Non solo i mezzi pubblici, non solo i banchi a rotelle e i precari col contagocce. Per una metropoli che ricomincia “la scuola del Covid” anche il servizio mensa è una bella questione da affrontare. Si è già ricominciato, anzi. Il 7 settembre hanno fatto da apripista nidi e scuole d’infanzia. Dal 14 sarà un dentro tutti. In cerca di una vita normale. “Per garantire la ripartenza del servizio in sicurezza – spiega il presidente di Milano Ristorazione Bernardo Notarangelo – si doveva immaginare un progetto calato nella specifica realtà di ogni singolo istituto. Per questo, nel corso di tutta l’estate, abbiamo fatto sopralluoghi scuola per scuola per verificare le soluzioni idonee. E’ stata fondamentale la collaborazione con i dirigenti scolastici con cui siamo rimasti sempre in contatto”. Si inizia dal pranzo che viene servito direttamente nelle sezioni o negli ambienti dedicati alla cosiddetta “bolla”, per evitare contaminazioni e favorire la tracciabilità: nidi e scuole dell’infanzia ospiteranno a regime 30 mila bambini. Per quanto riguarda le scuole primarie e secondarie, il servizio partirà in maniera graduale nelle 221 scuole che ne usufruiscono. Tre sono le possibilità per primarie e secondarie: il pasto viene servito in refettorio su più turni, oppure si applica un sistema misto con una parte di studenti che mangia in mensa e una parte in classe (lo stesso cibo scodellato e servito) o, in un numero molto ridotto di casi, se gli spazi del refettorio devono essere utilizzati come aule per la didattica, si è dovuto optare per il pranzo in classe.
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