Parlare con Fabio Terragni è come aprire il sipario sulla Milano che verrà, quella post Covid e smart, che somiglia tanto alla metropoli policentrica che Terragni – oggi presidente della M4 spa, la società che sta costruendo la metropolitana destinata a collegare la città all’aeroporto di Linate – ha progettato anni fa, quando era alla guida dell’Agenzia di sviluppo Milano metropoli e poi Bic La Fucina. “Molte aziende si stanno rendendo conto, complice l’esperienza dello smart working, che non è necessario portare in ufficio ogni giorno migliaia di persone da luoghi lontani – spiega al Foglio – ma che è opportuno organizzare il lavoro in modo da minimizzare gli spostamenti. Questo vuol dire contenere i costi e l’impatto ambientale che ne derivano, anche rimodulando i tempi della giornata. Come sta succedendo per le scuole in vista del 7 gennaio, con orari differenziati. Ci sarà sempre più attenzione sia agli aspetti temporali che a quelli dello spazio: molte aziende invece di trascinare tutti i collaboratori verso il centro delle città si organizzeranno per realizzare ‘uffici satellite’, da utilizzare con lo smart working da casa”.
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