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Nel boom di venture capital e startup c'entrano le università, dice Gigante di Bocconi
"Accompagniamo i giovani aspiranti imprenditori alla realizzazione delle loro iniziative". E nonostante il Covid, il 2020 ha mostrato numeri record
La Lombardia è la regione dove si concentra il maggior numero di operazioni di venture capital sulle startup che operano soprattutto nei servizi di digital consumer e delle tecnologie a supporto delle imprese. Secondo l’ultimo report del Mise, ben il 42 per cento delle iniziative di investimento di privati che nel 2020 sono state destinate a sostenere la nascita di nuove attività economiche ha riguardato la Lombardia. E sempre in questa regione si concentra il maggior numero di startup innovative (27 per cento del totale nazionale) con la provincia di Milano che da sola conta 1.282 imprese sul totale delle 11.899 esistenti in Italia. Il dato interessante è che, nonostante il Covid-19, il 2020 è stato un anno record per il venture capital in Italia con erogazioni per quasi 600 milioni di euro in deciso aumento rispetto agli anni precedenti. “C’è stato un momento in cui la febbre da startup sembrava affievolita ma da qualche tempo si registra un gran fermento che si percepisce già a partire dalle aule universitarie nei corsi che seguono gli studenti degli ultimi anni”, dice al Foglio Gimede Gigante, docente di Finanza all’Università Bocconi dove insegna, tra l’altro, private equity, corporate finance e investment banking, tutte materie che possono appassionare giovani aspiranti imprenditori come il fondatore di Casavo, Giorgio Tinacci, che di Gigante è stato allievo.
“Ricordo bene il suo entusiasmo, la preparazione e la curiosità per il mondo delle startup. Ha sperimentato varie strade e alla fine ci è riuscito, spero che la sua storia sia di esempio per tanti altri studenti che vogliono fare lo stesso. E’ compito dell’università non solo formare ma anche creare un ambiente favorevole per menti brillanti che hanno un’idea di impresa ma magari non dispongono delle risorse necessarie o dell’esperienza per metterla in pratica. In questo senso, iniziative come Bocconi for Innovation e la Summer school si pongono proprio l’obiettivo di accompagnare giovani aspiranti imprenditori alla fase di realizzazione delle loro iniziative”.
Quest’anno l’hub dell’innovazione di via Sarfatti – nato un anno e mezzo fa per iniziativa dell’università milanese in collaborazione con investitori internazionali - ha ricevuto quasi trecento candidature da parte di aspiranti imprese di cui, però, solo 19 sono state ammesse al programma di accelerazione. Ma la Bocconi non è l’unica realtà universitaria che a Milano sta spingendo verso la creazione di una nuova generazione di imprenditori come dimostrano anche tutte le iniziative messe in campo dal Politecnico di Milano. Sarà anche per questo che negli ultimi due anni è cresciuta l’attenzione dei venture capitalist verso la filiera del cosìddetto “early stage”, cioè le idee di imprese che sono ancora sulla carta. “Siamo ancora lontani in Italia da un ecosistema come quello americano in cui l’incontro tra il mondo dell’università e quello della finanza avviene in modo naturale e continuo, ma cominciamo ad avvicinarci a quel modello superando le barriere culturali che lo hanno reso finora inapplicabile qui da noi”.