Non si sa se il bar esista ancora, e nemmeno quale sia. “Non lo direi manco sotto tortura”, dice Tino Adamo, autore di Il bar degli zanza (Unicopli). In effetti non conta individuare il posto, un bar come ce n’è in ogni periferia italiana e non. Ma contano i personaggi, gli “zanza”, appunto, le persone che lo hanno animato e che Adamo ha voluto immortalare nella sua prima opera come scrittore. Illustratore e sceneggiatore, disegnatore e grafico alla Sergio Bonelli Editore, coautore del format “Bonelli kids” e, per Festina Lente Edizioni, del “Bestiario umoristico”, Tino Adamo, per dieci anni, ha lavorato come barista a Baggio, un bar della mala, il bar degli zanza: la parola del gergo della vecchia mala milanese che sta per truffatori, poco di buono, ma anche per quelli che frequentano tutti i vizi ma non eccellono in niente. Dieci anni in trincea, in pratica.
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