(foto LaPresse)

GranMilano

Intanto Beppe Sala s'è già bevuto l'opposizione a sinistra come fosse un caffè

Fabio Massa

Per il sindaco il problema annoso della coalizione sta diventando una colazione: alla sua sinistra c'è praticamente il nulla

Una lettera fa la differenza, tra coalizione e colazione. Perché Beppe Sala rischia di sgranocchiare come fossero brioche prima tutte le beghe sulla coalizione, e poi pure le elezioni, se non appare – finalmente e definitivamente – un candidato del centrodestra unito. Certo, la campagna elettorale ha sempre momenti difficili e incertezze. Ma ad oggi c’è chi ipotizza addirittura il cappotto, per Beppe Sala. Non andrà così, perché la città è sicuramente contendibile, ma il dribbling improvviso di Sant’Ambrogio, l’ha vinto Sala. E le notizie dal fronte della politica politicata non possono che far sorridere il primo cittadino.

 

 

A sinistra di Beppe Sala c’è praticamente il nulla. Il fronte di Milano 2030 si è rotto da tempo. Tutte le varie formazioni nate in opposizione alla politica regionale sull’emergenza Covid, da Rifondazione ai Verdi, a SinistraxMilano, pensavano di costruire un cartello di alternativa al centrosinistra a trazione democratica. Scommettendo ovviamente sulla mancata ricandidatura di Sala, magari attratto da altre avventure, come quella in Leonardo al posto di Profumo. Non è andata così perché Sala in mente aveva il ruolo da sindaco, e sta provando a ottenere, come nei videogames, un extended time. Così tutto il cartello a sinistra del Pd è letteralmente esploso: SinistraxMilano con Elena Comelli, tutta o quasi Sinistra italiana, il cespuglietto (quasi un filo d’erba) dell’ex bocconiano Francesco Laforgia. Tutti con Beppe Sala. Addirittura i Verdi, che urlavano per l’abbattimento di 40 piante d’alto fusto da parte dell’università per far posto a nuove strutture scolastiche, e che promettevano fuoco e fiamme alle elezioni, pare che stiano ignorando gli schiaffi presi dal sindaco, che li umiliò pubblicamente chiamandoli “partito del no” e indegni di rappresentare l’ambientalismo vero. Anche loro sono pronti a inginocchiarsi, con Enrico Fedrighini, lo storico verde Pino Rosa, la portavoce cittadina Anna Melone.

 

Che cosa rimane a sinistra, che Sala non si sia bevuto come un caffè? Rifondazione, Possibile e Basilio Rizzo. Poca roba. Anche perché nel frattempo, sul fronte interno, difficile che i Radicali, dopo cinque anni di giunta, possano prendere altre vie (il patto della lasagna non muore mai). Lo stesso dicasi per Italia viva e Azione: per entrambi non c’è ossigeno fuori dalla bolla di Beppe Sala. E poi c’è il Pd: che mugugna, sia chiaro. Non poco, grossi mal di pancia. Grossissimi. C’è il tema degli assessori, ma soprattutto c’è il tema delle liste. Comporle sarà un rebus, ma non è un problema di Sala: per adesso, caffè dopo caffè, il problema annoso della coalizione sta diventando una colazione. Rapida, da fare in piedi, alla milanese.

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