Contro l'uscente Beppe Sala e il Mister X del centrodestra potrebbe candidarsi il viceministro dello Sviluppo economico, chiamato a dare prova dell'esistenza del Movimento 5 stelle alle prossime elezioni amministrative
"Non è una soluzione (non la consiglio a nessuno), ma io non ho altra scelta”. Lo scriveva Majakovskij, ma pare la descrizione perfetta di quel che sta succedendo a Milano, a livello politico e (soprattutto) dalle parti dell’elettorato che, con eufemismo, potremmo chiamare “che non voterebbe a destra”. Ovviamente il Covid influenza ogni scelta, e inserisce nelle equazioni – già incerte, e spesso fallaci – della contesa politica, nuove imponderabili variabili. Per esempio pare ormai cosa scontata che Beppe Sala si ricandiderà. Nessuna via d’uscita romana, per lui. Giuseppe Conte rimane saldo al suo posto perché l’emergenza ha bisogno di una guida, stabile solo perché tutti gli altri sono instabili. E se Conte rimane saldo, immobili rimangono i suoi ministri. Non c’è spazio per un nuovo inserimento. Beppe Sala rimane a Milano, e si ricandida.
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