazie anche al lavoro immenso di un centro faunistico a pochi chilometri; quindi, mi è stato facile indirizzare subito l'immagine in quella direzione. Ho quindi rappresentato questo abbraccio tra uomo e cicogna, protagonisti dell'immagine di speranza, ma con sullo sfondo una città ancora in guerra.
Dal punto di vista delle scelte compositive e cromatiche, quali sono stati i criteri di scelta? E perché la scelta di rappresentare la cicogna in una dimensione maggiore rispetto al soldato?
Ho pensato che le due figure, uomo e cicogna, in questo abbraccio fossero alla pari. Uno scambio reciproco, la cura dell'uomo e la restituzione di dignità attraverso un gesto nobile. Per fare questo, ho sottolineatio anche attraverso le dimensioni della cicogna il suo essere simbolo di un popolo che non vuole rassegnarsi all'annientamento. Quindi il bianco puro della cicogna in contrasto con il cielo plumbeo e il profilo della città assediata.
Si è immaginato una storia che coinvolge le due figure in copertina? Un prima e un dopo di questo fermo immagine?
Ho immaginato questo incontro, quasi casuale, un lunghissimo abbraccio silenzioso, in cui il sentire delle due figure, il calore dei corpi e il battito dei due cuori in un respiro calmo, sovrastino e azzerino il frastuono delle bombe e della città. Come se la cicogna avesse riconosciuto l'uomo che un tempo l'aveva aiutata. Quello che vorrei accadesse dopo è che questo attimo di serenità durasse per sempre e diventasse l'epicentro di una pace che coinvolga tutti.