La maggioranza Fontana è "inadeguata", mentre il sindaco di Milano "poteva fare di più sulle periferie, saranno il nostro punto debole", dice la deputata lombarda del Pd
"Fare politica non è come recitare in uno spettacolo, al termine del quale l’attore più bravo è quello che riceve più applausi”. Parole e musica di Lia Quartapelle, deputata lombarda e astro crescente del Pd, ma non nel dialogo con il Foglio di oggi. Piuttosto, nel suo libro scritto a quattro mani con Giuliano Pisapia e uscito qualche tempo fa: “La politica raccontata ai ragazzi” (DeAgostini). In effetti, ai ragazzi è più difficile spiegare la complicata arte del governo, della battaglia dall’opposizione, dei ribaltoni e dei rimpasti. Ecco, tema attuale i rimpasti e i ribaltoni. “Se si rimpasta con Conte? E’ caricaturale dire che la crisi del governo è un prurito di Renzi, la crisi del governo è evidente nella sua incapacità di decidere. Massimo D’Alema è uomo di troppa esperienza per non saperlo. Tirare a campare in questa fase vuol dire tirare le cuoia. Però devo dire che più che il gioco delle sedie romane a me interessa una presa in carico delle responsabilità sul tema del Recovery fund, che ancora non vedo, nonostante il lavoro del ministro Gualtieri. Non vorrei che la discussione sui nomi ci facesse dimenticare che noi come maggioranza abbiamo il dovere di dare una visione chiara di dove vogliamo portare il paese. Stiamo discutendo di che cosa spendere e non di quali obiettivi vogliamo raggiungere. E’ un peccato perché i cittadini devi coinvolgerli sugli obiettivi, non sulle mancette, e in secondo luogo perché se si discutesse degli obiettivi si potrebbe coinvolgere anche altre forze politiche”.
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